Eccoci qua! Bentornati con la seconda stagione di Bridgerton approdata sulla piattaforma Netflix poche settimane fa, serie diventata ormai IL guilty pleasure televisivo per antonomasia. L’equivalente di un romanzo Harmony messo su video dalla vera Maestà della tv, Shonda Rhimes, protettrice assoluta delle nostre serate trash.
È il momento delle considerazioni non a caldo, a caldissimo (come è giusto che sia, per questa serie).
Senza spoiler, ma tanto lo sanno anche i sassi che tutte le stagioni di Bridgerton finiscono inevitabilmente con un attacco zombie.
Ah no?

- Se la prima stagione era incentrata sul mercato sentimentale di Daphne, la figlia numero 4 dei Bridgerton, questa volta la palla passa al primogenito Anthony, in cerca finalmente della sua viscontessa. La serie è tratta da una saga di libri ciascuno incentrato su un* figli* divers* e sul* su* rispettiv* moros*. Lo stesso dovrebbe avvenire per le varie stagioni del telefilm, sempre che mamma Netflix resti contenta e abbia le casse piene di soldi.
- La selva di asterischi del punto 1 è imposta dal Contratto di Inclusività insito in questa serie.
- La prima stagione, non è un segreto, era ai limiti del soft porno. Qua le scene hot lasciano il posto a due protagonisti che, nell’ordine: si guardano (un sacco), si attraggono, si respingono, fremono, si annusano (un sacco), languiscono, si struggono. Guardandosi e annusandosi un sacco.
- La parte più anacronistica della serie non sono le etnie dei personaggi ma è la frangia di Eloise.
- Negli articoli che hanno preceduto l’uscita della stagione, era stato detto che non sarebbe più apparso il Duca figo interpretato da Regé-Jean Page perché “tanto il suo arco narrativo era finito”, non c’era più esigenza della sua presenza e il personaggio ormai si godeva il suo matrimonio con Daphne. Tutta fuffa perché Daphne è onnipresente nella stagione, con tanto di bimbo al seguito, quindi l’assenza del maritino è assordante, un cavolo a merenda.
- Evidentemente Regé-Jean Page ha la stessa sindrome di Pattinson dopo Twilight e di Jamie Dornan dopo 50 sfumature: cringia un sacco alla sola idea di riavvicinarsi al progetto. Secondo me.
- O forse, visto l’exploit di pubblico di stagione scorsa, sarebbero stati costretti a pagarlo di più. O magari non volevano che togliesse la scena a Anthony (il Manzo Titolare di questa stagione). Chissà.
- Rispetto al libro, Kate ed Edwina sono qua due nobili di origine indiana. Questo non implica, in realtà, particolari differenze nelle dinamiche narrative, se non un sacco di battute su quanto sia pessimo il tè inglese rispetto a quello indiano.
- Anche a questo giro, la parte più bella sono le cover “classiche” di canzoni pop. Che trash. Iniezioni di trash direttamente in endovenosa. Così ci piacciono.
- Le dinamiche tra Anthony e Kate alla fine sono un ennesimo plagio, pardon, retelling di quelle tra Darcy ed Elizabeth di Orgoglio e Pregiudizio. Ma l’abbiamo capito, ormai: qualunque prodotto ambientato nell’epoca Regency è, di fatto, un remake di Orgoglio e Pregiudizio.
- Hashtag #FreePenelope (soprattutto da Eloise).
E voi? Vi siete goduti questa nuova stagione di Bridgerton, o questo livello di trash è troppo per il vostro palato? Diteci la vostra!