SpotlightVenezia 79

10 FILM da non perdere al Festival di Venezia

Agosto sta per volgere al termine e significa soltanto una cosa: il Festival di Venezia è ormai alle porte. Quella che, grazie alla “resilienza” in piena pandemia, è ormai tornata a essere la Mostra del Cinema più importante del mondo, sta per aprire i battenti. Come sempre, TheMacGuffin.it sarà al Lido, ma abbiamo bisogno di ingannare l’attesa spasmodica.

Quindi ecco una piccola compilation dei film che non vediamo l’ora di vedere al Festival di Venezia (a nostro insindacabile, umile e irrazionale giudizio):


1) The Banshees of Inisherin

È il film che personalmente attendo di più e per un unico motivo: è firmato da Martin McDonagh, il regista di In Bruges e Tre manifesti a Ebbing, Missouri, due film che adoro. Per quanto riguarda la trama, quel poco che si sa è molto criptico: il regista stavolta torna alle sue radici e ambienta la sua nuova storia in un’isola sperduta dell’Irlanda. Il nodo centrale dovrebbe ruotare attorno alla rottura improvvisa e immotivata dell’amicizia decennale tra due uomini, interpretati da Colin Farrell e Brendan Gleeson (due attori che avevano già lavorato con il regista proprio in In Bruges).

Niente, non si sa altro. Ma, considerato che anni fa si sapeva poco pure riguardo a Tre manifesti quando doveva essere presentato al Festival di Venezia e si è rivelato un vero gioiellino, io sto con le dita incrociate. Il film verrà distribuito in Italia con il titolo Gli spiriti dell’isola.


2) Blonde

Questo film non è soltanto una biografia romanzata di Marilyn Monroe, ma l’adattamento di un libro omonimo di Joyce Carol Oates molto amato, un vero best seller. La gestazione della versione cinematografica è stata molto tormentata, anche per trovare un’interprete all’altezza del mito – un po’ come accaduto con Freddie Mercury ai tempi di Bohemian Rapsody. La scelta dopo ben dieci anni dall’acquisizione dei diritti è, un po’ a sorpresa, ricaduta su Ana de Armas, non proprio il primo nome che sarebbe venuto in mente a noi tutti in sede di fantacasting, ma illusionisticamente somigliantissima dopo trucco e parrucco. Del resto, pure la vera Norma Jean Baker in una certa misura “interpretava” Marilyn.

Il rischio più grande nell’impersonare Marilyn Monroe è proprio quello di non scadere nell’effetto “figurante di Las Vegas”. La sfida sarà lasciar trasparire l’autenticità e l’umanità dietro la maschera che tutti credono di conoscere.

La de Armas, oltre a essere ovviamente bellissima, ha finora dimostrato di avere un grande carisma (vedi la sua breve ma memorabile apparizione in No Time to Die, ma anche il divertente Knives Out di cui era protagonista, sempre al fianco di Daniel Craig). Solo il tempo potrà dire se si è rivelata una scelta felice.

Il film sarà distribuito poi su Netflix a fine settembre.


3) Bardofalsa crónica de unas cuantas verdades

Questo titolo lunghissimo (letteralmente Bardo, falsa cronaca di alcune verità) nasconde la nuova fatica di Alejandro González Iñárritu, che è alla regia di un film dopo la lunga pausa seguita alla sua clamorosa doppietta agli Oscar (Miglior Regia sia nel 2015, per Birdman, che nel 2016 per The Revenant).

Come McDonagh, anche Iñárritu sceglie di tornare alle origini e ambienta questo film-fiume – tre ore! – nel suo Messico. Si sa, per ora, che tratterà la vita di un giornalista e autore di documentari in crisi, che dovrà fare i conti sia con le sue vicende personali che con la storia del suo paese.
Sulla carta non sembra la trama più divertente del mondo, ma è un film a cui l’autore ha dedicato 5 anni, il che lo rende senza dubbio interessante. Iñárritu è uno di quei registi in cui, più del cosa racconta, è il come a essere rilevante.


4) The Whale

festival di venezia

Trattandosi del nuovo film di Darren Aronofsky ero quasi tentata di metterlo nei “film da perdere”, visto che sono ancora reduce, proprio al Festival di Venezia, del trauma avuto con Madre!, un film su cui riponevo grandi aspettative e che invece è stato per me una Sòla! incredibile.

Però adoro The Wrestler e Il cigno nero, sia messo agli atti.

Il motivo che mi spinge a inserirlo comunque in lista è, invece, il protagonista: il film propone infatti un ritorno in leading role a Brendan Fraser, un attore reso celebre dai film de La mummia che di recente si è guadagnato una simpatia collettiva per essersi rialzato dopo molte serie sfortune: problemi di salute, un divorzio difficile, un episodio di molestie subite e conseguente forte depressione, tutte circostanze – oltre il cambiamento fisico – che l’avevano fatto sparire dai radar. Ma Hollywood è molto brava a dare seconde chance, quando vuole (confronta con: Robert Downey Junior, Michael Keaton, John Travolta…).

