
Adventureland: ecco la bellezza di vincere un panda gigante
“Dai Prezzemolo sorridi e vieni qui”.
Questo sarebbe il perfetto inizio per Adventureland ambientato a Gardaland con un giovane ragazzo veronese vestito di verde, (tranquilli qui la politica non c’entra). Nel film invece un giovane Jesse Eisenberg non ancora Zuckembergizzato deve abbandonare il suo Eurotrip e cercare lavoro in un vecchio parco giochi arrugginito.
Stare dietro a un bancone facendo la telecronaca di fantomatiche corse di cavalli, tra gentaglia che nella migliore delle ipotesi gira con un coltello come portachiavi o vomita di qua e di là, non è tutta ‘sta gioia. Vogliamo aggiungere problemi in famiglia, tasse universitarie ed essere appena stati scaricati dopo una storia d’amore di ben undici giorni. Per fortuna il karma sembra venire in soccorso al nostro amico quando incrocia lo sguardo di Emily o meglio di Kirsten Stewart. Fortunatamente non ne nascerà un amore alla Twilight, ma sarà una montagna russa di sbalzi d’umore e divertenti casini, senza trascurare il fascino da disagiata cronica della protagonista.
Ci sono due attori che nel bene e nel male sono diventanti sempre più stelle del cinema contemporaneo ma, per rincarare la dose, boom ecco che nel cast si può trovare Ryan Reynolds o più semplicemente Deadpool.
Questi mi sembrano tre ottimi motivi per dare una chance ad Adventureland, poi aggiungiamo che il regista è quel pazzo scatenato di Greg Mottola, che con quel capolavoro trash di SuperBad non ci fa più sentire in colpa quando diciamo le parolacce.
Il parco giochi potrebbe essere definito dal filosofo Marc Augè un “non luogo”, perfetto contenitore per le avventure di ragazzi pronti a sgobbare o modelle mangiatrici di ego. È lo spazio perfetto per una narrazione semplice, ma allo stesso tempo efficace e reale. Le atmosfere anni ’80 smuovono gli ingranaggi delle relazioni sociali verso una direzione mai banale con ricordi autobiografici del regista nascosti nella sceneggiatura.
Tutti nella vita abbiamo avuto l’obiettivo di vincere un simpatico panda gigante da regalare o conservare vicino al letto come prezioso trofeo. Certo, poi crescendo alziamo l’asticella sempre più verso l’alto, incluse ragazze da conquistare o esami da superare. Questo film riesce a vincere il suo piccolo premio, non sarà la statuetta dell’Oscar, ma coinvolgere lo spettatore rendendolo quasi un collega di questi giovani ragazzi è già un’ottima cosa.
E poi si sa, anche le orecchie vogliono la loro parte mentre si vive un film. Perfetta la colonna sonora fatta di rock malinconico con successi di David Bowie, Rolling Stones, The Cure. La musica può essere utilizzata come tecnica d’approccio: Mike dall’alto della sua esperienza da macho men si finge finto intellettuale citando anche male Satellite of Love di Lou Reed per conquistare delle pischelle, mentre Emily indossa una maglietta con la faccia del cantante con una grazia e una dolcezza unica.
Il finale sotto la pioggia è molto How I Met Your Mother, con meno discussioni sia nel bene che nel male.
Sicuramente il nostro amico veronese domani andrà a lavorare più contento e chissà, magari conoscerà anche lui Kirsten Stewart, voi invece se non avete ancora visto Adventureland o non siete stati convinti da questa recensione a entrare in questo piccolo mondo sarete vittima della maledizione Frigo. Da un momento all’altro potreste imbattervi in questo fantastico ragazzino rompicoglioni che sarà pronto a infastidirvi e colpirvi proprio lì, dove non batte il sole.