Film

Man on Fire: la vendetta è un piatto che va servito caldo

Man on Fire – Il fuoco della vendetta: quando il titolo italiano ci azzecca.

John W. Creasy (alias Denzel Washington) è in visita all’amico e commilitone Paul Rayburn (Christopher Walken) che se la spassa in Messico con la moglie, cercando di mettere una pietra sul loro violento passato. Per Creasy però non è così facile, e la bottiglia gli è più utile di una bella donna. Un giorno Rayburn è contattato da tale Ramos, un arricchito “figlio di” che necessita di una guardia del corpo per la figlioletta, dato che a Città del Messico i rapimenti sono all’ordine del giorno. Rayburn gli consiglia immediatamente l’amico: Creasy ha un curriculum di un certo livello (anni nella CIA e nell’antiterrorismo) e, nonostante il posto non gli interessi, viene subito assunto come bodyguard.

fireL’oggetto del suo lavoro è la biondina Pita (Dakota Fanning già più che brillante): adorabile, curiosa, chiacchierona. Lei si innamora subito dell’Orso Creasy, silenzioso e brontolone, lui ci metterà un po’ prima di lasciarsi andare ma alla fine sentirà sbocciare un affetto nuovo, in grado di allontanarlo dall’alcol – e di dargli una nuova ragione di vita. Il legame tra i due si fa sempre più stretto, ed è qui, quando noi ormai sorridiamo alla strana coppia dell’Orso Creasy e Biondina Lupita, è qui che avviene l’irreparabile. La bambina viene rapita da un gruppo armato organizzatissimo. Lui riesce ad ucciderne parecchi ma allo stesso tempo viene crivellato di proiettili. Durante il suo lungo e lento recupero studierà un piano per far fuori tutti quelli che hanno avuto a che fare con il rapimento.

Con questa dichiarazione di intenti inizia la seconda parte del film (la prima dedicata al rapporto tra i due protagonisti), in cui pistole, nastro adesivo, esplosivi, e l’inusuale utilizzo di una capsula anale per trasporto di droga e detonatore elettronico, la fanno da padroni. Il Man on Fire del titolo entra in scena ora, con un John W. Creasy in preda al fuoco della vendetta, accecato dall’odio e spinto verso il suo unico fine, vendicare la bambina. Non gli importa chi gli si metterà in mezzo, né lo sfiorano le minacce o i proiettili. Il suo scopo è uno solo, ed è un vero e proprio “artista della morte” nel portarlo a termine.

fireMan on Fire è un film del 2004 che si intuisce subito essere di Tony Scott. Se avete visto, ad esempio, Domino, riconoscerete immediatamente in questa pellicola i segni distintivi del regista: il montaggio frenetico e molto saturato, le doppie esposizioni, la colonna sonora “forte” e addirittura i testi in calce al video. È tanto materiale, troppo forse, ma un materiale che rende perfettamente la vita concitata di un uomo roso dal fuoco della vendetta, i cui pensieri sono convulsi tanto quanto il ritmo dei fotogrammi. Al centro del film c’è Denzel Washington che, al solito, mette in scena un’ottima prova. I suoi sguardi dicono più di mille parole e la sua presenza riempie lo schermo. Sua pari, per bravura e carattere, è l’allora piccola Dakota Fanning che già mostrava tutta la sua incredibile esperienza (di soli dieci anni di vita, eppure).

Non possiamo certo elevare Man on Fire nel pantheon dei film di un certo calibro e peso, no: la trama, seppur dotata di colpo di scena finale, è pur sempre quella di un revenge movie come tanti; lo sviluppo è curioso per via della tecnica narrativa del regista, ma segue binari prestabiliti. Non apporta, insomma, alla cinematografia nulla di nuovo. Ma nonostante questa schiettezza, bisogna ammettere che Man on Fire è un bel film: perché l’energia che trasmette è palpabile, perché sa prenderti per la gola e tenerti incollato allo schermo fino alla fine (dopo due ore e mezza, non è poco). Lo stile pop di Tony Scott fa da perfetto veicolo per il fuoco che muove il nostro Creasy: lo vediamo esplodere alle sue spalle mentre la musica pompa dalle casse di una discoteca, bruciare nei suoi occhi, scorrere nei colori e nella fotografia.

Tony Scott era sicuramente un artista, e in Man on Fire abbiamo in scena un’artista della vendetta.

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Giulia Cipollina

28 anni, laureata, lavoro in un negozio di ottica e fotografia. Come se già non bastasse essere nerd: leggo tanto, ascolto un sacco di musica e guardo ancora più film - ma almeno gli occhiali per guardare da vicino posso farmeli gratis.
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