Pare che la pellicola sarà ambientata principalmente in una sola stanza e il personaggio interpretato da Fraser sarà un uomo di quasi 300 chili che vuole riprendere i rapporti con la figlia. Anche qua scopriremo cosa ci aspetta.


5) Bones and all

Nient’altro che il nuovo film del nostro Luca Guadagnino, che a cinque anni da Chiamami col tuo nome avrà di nuovo nel cast Timothée Chalamet e Michael Stuhlbarg – nel film precedente questi interpretò il mitico papà di Elio con il suo bellissimo monologo finale. (Non più pervenuto invece Armie Hammer, ovviamente.)

Anche stavolta la trama dovrebbe vertere sulla storia d’amore tra due giovani, un ragazzo e una ragazza, due “esclusi” che intraprendono insieme un road trip.


6) White Noise

È il film di apertura della Mostra. Anche in questo caso, regista (Noah Baumbach) e interprete (Adam Driver) sono gli stessi di un altro film che fu presentato al Festival di Venezia qualche anno fa, ovvero Storia di un matrimonio.

Il film è inoltre un libero adattamento del romanzo postmoderno Rumore bianco di Don DeLillo, dove le vicende di una famiglia allargata degli anni Ottanta divengono un pretesto per parlare delle ossessioni di un’epoca, di grandi domande universali e del significato della morte. Mica nulla.


7) Dead for a Dollar

Si capisce già dal titolo: è un western. I protagonisti sono Christoph Waltz e Willem Defoe, nonché la Rachel Brosnahan nota per essere protagonista della serie Amazon La fantastica signora Maisel. Lo si prende a scatola chiusa.
Il regista è un grande veterano di questo genere e non solo, Walter Hill.


8) Köne taevast

Verrà distribuito in Italia come La chiamata dal cielo. Il motivo di interesse principale di questo film è che è l’ultima pellicola della carriera di Kim Ki-Duk. Il grande regista sudcoreano, che fu anche Leone d’Argento nel 2005 con Ferro 3 e Leone d’Oro nel 2012 con Pietà, è mancato nel 2020 a soli sessant’anni a causa proprio del Covid.

Kim Ki-Duk aveva abituato il pubblico a un cinema spesso estremo ma filosofico, emozionale e assieme spietato, con alcune incursioni occasionali del disturbante vero e proprio (è il caso di Moebius, storia di incesti e auto-evirazioni che anni fa a Venezia fece scappare dalla sala parecchia gente).

Il film è ambientato in Kirghizistan (se non conoscete questo paese cercatelo sulla cartina geografica) e tratta di una giovane donna che, alla ricerca dell’amore prima in senso astratto e poi specifico per un uomo, scopre l’esplorazione della sensualità.

La pellicola è stata portata a termine dal regista estone Arthur Weber, su indicazione dello stesso Ki-Duk.


9) Master Gardener

Altro ritorno, in questo caso di Paul Schrader che quest’anno riceverà il Leone d’Oro alla Carriera (oltre che regista fu sceneggiatore di una cosina chiamata Taxi Driver) e che era presente al Lido già l’anno scorso con Il collezionista di carte.

Il giardiniere del titolo è interpretato da Joel Edgerton e lavora nella tenuta di una ricca vedova (Sigourney Weaver) che a un certo punto gli chiederà di prendere la tormentata nipote come apprendista. In seguito a questo evento, come frequente nella filmografia del regista, emergeranno alcuni segreti dal passato dell’uomo.


10) Don’t Worry Darling

La regista del film è l’attrice Olivia Wilde, qua alla sua seconda pellicola dietro la macchina da presa. I protagonisti sono invece Florence Pugh – ormai lanciata da film come Midsommar, Piccole donne e dai film Marvel dove interpreta Yelena, Vedova Nera sorella di Natasha – e il divo Harry Styles, cantante ormai definitivamente prestato al cinema.

La trama del film pare vagamente distopica. I due giovani attori interpretano una coppia sposata in una comunità residenziale degli anni ’50 apparentemente idilliaca, isolata dal resto del mondo.
Tutte le esigenze della popolazione sono tenute sotto controllo e soddisfatte da un’azienda/Grande Fratello, che nel frattempo lavora a un grande progetto top secret.
Non serve saperne di più per capire che questo progetto top secret non sarà niente di buono.


Come si capisce, si sa ancora ben poco: alcuni di questi film con trame accattivanti potrebbero tramutarsi in pacchi clamorosi, mentre come al solito vedremo magari emergere il film rivelazione dell’anno da radici insospettabili. Dal letame nascono i fior, dai diamanti le sòle.
Questo è il Festival di Venezia, belli.

Francesca Bulian

Storica dell'arte, insegnante, fangirl, cinefila. Ama i blockbusteroni ma guarda di nascosto i film d'autore (o era il contrario?). Abbonata al festival di Venezia. "Artalia8" su YouTube, in genere adora parlare di tutto ciò che di bello e sopportabile gli esseri umani sono capaci di produrre.
Back to top button