Serie TV

The Walking Dead 6×09 – Nessuna via d’uscita (dalla mediocrità)

Ma gli zombi sognano bambini da sgranocchiare?

Seguire The Walking Dead è diventata da tempo una routine che mi intristisce enormemente. Mi avvilisce, perchè non mi capacito di come da un fumetto spettacolare come quello di Robert Kirkman non si riesca a tirare fuori qualcosa che vada mai oltre la mera, piatta riproposizione del materiale cartaceo, oltre il compitino privo di passione, scritto con poca voglia e con ancora meno fantasia. The Walking Dead è il perfetto esempio di quanto faccia male sedersi sugli allori quando ti piovono addosso complimenti da tutte le parti, perchè per quello che mi riguarda le prime tre stagioni della serie erano ottime. Ed erano ottime proprio perchè si discostavano dal fumetto, mantenendo tuttavia intatta la struttura principale. Nonostante fossero anch’esse stagioni che si prendevano il loro tempo per parlare dei personaggi, erano proprio questi ultimi a fare la differenza, perchè erano scritti bene, attori di dialoghi avvincenti e parte di situazioni appassionanti.

6910318ed0d346769c79058d5b18bdc3_jpg_1003x0_crop_q85Quando uscì la seconda stagione, ambientata praticamente tutta nella fattoria di Hershel, la serie fu criticata per il suo ritmo lento, ma io invece la trovai fin da subito brillante, nonostante l’azione fosse stata effettivamente ridotta ai minimi termini. E l’arrivo del Governatore non fece altro che aumentare ancora di più la qualità di uno show che era in poco tempo diventato per me una droga dalla quale non riuscivo più a staccarmi.

Ma poi è successo qualcosa.

Già il finale della terza stagione si era rivelato la fiera del ridicolo, con le truppe del Governatore che invadevano la prigione per venire respinte in 30 secondi netti perchè avevano le armi prese dai cinesi che si inceppavano, ma è con la quarta stagione che si è cominciato a palesare il disastro. Una serie che moriva puntata dopo puntata sotto i colpi della noia, dell’inserimento di personaggi patetici e completamente sballati sia in fase di scrittura che in fase di casting, una gestione generale della storia piena di buchi, dialoghi da far accapponare la pelle. Gli showrunner hanno semplicemente inserito il pilota automatico, ormai consci dello schema base che mandava fuori di testa i fan, che sostanzialmente è questo: chiacchiere, chiacchiere, chiacchiere, noia, noia, noiODDIOGLIZOMBI!!!! WOOOOO!!! noia, noia, chiacchiere, ZOMBI!!! chiacchiere, CLIFFHANGER!!! E le critiche alla lentezza della seconda stagione? Dimenticate per sempre, ora c’era spazio solo per il successo planetario.

Una serie totalmente schiava dei cliffhanger finali, che presto non sono diventati altro che un ricatto per obbligare un annoiato e svogliato spettatore a seguire la puntata successiva, dove si sarebbe ripetuto lo stesso, estenuante schema. Sia chiaro, io non ho nulla contro le puntate in cui più si parla e meno si spara, a patto però che i dialoghi siano scritti bene. Ed è proprio la gestione dei personaggi ad essere scaduta nel patetico in The Walking Dead, ormai diventata una serie piena di figure secondarie che però scalciano come bambini frignoni pethe-walking-dead-6x09-1r avere più spazio, ed incredibilmente lo ottengono. Così ci si ritrova inevitabilmente a tifare per la morte dolorosa di ogni idiota che non faccia parte dei mammasantissima Rick, Daryl, Michonne, e va beh dai mettiamoci Carol, ormai palesemente intoccabili (mentre una delle caratteristiche principali del fumetto è proprio quella di aver reso ogni personaggio concretamente e costantemente in pericolo di morte). Come dite? Abraham? La versione Teddy bear imbronciato della sua fighissima controparte cartacea? Eh già, me li immagino proprio i fan che si straziano per una sua eventuale morte. Una serie dove non ti frega nulla dei personaggi secondari, nonostante siano ormai quasi tre stagioni che ti sorbisci le loro cazzate tutte le settimane. Come può una cosa del genere creare un minimo di pathos? E perchè alla gente piace sempre di più? C’è forse qualcosa che non va in me? Mistero.

