Film

Ad Astra (sicuramente, Per Aspera)

Esce dopo la metà di settembre nei nostri cinema Ad Astra, il film con cui iniziamo a regalarvi sugose anticipazioni da Venezia 76. Sappiamo che non volete spoiler e difatti non ne facciamo. Leggete con fiducia e non fate i lagnosi.

Per Aspera, Ad Astra

James Gray è partito col botto, annunciando di voler realizzare tipo “Il miglior film sullo spazio mai visto”. Dimentico forse che Kubrick c’era arrivato prima.

In un futuro prossimo in cui l’uomo è costretto a darci dentro con l’esplorazione spaziale per trovare risorse, Brad Pitt è un rigoroso astronauta divorziato e tormentatello a cui viene affidata dal governo una missione segreta. Ve la faccio breve: stanno arrivando alla Terra delle scariche elettromagnetiche che mandano in tilt le reti elettriche (la scienza in Ad Astra è un po’ tutta tirata alla belin di cane). Il papà di Brad, Tommy Lee Jones, pure lui astronauta disperso in una missione di vent’anni prima alla ricerca di altre forme di vita nell’universo, è il principale indiziato. Sembra infatti che abbia perso il boccino all’altezza di Nettuno, sterminato l’equipaggio, e si sia dato alla pazza gioia nel cercare di cancellare la specie uomo dal pianeta invertendo le cariche con cui era alimentata la sua nave spaziale (LO SO CHE NON HA SENSO. Fate finta di niente).

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Il buon Brad deve mettersi in contatto con lui e cercare di farlo ragionare. Inizia, bla bla bla, un viaggio ai confini del sistema solare, anche alla ricerca di risposte sulla perdita della figura genitoriale.

Detta così però la faccio scendere…

Quindi parliamo un po’ di cosa c’è di buono in Ad Astra:

  • Brad Pitt. Che ve lo dico a fare. Bravo e intenso. Come d’altronde Tommy Lee, che ha una parte minore ma impeccabile.
  • Un bellissimo messaggio sociale sulla necessità della solidarietà umana, perché sì, “siamo soli in questo universo.”
  • La messa in scena gradevole e interessante dei corpi celesti diversi dalla Terra (ci sono scene in una base sotterranea su Marte, sulla superficie della Luna e nei pressi di Urano.)

Direi basta, a occhio.

Cosa c’è di malsano

Devo confessare che non nutro un amore particolare nei confronti di James Gray: non ho mai visto Little Odessa, che mi dicono essere un ottimo film, ma mi sono scoppiata C’era una volta a New York, I padroni della notteTwo Lovers e per me male male tutti. Ad Astra, per quanto mi riguarda, è il suo miglior film. E non è necessariamente un complimento, nel senso, erano gli altri a essere un grande no.

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Anche in quest’ultimo lavoro ho trovato dei forti elementi di fastidio, primo fra tutti quel minimo di rigore scientifico non pervenuto. Gli astronauti nello spazio nuotano manco fossero all’Acquapark, sulla Luna i predoni dei crateri ti inseguono alla Fast and Furious, di tanto in tanto le scimmie spaziali ti sbranano attraverso la tuta e così via.

Più che per snodi narrativi si procede per buchi di trama. C’è del soporifero pesante passata la metà. In alcuni momenti che non spoilero, dialoghi padre-figlio che dovrebbero farci accapponare la pelle ci istigano una risatina imbarazzata, e chiaramente non per colpa degli attori.

Insomma, Ad Astra  è “una cosa (non troppo) divertente che non farò mai più”, parafrasando Foster Wallace. Appena mi scende la noia vi farò sapere se ho altro da aggiungere, intanto non lesinate nel dire la vostra sulla pagina Facebook di TheMacguffin!

Sara Boero

Sua madre dice che è nata nel 1985, a lei sembrano passati secoli. Scrive da quando sa toccarsi la punta del naso con la lingua e poco dopo si è accorta di amare il cinema. È feticista di Tarantino almeno quanto Tarantino dei piedi. Non guardatele mai dentro la borsa, e potrete continuare a coltivare l'illusione che sia una persona pignola.
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