
Wild, la ricerca di sé stessi in mezzo alla natura
Wild è l’emozionante storia di formazione di Cheryl lungo la Pacific Crest Trail.
Ci ho messo anni per essere la donna che mia madre voleva. Ci sono voluti 4 anni 7 mesi e 3 giorni, senza di lei. Dopo essermi persa nella selva del mio dolore, ho ritrovato la strada per uscirne. Non sapevo nemmeno dove andavo quando sono arrivata là, al Ponte degli Dei. Grazie, sarò eternamente grata per tutto ciò che quel viaggio mi ha insegnato e per tutto ciò che ancora non potevo sapere.
Wild è un film del 2014 di Jean-Marc Vallée (già regista del più celebre Dallas Buyers Club) che racconta la vera storia di Cheryl Strayed, giovane donna che si ritrova a dover raccogliere i cocci della sua vita lungo il sentiero della Pacific Crest Trail.
Cheryl, interpretata da Reese Witherspoon, è la figlia colta e brillante di Bobbi (Laura Dern). Sempre solare nonostante una vita difficile (un marito molesto, pochi soldi, lavori precari) Bobbi scopre un giorno di essere malata di cancro. Questo fatto sconvolge in breve la vita di Cheryl che non trova conforto neppure nel matrimonio felice con Paul, ma piuttosto nell’abuso di eroina e nel sesso casuale. Tutto va in pezzi molto velocemente e Cheryl si ritrova sola e senza più niente. E’ allora che, per puro caso, si trova tra le mani un libro dedicato al Sentiero delle Creste del Pacifico e, comprata tutta l’attrezzatura del caso, decide di partire per tre mesi – questo il tempo necessario per il percorso – alla ricerca di sé stessa e di un nuovo inizio.
Wild, selvaggia ed incontaminata, è la natura che Cheryl si trova ad affrontare. All’inizio con difficoltà, basta pensare al peso dello zaino mostruoso che si carica sulle spalle, ma poi, miglio dopo miglio, con sempre maggiore fiducia. Cheryl Strayed, che già nel nome – Strayed significa vagabonda – porta i germi della sua avventura, si incammina sola lungo questo sentiero che dal Messico porta al Canada, alla ricerca di una forza interiore in grado di farle superare i suoi drammi personali. Se è in grado di camminare tre mesi nel bosco, può fare tutto.
E infatti le scene di natura si alternano, nel film, a immagini del suo passato: il ricordo della madre che le parla, del marito, dei momenti difficili. Un passo alla volta, attraversata una cresta Cheryl supera uno dei suoi problemi, accompagnando il viaggio con una serie di pensieri e citazioni che lascia nelle varie tappe e che altri viaggiatori come lei trovano.
Ma io ho promesse da mantenere e miglia da fare prima di dormire. – Robert Frost e Cheryl Strayed.
Gli incontri di Cheryl in Wild sono emozionanti: i ragazzi che la riconoscono dalle sue scritte sulle agende della Pacific Crest Trail e che ne ammirano la forza, Greg, che la accoglie da amico alla tappa di Kennedy Meadows, l’uomo e sua moglie che le offrono un pasto caldo e una doccia a casa loro. Tutti gli incontri casuali che nella sua vita precedente sarebbero sfociati in sesso malato ed eroina, in mezzo ai boschi diventano occasione di crescita per Cheryl che sul Ponte degli Dei scopre finalmente la persona che vuole essere.
Wild è un film di formazione che mi ha colpita per la bellezza dei paesaggi e per le emozioni che mi ha suscitato la storia e la coraggiosa scelta di questa donna sola, ma sola davvero, senza più legami né idee sul proprio futuro. Tuttavia, nonostante il materiale naturalistico a disposizione sul Sentiero delle Creste del Pacifico, manca un certo trasporto nelle immagini mostrate (difficile eguagliare Into the Wild). La Whiterspoon è in mezzo alla natura ma purtroppo lo spettatore non sempre riesce coglie la grandezza e la maestosità – aspetto che invece ho trovato fondamentale nel suo viaggio interiore, perché ridimensiona la portata dei suoi drammi conducendola fuori dalla rovina esistenziale che si era destinata. Il regista decide di fare leva sui ricordi e sui sentimenti di Cheryl, utilizzando i paesaggi come suo spunto emozionale; scelta che funziona alla perfezione, ma chissà quante altre vedute meravigliose avrebbe potuto mostrarci se solo avesse voluto.