Ci sono diciotto anni di differenza tra Fargo – il film e Fargo – la serie tv, nello specifico la prima stagione. Il primo nasce nel 1996 per mano dei Fratelli Coen, mentre la seconda viene ideata nel 2014 da Noah Hawley.
Dire quale delle due sia meglio è dura: si parte pensando che i Coen siano insuperabili e che qualsiasi remake non sarà in grado di reggere il confronto, e invece bisogna ricredersi. La trama è all’incirca la stessa in entrambi i casi: uomo di mezza età sfigato e insoddisfatto (assicuratore nel primo, concessionario di auto nel secondo) ha bisogno di denaro. Nel film escogita il rapimento della moglie per ottenere il riscatto dal suocero, nella serie adotta un approccio più americano e si limita a litigarci violentemente. La moglie non si salva né in un caso né nell’altro, solo che nel film viene uccisa dai due rapitori, mentre nella serie dal marito in persona. Ma anche nella serie il nostro ha a che fare direttamente con il mondo del crimine grazie all’incontro casuale con il serial killer Lorne Malvo, che lo coinvolgerà in una spirale di malefatte. Ogni volta ad indagare è una poliziotta – nel film è incinta, nella serie lo rimarrà.
Anche le ambientazioni delle due opere sono simili: Minnesota sia per i fratelli Coen che per Hawley, ed entrambi battezzano quasi tutti i personaggi con nomi vagamente nordeuropei, freddi e alienati quanto il contesto in cui agiscono. Un sacco di neve destinata a macchiarsi di sangue in tutti e due gli scenari, e un sacco di desolazione e mancanza di futuro in entrambe le distese di ghiaccio.
Pressoché identico pure il personaggio della poliziotta: anche se Marge/Frances McDormand è già sposata, mentre Molly/Allison Tolman deve ancora trovare l’amore, sia in un caso che nell’atro siamo di fronte a un detective non troppo brillante, ma in qualche modo puro, e quindi capace di risolvere l’enigma della banalità del male.
Quelli che cambiano sono i criminali: Steve Buscemi e Peter Stormare sono due assassini tragicomici nella loro piattezza, mentre Billy Bob Thornton è lucido e spietato. Che dire poi del protagonista? Nella versione del 1996 William H. Macy con l’omicidio della moglie se possibile riesce ad aggravare ancora di più la sua situazione, mentre il Martin Freeman prestato alla tv da quel momento raggiunge il tanto agognato riscatto sociale, anche se naturalmente sarà solo momentaneo.
Sia i fratelli Coen che Noah Hawley si dotano di un cast di tutto rispetto e, con una regia distaccata ed impeccabile, ci catapultano in una waste land di provincia senza possibilità di redenzione. Il consiglio è di vederli entrambi (insieme alla nuova stagione di Fargo di cui si chiacchiera qui) e di decidere quale sia la vostra preferita. Perché non so se si è colto, ma io non saprei quale scegliere.