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Battlestar Galactica: la serie sci-fi creata da Dio

The Cylons were created by men. They rebelled. They evolved. They look and feel human. Some are programmed to think they are human. They are many copies. And they have a plan.

Oggi vi esporrò le ragioni perché, secondo il mio modestissimo parere, Battlestar Galactica è la serie migliore di sempre.

Questa è una delle prime scene della miniserie introduttiva del 2003. Quest’ingresso è uno dei migliori della storia della TV.

Quindi se siete pronti io partirei. 3, 2, 1… salto!

Mille intrecci per mille personaggi (e i conti tornano!)

Siamo in un luogo sperduto nell’universo. L’umanità vive su dodici pianeti chiamati Colonie. I Cylon, macchine create dall’uomo, ritornano dopo un’assenza di cinquant’anni e iniziano un attacco nucleare a sorpresa, distruggendo tutto e tutti. Gli unici suprestiti, circa 50 mila persone, iniziano un viaggio attraverso lo spazio alla ricerca della tredicesima Colonia, un pianeta dove poter portare avanti la loro civiltà. Questo pianeta è un luogo leggendario, chiamato Terra.

Il Galactica è l’unica areonave spaziale rimasta in piedi. Il compito del suo equipaggio sarà quello di proteggere i superstiti dalla persistente minaccia dei Cylon. A bordo del Galactica facciamo la conoscenza dei vari protagonisti della serie: Will Adamo, la prima carica militare della flotta, che dovrà collaborare con la neo presidente Laura Roslin, la quale ha da poco scoperto di avere un cancro al seno; Apollo, figlio del comandante nonché pilota dei caccia Viper, dall’animo tormentato e che ha con il padre-superiore un rapporto molto conflittuale; l’unica che sembra capirlo è Kara Trace, detta “Scorpion”, tanto letale sul campo di battaglia quanto spaccona nella vita di tutti i giorni, cosa che non sembra andare giù a Saul Tigh, comandante in seconda della flotta, con il vizio di alzare un po’ troppo il gomito.

Già queste premesse basterebbero a creare intrecci per settordici stagioni, ma la platea di soggetti che popolano il Galactica non si ferma qui. Tra tutti spicca il dottor Gaius Baltar, scienziato di fama internazionale che si rivelerà essere il responsabile inconsapevole dell’attacco dei Cylon. Dotato di un carattere pusillanime e arrivista, Gaius sembra essere tormentato dalle visioni di una Cylon, il Numero 6, che tenta di manipolarlo e di convertirlo ai dettami di un Dio sconosciuto.

La componente religiosa è così evocativa da far impallidire il Dio Rosso

Umanità… questa sconosciuta!

Il rapporto tra Baltar e Numero 6 è, a mio parere, la chiave di volta per leggere l’intera serie. I Cylon hanno creato dei modelli (numerati da 1 a 12) che sono similissimi agli uomini. Anzi, e qui arriva il twist, molti sono stati programmati per credersi degli esseri umani. E così parte il toto Cylon che ci spinge a tirare a indovinare l’identità dei 12. Ma le nostre perplessità sono anche quelle dei personaggi.

Battlestar Galactica si interroga su cosa significa essere umani, arrivando a mettere in dubbio addirittura il concetto di umanità stessa. Gli uomini sono meglio delle macchine? Ci verrebbe da rispondere di sì ma, vedendo la serie, ci rendiamo conto che i contorni sono sempre più sfumati. Infatti, in Battlestar Galactica trovi del marcio e del buono in tutti i personaggi. Anche uno come Apollo, che dovrebbe essere il Jon Snow della situazione, presenta molteplici lati inaspettati, al contrario del noiosissimo eroe della serie HBO, il cui successo è dovuto principalmente alle chiappe di Kit Harington. Lo stesso Baltar, anche quando compie azioni davvero opinabili, raramente risulta odioso. Additittura i Cylon non sembrano ciò che sono. Essi, infatti, affermano di seguire il piano di un Dio misterioso contrapponendosi così al culto politeista degli abitanti delle Colonie.

