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“Che piano, signore?” – Scene mitiche in ascensore

Ogni volta che sento l’espressione “Chiama l’ascensore” mi viene da ridere e già questo vi dice dei miei problemi. Sì, perché mi viene sempre in mente una vecchia (antica) gag di Zuzzurro e Gaspare, in cui il secondo dice al primo “Chiama l’ascensore” e Zuzzurro si mette ad urlare “Ascensoreeeeeeee!”, risposta “Ma non così, con il dito!” e qui Zuzzurro si mette un dito in bocca e urla “ASCHEEENSHHHHHOREEEEEE!”.

Al cinema nessuno ha mai chiamato l’ascensore come faceva Zuzzurro, ma di scene altrettanto pazzesche ne abbiamo avute, qui sotto trovate alcune delle più memorabili scene in ascensore che il cinema ricordi!

L’ascensore (1983)

Beh, dai, il primo era quasi ovvio, L’ascensore (De Lift) film dei Paesi Bassi (quelli al piano terra) del 1983, scritto, diretto e musicato dal regista Dick Maas. Con le sue minacciose porte rosso sangue, un tecnologico ascensore inizia a seminare morti, decapitando capocce e trombando vecchi ciechi, detta così suona male, nel senso di facendoli cadere nella tromba delle scale. Un classico che dagli anni ’80 dà ragione a chi ha l’ansia d’infilarsi in quella bara dalla porte scorrevoli.

“Ho come l’impressione che questo impianto di sollevamento per persone, non sia propriamente a norma”.

Esiste anche un seguito, Down – Discesa infernale del 2001, che più che un sequel sembra un remake americano e proprio come per The Ring, ci recita anche Naomi Watts.

Devil (2010)https://i0.wp.com/cdn.collider.com/wp-content/uploads/Devil_movie_image-4.jpg?resize=952%2C635

Un altro bell’ascensore demoniaco è quello diretto da John Erick e prodotto da M. Night Shyamalan, una specie di dieci piccoli indiani (undici con Shyamalan) tra le pareti di un ascensore: alcuni sconosciuti si ritrovano a giocare con il diavolo che come si sa è nei dettagli. Peccato che questo film sia grossolano e a tratti anche noioso, ha il solo pregio di consolarmi, sapete quando in ascensore si creano quei silenzi imbarazzanti tra estranei? La prossima volta che vi capita, voi chiedete: “Lo avete visto Devil?”, un modo come un altro per rompere il ghiaccio.

Angel Heart – Ascensore per l’inferno (1978)

Dopo l’ascensore, potete dimenticarvi anche di farvi una frittata.

Alan Parker dirige un film che entra di diritto in questa rubrica grazie al delicatissimo sottotitolo italiano, un po’ come se Titanic, lo avessero chiamato “Titanic – La nave che affonda”, a parte questo sottotitolo che odora di zolfo, con un grande Mickey Rourke e un diabolico Robert De Niro, in una New Orleans sudaticcia che oltre agli ascensori, vi farà cambiare opinione per sempre anche su uova e galline.

Drive (2011)

“Stai indietro, potrebbe esserci qualche schizzo di sangue”.

Ci sono tante trovate iconiche nel film di Nicolas Winding Refn, a cominciare dalla giacca del protagonista, ma uno dei momenti che resta più impresso è sicuramente la scena dell’ascensore, che riesce allo stesso tempo a far contenti gli amanti delle scene quasi splatter e dei baci appassionati cinematografici, la mamma di Refn quando ha visto il film ha chiamato il figlio per dirgli “Ma che bella storia d’amore hai fatto”, sarà… Ma se in ascensore vi ritrovate con un tizio con la giacca argentata, ricordatevi la storiella dello scorpione, anzi fate prima, ricordatevi di questo film.

…And a real hero, real human being SBAM! SBAM! SBAM!

Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato (1971)

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Questo ascensore lo avete preso tutti i natali della vostra vita, è quello della fabbrica di cioccolato, l’unica degna di nota (non voglio sentir parlare di remake). Lo manovrava il grande Gene Wilder nel film di Mel Stuart, era quello che andava su su e in alto, ma parecchio in alto, roba che la fabbrica fa salire la glicemia nel sangue, mentre l’ascensore la paura per le altezze, ma tranquilli, in alternativa potete prendere la tubatura del cioccolato come ha fatto Augustus Gloop.

Rivelazioni in ascensore!

Sarà per l’intimità che il poco spazio disponibile crea, ma l’ascensore è un luogo dove fioccano le rivelazioni, più di un film si è giocato la scena madre tra quelle quattro mura.

Ad esempio, Cameron Crowe ha scelto proprio l’ascensore, per svelare l’ultimo interrogativo di Vanilla Sky, quindi aggiungete ai motivi per odiare Tommaso Missile, anche quella volta che è rimasto chiuso in ascensore con Cameron Diaz e Penelope Cruz, certa gente ha tutte le fortune.

