Film

Amici come prima visto da un fan di Boris: analisi sociale e scoregge

Conosci il tuo nemico

Sun Tzu

Che poi, nemico, i veri nemici me li sono sorbiti nei trailer pre Amici come prima: un turbinio di Matano, Ruffini e compagnia aberrante da farmi pentire subito di aver davvero dato dei soldi a Boldi e De Sica. Ma ormai era fatta. Chiariamoci subito: io volevo il trash, volevo un altro Natale a…, volevo esattamente lo stesso mappazzone che mi avrebbe sì fatto sentire in colpa, ma non così tanto. Invece Amici come prima è Gli occhi del cuore.

https://i0.wp.com/www.filmtv.it/imgbank/SPLASH/R201812/Copia_di__MG_0971.JPG?w=1220&ssl=1

Piccolo appunto per chi non conosce quel capolavoro di Boris. Perché oltre a vendere organi di bambini pakistani siete anche ignoranti (nel senso che ignorate) che Boris è un malinconico spaccato della nostra cultura, della nostra televisione, dell’Italia intera. E Gli occhi del cuore è la fiction nella fiction che racchiude un po’ tutto quello che c’è di sbagliato nei nostri prodotti seriali. Tipo Centovetrine, per intenderci.

Ecco, Amici come prima sembra proprio partorito dai tre sceneggiatori che in Boris scrivono Gli occhi del cuore. Andiamo a vedere perché, vi va?

René De Sica

https://i0.wp.com/www.filmitalia.org/Files/2018/12/03/1543842027273.jpg?w=1220

Perché Christian De Sica ci prova anche. Pensa di poter fare un film diverso. Apre il suo Amici come prima con un piano-sequenza, lungo e dignitosamente diretto. Sì, avete letto bene. Però poi si ricorda che sta uscendo sotto Natale, che Boldi lo aspetta con il peto in canna, che la roba sua, quella un tanto al chilo, a cazzo de cane, è quella che l’ha tenuto a galla tutti questi anni. E allora viva la merda, perché lui ne è il Re, e durante Amici come prima lo accetta. Fare un film diverso non è possibile.

Bucio de Boldi

https://i0.wp.com/pad.mymovies.it/filmclub/2018/05/020/coverlg.jpg?w=1220&ssl=1

C’è un solo motivo, tristemente valido, che può aver spinto De Sica a fare questo film con questo Boldi. Una telefonata, magari di un parente, che gli comunicava che Cipollino, ormai, non ce la faceva più. “Dai, Christian, un’ultima cavalcata assieme, fallo per lui”. Ed ecco Massimo Boldi, scheletro vuoto di sé stesso, linea comica di un film comico, capace di andare avanti solo a tormentoni, scoregge e lingue di fuori. “Oh, ma com’è sto Boldi in Amici come prima?” “Mah, la gente rideva”. Sì, la gente rideva forte, chiedendo a gran voce un “me la ciula” e qualche sparata da imprenditore milanese. Almeno a Martellone avevano avuto la decenza di staccare la spina.

La cagna maledetta

La figlia di Boldi in Amici come prima ha la bravura attoriale di uno scaldabagno morto. Cagna maledetta integralista, con echi della cara senatrice, ma senza un Glauco capace di risvegliarla. Sicuramente i suoi genitori non sono nei Verdi.

“Hanno saccheggiato Mrs. Doubtfire

https://i0.wp.com/www.ucicinemas.it/media/movie/slider/amici-come-prima/2.jpg?w=1220&ssl=1

Si sente il calore tipico di Mrs. Doubtfire. Ma era solo un omaggio. A un film americano con lo stesso tema. Solo un omaggio. Per tre volte. Nell’ordine: Robin Williams che si prova i look da donna, il tentativo di scippo con pestaggio del ladro, il finale “devo essere sia me stesso che il mio travestimento nella stessa sera senza farmi scoprire altrimenti perdo sia il lavoro che la dignità”. Dopotutto, che film d’autore sarebbe senza gli omaggi?

