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La giuria è in vendita, chi offre di più?

La giuria ci tiene incollati allo schermo, o seduti al banco dei testimoni.

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Siamo a New Orleans, in uno studio di avvocati. Uno di loro sta chiacchierando con la sua segretaria quando sentono dei colpi di pistola nel corridoio. A noi spettatori sale immediatamente l’ansia a mille, mentre seguiamo le scene successive nelle quali i due cercano di nascondersi dall’assassino e chiamare il 911. Finirà con la morte dell’avvocato in questione, e di molti altri con lui. Qualche anno dopo la sua vedova fa causa alla ditta produttrice dell’arma da fuoco usata dall’assassino (sul quale si spendono poche parole, dato che il fulcro della vicenda è spostato altrove) dando inizio ad un processo epico, oltre che milionario, in cui tante sono le personalità chiamate in campo: Wendell Rohr, l’avvocato vecchio stampo dell’accusa (Dustin Hoffman) contro Durwood Cable alla difesa; con loro ci sono però due figure, tanto importanti quanto nascoste. Lawrence Green (Jeremy Piven) per l’accusa, e il notissimo Rankin Fitch (Gene Hackman) dall’altro lato, come consulenti nella scelta delle giurie.

giuriaRankin Fitch non ha problemi a minacciare e “comprare” la giuria per far felici i suoi mandanti, e noi capiamo subito che, data la sua faccia tosta, non è la prima volta che succede. Inizia così la battaglia per la scelta dei giurati: da un lato l’accusa, da un lato la difesa, che si scontrano tramite giudizi psicologici sui personaggi al banco. Uno di loro si chiama Nicholas Easter (John Cusack) e sembra fare di tutto per evitare di essere scelto. Fitch subodora immediatamente che qualcosa non va, ma Easter finisce per diventare comunque il giurato numero 9 del processo del secolo.

Inizia a questo punto la parte più succosa del film.

giuriaSenza spoilerare nulla a chi non avesse mai visto La giuria, il film tratto da un libro di Grisham, racconta meravigliosamente tutto quello che succede dietro le porte chiuse di una giuria, e di come siano facilmente malleabili i giurati (gli esseri umani in generale) quando vengono scoperti i loro segreti. Un aborto, una malattia, una mazzetta: tutti hanno un segreto, e tutti i segreti possono essere usati a vantaggio… del miglior offerente. Ma anche Easter ha un segreto, oltre che una fidanzata (Rachel Weisz) con la quale sembra voler piegare le volontà dei giurati per i suoi fini personali. E se il libro originale racconta con maestria tutti gli scambi e i tira e molla nascosti, anche il film non perde colpi e magistralmente ci mostra i giurati cadere uno dopo l’altro.

I fini dei due, però, sono diversi da quelli di Fitch, e si scopriranno solo all’ultimo…

Tutto è in vendita, anche i giurati. E il bello del film è che la vicenda scatenante così come il numero delle tragiche morti sono semplicemente l’avvio di quello che invece è il vero fulcro della trama: la capacità di manipolazione. Ciascuno di noi ha un punto debole, e ciascuno di noi si fregia di una moralità alta; ma cosa succede quando quel punto debole viene premuto? L’altro fattore positivo è che, se pure il processo in corso tende a far schierare inconsciamente buoni e cattivi – in fondo si parla di controllo delle armi, è difficile definire completamente buoni o cattivi i nostri giurati. Sono, in fondo, delle persone normali, con le loro sfumature, i loro peccati, i loro pregi e difetti. Sono ambigui, fino all’ultimo, anche Nick e la fidanzata Marlee.

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Nonostante il finale buonista (che comunque non poteva essere che quello), La giuria è uno splendido thriller da manuale, merito di un cast di altissimo livello e di un testo di partenza ricco di spunti interessanti. Grisham è sempre il top quando si parla di legal thriller, e La giuria non delude le aspettative.

Giulia Cipollina

28 anni, laureata, lavoro in un negozio di ottica e fotografia. Come se già non bastasse essere nerd: leggo tanto, ascolto un sacco di musica e guardo ancora più film - ma almeno gli occhiali per guardare da vicino posso farmeli gratis.
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