È per via gli zombi? Davvero basta qualche (fighissimo) vagante e qualche scena d’azione per comprare in vostro buongusto? Perchè cosa c’è ormai in The Walking Dead a parte gli zombi? Grazie dio abbiamo un ottimo Rick interpretato da un sempre efficace Andrew Lincoln, ma per il resto è tabula rasa. E il bello è che lo show ci prova ad essere interessante, come la storyline su Morgan, ma ad essere onesti, a chi frega veramente qualcosa di lui? Uno che dovo aver piantato bastoni nel collo di innocenti tanto sfigati da passargli davanti in due giorni ha deciso che anche uccidere il più feroce e spietato assassino è sbagliato. E fa pipponi morali a chiunque gli capiti a tiro. Bella roba. Quasi quasi preferisco il prete. No beh, non esageriamo, la morte che merita il prete non la merita nessuno. Ma non solo il personaggio eh, anche l’attore.

Ma diciamo due robe su questa puntata dai (SPOILER SPOILER SPOILER), che se no mi perdo anche io in un chiacchiere come questa serie. Come da tre stagioni a questa parte, l’attenzione è alta solo quando ci sono gli zombi, (escludendo la prgonzalo-morales-divo-GONZALO-MORALES-DIVO----PER----The-Walking-Dead---director-habla-de-la-escena-m-s-dram-ticaima parte sulla quale torno alla fine), per il resto sono le solite ciance inutili di personaggi inutili che mentre parlottano io cazzeggio bellamente con il cellulare. Ma veniamo alla scena più importante: la morte di Jessie. Chissà anche qua quanti cuori infranti, gente che si strappa i capelli a vedere lei e quei suoi simpaticissimi figlioletti scannati come maiali in un mattatoio. Dopo la presa per il cuehm, scusate, dopo il cliffhanger del mid-season, che si chiudeva con il bimbetto demente che urlava in mezzo agli zombi “uccidetemi dai! Non vedete quanto sono buono e succoso?” pure i sassi avevano capito cosa sarebbe successo di lì a breve. Ma ovviamente non lo si può far vedere subito (come nel fumetto, dove non fanno neanche due metri), ma bisogna tirarla per le lunghe. Quindi i nostri amici hanno tempo di organizzare una sosta autogrill ad ogni cespuglio per fumarsi una siga e bersi un cappuccino mentre pensano alla strategia migliore. Ed i qui che i nostri eroi decidono di dividersi: il prete inutile prende Judith, detta anche la più grande palla al piede della storia delle serie tv (farla morire come nel fumetto era troppo crudele vero? Poi magari va a finire che perdi spettatori) vanno a rintanarsi in chiesa, ma ovviamente non si portano dietro anche il bambino frignone che non vedeva l’ora di diventare un succulento pasto per i vaganti. Rick e gli altri decidono di portarselo dietro, probabilmente perchè gli fa schifo vivere (da notare che i dialogo fra Jessie e suo figlio, oltre a essere scritto con i piedi, è caratterizzato da uno scavalcamento di campo da ghigliottina).

Ora, va bene che io sapevo già cosa sarebbe successo per via del fumetto, ma, avendola tirata così per le lunghe, è davvero una sorpresa quello che accade poco dopo? Sam si mette nuovamente a frignare (ma dai?) e il piano va a puttane (come accade puntualmente a tutti i piani di Rick del resto). Ora, se io mentre guardo The Walking Dead non avessi lo stato emozionale di un comatoso, è probabile che alla vista del bimbetto mentre viene sventrato avrei urlato di gioia ed esultato come quando mi segnano i miei attaccanti al fantacalcio, ma onestamente non capisco come uno spettatore normale abbia potuto provare qualcosa di diverso dalla goduria estrema. Lo so, probabilmente sto esagerando, ma è più forte di me. Vedo delle scene che avrebbero tutto il potenziale di questo mondo per essere indimenticabili, ma che passano in un secondo senza lasciare niente, solo perchè non si è stati capaci di gestirle a dovere, di costruire una struttura emotiva che riuscisse a sostenerle adeguatamente. La serie si è affidata totalmente al fumetto, copiandolo di pari passo ogni volta che c’è da accellerare, dimenticandosi però che una scena è tanto più potente quando lo è il percorso che conduce ad essa. La morte di Jessie invece può effettivamente risultare inaspettata, ma anch’essa a mio avviso è gestita male, soprattutto se paragonata a quella scritta da Kirkman.