“Qua ce stanno a depista’ co’ Sfera Ebbasta e Carl Brave, ma mo arriva Ghali”

E invece c’è DJ Francesco, il Sergio Brio di Amici come prima. Un cameo fuori luogo e fuori tempo massimo, come fuori da ogni credibilità che un ragazzo aspirante rapper tenti di farsi “scoprire” da lui. Esattamente come Sergio Brio che deve giocare la finale di Champions con la Juve.

Inquietanti parallelismi sparsi

https://i0.wp.com/darumaview.it/wp-content/uploads/2018/12/amici-come-prima-03.jpeg?w=1220

Da Boldi che arrivato alla sua festa dice “quanta bella gente”, allo stesso Boldi che marketta l’Amaro Montenegro parlando dell’antico vaso da portare in salvo (meglio i cavatappi a stantuffo a ‘sto punto), fino ad arrivare alla giornalista che, al compleanno del personaggio di Boldi (magnate multimilionario eccetera), gli chiede quanti anni compie. Per fortuna non ci sono toscani.

È la locura Christian, se l’acchiappi hai vinto

https://i0.wp.com/www.comocity.it/wp-content/uploads/2018/12/amici-come-prima-lago-di-como.jpg?w=1220&ssl=1

Per il geniale monologo sulla locura vi rimando qua. E De Sica ci ha pure provato ad acchiapparla, bisogna dargliene atto. Perché Amici come prima è un tentativo di Cinepanettone senza volerlo essere, ma se ce l’hai nel DNA, beh, non puoi sfuggire. Non puoi tentare la critica sociale, la scena padre-figlio di Chiamami col tuo nome, una sorta di trama e poi buttare un “ma che è ‘sta cafonata” così, nel nulla, solo per il gusto di dirlo, perché ci hai campato tutta la vita. E andava bene farlo eh, ma farlo veramente, non tentare la strada di Medical Dimension finendo però a girare Gli occhi del cuore per i greci. Ci voleva il coraggio di farla fino in fondo la cafonata, di rimettere assieme la banda e tirare su Natale con la casta, facendo poti poti sulle tette mentre fuori c’è la morte. E invece siamo rimasti a Caprera e Libeccio, senza manco i soldi per gli straordinari di Aprile.

Metacinema per dolce

https://i0.wp.com/blog.screenweek.it/wp-content/uploads/2018/12/amici-come-prima-cover.jpg?w=1220&ssl=1

Il carrello tanto caro a René Ferretti ci porta proprio dentro un’atmosfera alla Boris, chiudendo Amici come prima proprio come si poteva chiudere una delle tante puntate di questo nostrano gioiello. Perché De Sica sa, sa cos’ha fatto, sa di averci provato. E gli va anche bene così: ha fatto un po’ di beneficenza per un vecchio amico, si è divertito, ha pure sperimentato dietro la macchina da presa, per quanto il budget risicato gli consentisse. Questo è il problema fondamentale di Amici come prima: non voler essere un Cinepanettone utilizzandone però tutti gli stilemi. E quindi resta lì, sghembo, senza un sorso di cerveza, senza Platinette, senza, ed è quasi paradossale, una strana, colorata, luccicante frociaggine, che era proprio quello di cui avevamo bisogno.

Una delicatissima cafonata.

Edoardo Ferrarese

Folgorato sul Viale del Tramonto da Charles Foster Kane. Bene, ora che vi ho fatto vedere quanto ne so di cinema e vi starò già sulle balle, passiamo alle cagate: classe 1992, fagocito libri da quando sono nato. Con i film il feeling è più recente, ma non posso farne a meno, un po' come con la birra. Scrivere è l'unica cosa che so e amo fare. (Beh, poteva andare peggio. Poteva piovere).
Back to top button