La battaglie nello spazio hanno una computer grafica incredibile, che ha ricevuto molteplici riconoscimenti

Battlestar Galactica VS Breaking Bad

Insomma quest’impostazione, unita a una narrazione focalizzata su diversi punti di vista, posiziona Battlestar Galactica su un livello superiore rispetto a Breaking Bad, altra serie che ho apprezzato e che viene considerata da molti come la migliore in assoluto. La storia di Walter White, infatti, anche se ben scritta e realizzata, è solamente la storia di Walter White, moderno Conte di Montecristo che cerca il riscatto da una vita che l’ha sempre bullizzato. Sul Galactica le cose sono molto più complesse, perché è come se ci fossimo proprio noi a bordo dell’areonave. Quest’effetto è implementato dallo stile documentaristico della regia, basato essenzialmente sull’uso della camera a mano. Anche i rapporti e le funzioni dei personaggi sono differenti. In Breaking Bad tu hai chiaro fin da subito il loro ruolo, al contrario in Battlestar non è così semplice: essi mutano, si trasformano e alla fine ti spiazzano. Il lettore rognoso vedendo questo confronto potrebbe affermare “eh però come fai a confrontare una serie sci-fi con una drammatica come Breaking Bad?” E invece io lo faccio eccome: il modo di condurre una narrazione, il sistema dei personaggi e il modo di rappresentarne i temi sono fattori comuni a ogni tipo di creazione. E quelli di Battlestar sono a mio parere superiori.

Ecco i personaggi principali della serie. Ce ne sono anche un botto di secondari. Ma non temete: vi rimarranno tutti particolarmente impressi.

Vero Girl Power

Parlando dei personaggi femminili, nel particolare, anche in questo caso Breaking Bad viene mandato a ko. Skyler, infatti, è la classica moglie scassa maroni che cade in uno stereotipo molto banale seppur efficace. Tutt’altra storia le donne di Battlestar. A partire dalla Roslin, scissa tra l’essere un sovrano illuminato e una dittatrice in erba, a finire con Helen, l’eccentrica e ambiziosa moglie di Saul.

Ma quella che spicca su tutte è sicuramente Starbuck (in italiano “Scorpion”). Nella serie originale degli anni ’70 – ’80 il personaggio era un maschio, tra l’altro un fan favorite, caratterizzato dai suoi modi rudi e spacconi. Quando, poco prima dell’uscita del remake degli anni duemila, trapelò la notizia del gender bender di Starbuck, scoppiarono subito le polemiche. Ma bastarono solo un paio di episodi e la magnifica interpretazione di Katee Sackhoff a far ricredere tutti. Anzi, questa versione del personaggio ad oggi è sicuramente più apprezzata dell’originale. Kara Trace fuma il sigaro, si sbronza, siede scomposta, scopa con chi vuole e spacca i culi ai Cylon. Ma sotto la scorza dura nasconde la fragilità di chi ha avuto un passato complicato, fatto d’incomprensioni e malintesi. Un personaggio del genere o lo ami o lo odi, è impossibile che ti sia indifferente e, come disse Wilde, “l’importante è che se ne parli.”

battlestar
Scorpion in tutta la sua spacconaggine. Impossibile non amarla

Perché Battlestar Galactica non è così conosciuta?

La risposta è semplice: il nerdismo. Il remake di Battlestar, infatti, all’inizio ha interessato solo gli appassionati del genere sci-fi e quelli che conoscevano l’originale: la fetta di pubblico che si voleva colpire era quella. Con un titolo così (diciamocelo, per niente accattivante) e il fatto che sia circoscritto in un genere preciso è ovvio che chi sia allergico alla fantascienza non ci si avvicinerà mai. Ed è un peccato, perché basta qualche episodio per rendersi conto che la serie tocca generi diversissimi: c’è l’action, la spy story, il romance e tanto altro. Un altro fattore da non escludere è il tempismo. Battlestar Galactica è andata in onda poco prima che Lost facesse scoppiare il fenomeno delle serie tv. A quei tempi il grande pubblico guardava essenzialmente sit-com, oggi invece se non ne guardi dieci al giorno e non lo scrivi sul tuo cv vali meno di zero. Per questo sono sicuro che se fosse uscito una decina di anni dopo Battlestar avrebbe avuto l’enorme successo che merita. Non che non ne abbia avuto, ma forse si è solo trovata al posto sbagliato, nel momento sbagliato.

So we say all.

Pierfrancesco De Paolis

Io e il cinema compiamo gli anni nello stesso giorno e questo mi ha illuso che ci fosse una qualche predestinazione dietro ai miei natali (cosa che si sta sementendo con il passare del tempo). I miei amici mi chiamano Pierpolemica perché ho il vizio di distruggere film e serie tv, sopratutto quelli più amati. Per questo, esiste una discreta lista di persone che mi odia e sono sicuro che, scrivendo per MacGuffin, questa si allungerà sensibilmente.
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