La stessa scena in cui Rick taglia la mano a Jessie per liberare Carl dalla sua presa è certamente forte e di impatto, ma ora vi mostro quella del fumetto.
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Come vedete, lei è ancora viva nel momento in cui Rick cala l’accetta, anzi lo sta supplicando di aiutarli. Ma Rick è implacabile, e fa quello che deve per salvare suo figlio, guardando in faccia la donna della quale si stava innamorando e abbandonandola. Nella serie invece no, lei è già molto probabilmente morta, e si vede solo la mano che spunta. Perchè? Perchè una scena che sarebbe stata così bella ed efficace viene invece appiattita in questo modo? Fortunatamente a salvare la situazione ci pensa come al solito Andrew Lincoln, che come già detto riesce a dare al suo Rick una grandissima umanità e credibilità.

Da qua il poi ovviamente è tutto in discesa, perchè in pochi secondi lo spettatore è travolto da un colpo di scena dietro l’altro, e la puntata finisce bene, riuscendo ad essere spettacolare il giusto e mettendo finalmente da parte i dialoghi. Lo stesso monologo finale di Rick è sincero e sentito, quindi promosso a pieni voti. Non tutto è da buttare quindi, ma rimangono a mio avviso degli errori alla base della serie che ne frenano enormemente le potenzialità, trasformando quello che potrebbe essere uno show fantastico in uno spettacolo mediocre, schiavo dei twist e delle morti dei protagonisti (?), che spesso e volentieri sono mal gestite, proprio perchè mancano di una costruzione emotivamente solida.

Ma allora perchè continuo a guardare questa serie se è palese che non mi piace quasi per niente? Me lo sono chiesto più volte anche io, e la risposta è stata che amo troppo il fumetto per non essere quantomeno incuriosito dalla serie. E il problema è proprio questo: tutto i meriti sono del fumetto. La sua trasposizione non aggiunge nulla nè dal punto di vista della trama nè dal punto di vista emotivo, a differenza di altri show che si basano sulle controparti cartacee, come ad esempio Game of Thrones, che riesce ad avere una sua indipendenza rispetto ai libri e nonostante ciò rimane amatissima anche dai fan dei romanzi.

C’è però un ultimo motivo che mi spinge a continuare questa faticosissima serie: Negan, il capo dei bastardoni in moto che si vedono all’inizio (tra l’altro il capo dei motociclisti è un genio: perchè non mandare il prigioniero palesemente più cazzuto fra i tre dietro il camper con UN solo sgherro, mentre gli altri cinquanta se ne stanno seduti sulla moto a grattarsi?). Ecco, se voi non siete lettori del fumetto, sappiate che Negan è probabilmente il cattivo più figo che io abbia mai visto, e che il ciclo che lo riguarda è a mani basse il migliore della storia di The Walking Dead. Se gli sceneggiatori non riusciranno nell’impresa di rovinare anche questa parte della storia con la loro scrittura da galera, allora la serie potrebbe diventare qualcosa di imperdibile. L’attore scelto per interpretare il folle bastardo armato è Jeffrey Dean Morgan e devo dire che come scelta mi intriga assai. Il materiale a disposizione è una bomba atomica, quindi voglio credere che la serie possa finalmente risollevarsi dopo tanti anni di oblio. Se invece riusciranno ad appiattirmi anche un personaggio pazzesco come Negan, beh…allora il male avrà avuto la meglio su queste terre, e io potrò dirigermi verso altri lidi senza rimpianti, senza voltarmi indietro.

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Roberto Lazzarini

25 anni, cresciuto fin dalla tenera età a film, fumetti, libri, musica rock e merendine. In gioventù poi ho lasciato le merendine perchè mi ero stufato di essere grasso, ma il resto è rimasto, diventando parte di quello che sono. Sono alla perenne ricerca del mio film preferito, nella consapevolezza che appena lo avrò trovato, il viaggio ricomincerà. Ed è proprio questo il bello.
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