Solo e solitario, invece, Jason Statham litiga con sé stesso in stile Gollum, nell’ascensore di Revolver, la pellicola di Guy Ritchie che abbiamo visto in dodici, di cui due erano proprio Jason Statham.

Ma se chiedete a me, quando si parla di rivelazioni, e scene in ascensore, c’è solo un titolo: Old Boy di Park Chan Wook. Nel giro della stessa scena, arrivano due colpi di scena uno più grosso, clamoroso e strappacuore dell’altro, non mi è mai capitato di precipitare nel vuoto in ascensore (per fortuna), ma sono sicuro che l’esperienza mi strapazzerebbe meno di come ha fatto il vecchio Park in una singola scena.

Come si dice “No grazie, faccio le scale” in Coreano?

Ascensori di MENARE!

Ma cosa succede se in uno spazio ristretto ti ritrovi spalla a spalla con qualche male intenzionato? Succedono: MAZZATE! Lo sanno bene i maestri di arti marziali, tipo Jackie Chan che in Police story 2 si esibiva nella specialità, ma anche Donnie Yen, che le suona di santa ragione ad uno sgherro in Ip Man 3.

Dovrei citare anche The Departed di Martin Scorsese, ma se non avete visto il film rischio di rovinarvi la visione e sarebbe un crimine, quindi preferisco dirvi: fate sempre attenzione a chi sale a bordo insieme a voi e se doveste trovarvi nei guai ricordatevi di Capitan America e dell’educazione e chiedete: “Prima di cominciare, qualcuno vuole scendere?”.

Aliens – Scontro finale (1986)

Forse il soldato Hudson non aveva poi tutti i torti no?

Quand’è che avete più bisogno dell’ascensore e quello in tutta risposta, decide di diventare più lento che mai? Quando avete fretta, ovviamente! E nessuno al cinema ha mai avuto più fretta di salire a bordo di un ascensore di Ellen Ripley!

In Aliens – Scontro finale, Ripley corre a salvare Newt, ma ha solo 15 minuti di tempo (effettivo) prima dell’autodistruzione. Ogni volta che rivedo il film, quell’ascensore sembra davvero procedere a rallentatore, a differenza della regina aliena che, invece, ad ogni secondo è sempre più vicina alla protagonista.

Ma in fondo era già stato tutto annunciato dal soldato Hudson (il compianto Bill Paxton) che durante il viaggio verso LV-426, fa la sua predizione sotto forma di battuta a dir poco mitica: “Siete sull’ascensore per l’inferno, in discesa!”.

Il silenzio degli innocenti (1991)

“Signore, stiamo davvero facendo irruzione armati dentro un ascensore?”

Ma se parliamo di ascensori in grado di farmi aggrappare ai braccioli della sedia ad ogni visione del film, in pochi possono battere Il silenzio degli innocenti di Jonathan Demme, se non lo avete mai visto, sappiate che vi manca uno dei migliori film della storia del cinema e l’ascensore ha un ruolo centrale nella scena madre finale. Dopo questo film, prendere l’ascensore, ascoltare “Goodbye horses” e mangiare un piatto a base di carne non è stato MAI più lo stesso.

Die Hard – Duri a morire (1995)

https://www.youtube.com/watch?v=i_v2zUJu2qo

Non esisterebbe la saga di Die Hard senza una scena in ascensore! Fateci caso, ma non manca in nessuno dei cinque film dedicati a John McClane, sono una più memorabile dell’altra, in particolare quelle dei primi tre film, se devo scegliere (con gran fatica) è proprio dal terzo capitolo che vado a pescare, quando uno sfattissimo (tanto per cambiare) McClane, si ritrova a stendere i finti poliziotti, in una sparatoria scatenata girata in spazi ristretti, che poi è solo una delle 107 scene mitiche di quel film!

Shining (1980)

Anche se nel capolavoro di Stanley Kubrick non c’è nessuna scena ambientata dentro un ascensore, è questo il film con il più famoso ascensore della storia del cinema, una scena che è stata citata, omaggiata, parodiata e riproposta in ogni versione possibile, come solo i grandi momenti cinematografici possono permettersi.

Sicuramente ho dimenticato qualche altra scena mitica che è rimasta fuori da questa mia breve panoramica, snocciolatele senza pietà nei commenti sulla pagina del Faccialibro e la prossima volta che dovete raggiungere l’ultimo piano, usate le scale!

Cassidy

Cresciuto a pane e cinema, alimentato a birra e filmacci, classe 1983, si fa chiamare Cassidy, e questo già vi dice dei suoi problemi (mentali). Ora infesta questa pagine, di solito si limita a fare danni sul suo blog "La Bara Volante".
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