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Alien: Covenant – Film sentito o attacco di gelosia senile di Ridley Scott?

E così, dopo 10 anni di assenza dal grande schermo, ovvero da quello schifo senza precedenti di Alien vs. Predator 2, i vecchi, cari xenomorfi stanno per tornare al cinema. Le letali creature aliene ideate da Ridley Scott e dal pittore svizzero Hans Ruedi Giger saranno infatti al centro di Alien: Covenant, il sequel di Prometheus che uscirà negli Stati Uniti il 19 maggio 2017.

Ora, se non lo avete già fatto, gustatevi il trailer, e poi facciamo due parole.

Ve lo dico subito, questo film mi ispira sentimenti contrastanti. E ora vi spiego il perché.

Andiamo un secondo a leggerci le dichiarazioni che rilasciava Ridley Scott nel lontano 2011 in merito a Prometheus:

Alien è stato il trampolino di lancio di questo progetto, che durante il processo creativo si è evoluto in una nuova, enorme mitologia e universo nel quale abbiamo ambientato questa nuova storia originale. I fan riconosceranno sicuramente stralci del DNA di Alien, diciamo così, ma le idee esposte in questo film sono uniche, vaste e provocatorie. Non potrei essere più felice di aver trovato proprio la storia che stavo cercando, e tornare finalmente a lavorare a un film di genere fantascientifico, che è così vicino al mio cuore“.

Insomma, Prometheus non voleva essere un semplice, banale prequel di Alien, ma era nato con progetti ben più ambiziosi. L’idea di Scott era quella di creare qualcosa di veramente nuovo e di mai visto prima, che provasse a rispondere a domande complesse ed intriganti come: chi siamo realmente? Da dove veniamo? Qual è il nostro ruolo nell’Universo?

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Insomma, la carne al fuoco era tanta, e il finale di Prometheus faceva pensare che il sequel avrebbe mantenuto quello spirito di novità che aveva spinto Ridley Scott ad imbarcarsi in questo nuovo progetto, a detta sua così vicino al suo cuore.

E ora, a distanza di cinque anni, eccoci qua con il trailer di quello che è nientepopodimeno che un prequel di Alien al 200%. Sentite cosa dice oggi Scott:

“Ho scelto questo titolo perché spiegheremo come, quando e perché la bestia è stata creata. Risaliremo alle origini del primissimo alieno che ho ideato trent’anni fa.”

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E via di campagna pubblicitaria incentrata interamente sull’iconica figura dello Xenomorfo. Che è sempre un piacere da vedere eh, soprattutto per me che ad Alien sono particolarmente legato, ma il fatto è che c’è in questa storia un vago senso di ipocrisia che faccio fatica a mandare giù.

Caro Ridley, cosa ne è stato delle tue nuove, uniche, vaste e provocatorie idee? Cinque anni fa non eri felice di aver trovato la nuova storia che stavi cercando? E ora invece te ne esci dicendo che ci vuoi raccontare la nascita del primo Xenomorfo? Ma il progetto Prometheus originale esiste ancora o è andato in vacca?

Per provare a rispondere a queste domande è fondamentale sapere cosa è accaduto negli ultimi anni alla Fox, che detiene i diritti di sfruttamento della creatura aliena.

Il primo titolo che viene dato a Prometheus 2 è semplicemente Paradise Lost. Misterioso, criptico, evocativo. Si mormora in rete che lo script indagherà a fondo sugli Ingegneri e sul loro mondo, e proverà a dare risposte concrete alle tante domande sollevate nel primo capitolo. Insomma, la nuova mitologia di Scott sembra effettivamente prendere forma in maniera coerente.

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Un bel giorno però appare Neill Blomkamp, per molti uno degli astri nascenti della fantascienza post 2000. Neill ha questa pazza idea di riportare in auge la saga di Alien realizzando un quinto film che però rebootti la saga da Alien 3 in poi, e che dia quindi un seguito ai fatti avvenuti in Aliens – Scontro finale. In pratica Newt e Hicks sono ancora vivi, Ripley non è stata facehuggata durante il sonno ecc…

A queste notizie, la rete va fuori di testa, anche perché pare che la Fox sia effettivamente entusiasta dell’idea di Blomkamp. Cominciano ad uscire concept art, interviste, e rumors su trama, attori, possibile data di uscita e quant’altro. Insomma, tutti vogliono vedere questo Alien 5.

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Ecco però che arriva Ridley Scott e, per suo volere, il progetto viene messo in stand-by. E di colpo, da un giorno all’altro, la saga di Prometheus diventa una trilogia-prequel di Alien. E, da un giorno all’altro, Prometheus 2 cambia nome, diventando prima Alien: Paradise Lost e poi Alien: Covenant.

Insomma, cambiamenti che hanno tutta l’aria di un feroce attacco di gelosia senile di Ridley Scott che, grazie anche al grande successo di The Martian, ha potuto usare la sua enorme influenza sulla Fox per congelare il progetto di Blomkamp (che al contrario si sta ancora leccando le ferite per quella porcatina di Humandroid) e mantenere il totale controllo sulla sua creatura.

Sorge quindi spontaneo il sospetto che, visto che Prometheus non ha avuto il successo sperato, Scott abbia cambiato prepotentemente rotta ai progetti iniziali della nuova saga, tornando alle sue origini e dando alla gente quello che voleva: xenomorfi su xenomorfi. E se da un lato fremo all’idea di rivedere un vero film di Alien, dall’altro mi girano un po’ le palle per una decisione che sembra denotare una certa mancanza di coraggio e di fantasia da parte del regista.

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Alla luce di tutto questo casino in fase di produzione, cosa possiamo aspettarci davvero da questo Alien: Covenant? Sappiamo tutti che, per fare bene una cosa, bisogna metterci il cuore. Scott ha davvero messo il cuore su questo progetto? Ha davvero voglia di tornare a parlare di “semplici” xenomorfi? O il suo principale interesse è solo quello di impedire che altri si divertano con i suoi giocattoli?

Il fatto che le prime reazioni arrivate dagli Stati Uniti siano ottime fa ben sperare, assieme al fatto che la sceneggiatura non sia più firmata da quel cane maledetto di Damon Lindelof, ma dall’ottima penna di John Logan. Insomma, l’hype c’è.

Quello che pretendo però è che questo film abbia un’anima, e che non sia semplicemente un progetto studiato a tavolino per accontentare le masse. E pretendo anche che sia un vero sequel di Prometheus. Perché non è che farò finta che tutte le domande che sono state sollevate nel primo capitolo non siano mai esistite. Che ci ho già provato con Lost e non ha funzionato.

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Alien per me ha un significato troppo importante, e voglio che sia trattato con amore, e non con opportunismo. Quindi, caro Ridley, se davvero ti stava così a cuore girare questo prequel, allora dimostralo con un film all’altezza.

Fallo, e avrai per sempre la mia gratitudine.

In caso contrario, sembrerai uno di quei vecchi che si ostinano a guidare pensando che il codice della strada sia solo un’opinione, e che non si capisce per quale maledetto motivo non gli abbiano fatto ancora ingoiare la patente.


P.s. trovate l’articolo anche sulla pagina dei nostri amici di Giornale7. Fateci un salto!

Roberto Lazzarini

25 anni, cresciuto fin dalla tenera età a film, fumetti, libri, musica rock e merendine. In gioventù poi ho lasciato le merendine perchè mi ero stufato di essere grasso, ma il resto è rimasto, diventando parte di quello che sono. Sono alla perenne ricerca del mio film preferito, nella consapevolezza che appena lo avrò trovato, il viaggio ricomincerà. Ed è proprio questo il bello.
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