Film

Assassin’s Creed – …tutto è lecito, anche fare film di merda?

Probabilmente non sono l’unico che, guardando i trailer dei giochi di Assassin’s Creed, ha pensato “che spettacolo, pensa se la Ubisoft ci facesse un film, verrebbe una figata pazzesca”. Ritmo incalzante dell’azione, una macchina da presa fluida che segue bene i movimenti dell’assassino di turno, la scelta delle canzoni che mamma mia la perfezione assoluta. Insomma, pathos racchiuso in 4 minuti circa. Vi ricordate quello di Revelations? O di Unity? Ma che bello era quello di Unity? Talmente bello che per contrasto il gioco ha fatto così cagare che devo ancora trovare la forza per comprare Syndicate. Ma questa è un altra storia. Davvero?

No perché evidentemente Justin Kurzel e compagnia cantante hanno deciso di scegliere tutto ciò che rendeva strafighi quei trailer, e i giochi stessi, e ribaltarlo nella più squisita delle leggi del contrappasso dantesco. Ad occhio deve essere andata così: “Ehi, che ne dite di prendere più o meno l’opposto di quello che la gente ha apprezzato dei giochi e farci un film?” “Genio!” “Luminare!” “Ingravidami” “Insegnami a vivere!” “Vieni a casa mia che ti faccio scopare mia sorella!”. Attenzione, potrebbe non essere andata così.

Perciò io inizierei a parlare di questo benedetto Assassin’s Creed nel dettaglio. Quindi ATTENZIONE AGLI SPOILERZ da qui in poi. Che in realtà potete anche leggere, davvero, risparmiatevi i soldi, non ne vale la pena. È un consiglio da amico.

Iniziamo dalle cose buone? O meglio, dalle cose che potevano essere buone, ma sfruttate bene come i supereroi della DC sul grande schermo?

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Intanto la volontà di creare una storia nuova, inedita, che si inserisse comunque nel mondo degli Assassini. Ok, tutti volevamo Ezio, ma sarebbe stato troppo facile riproporre la sua storia sul grande schermo. Oddio, forse dovevano andare sul sicuro e fare così. Pochi rischi e via. Ma va bene, figo Callum Lynch, figa l’ambientazione in Spagna durante l’Inquisizione. Oh, godiamoci questo salto nel passato che… eh? No, un secondo? Volete davvero dirmi che più della metà del film è ambientata nel presente? Cioè, la forza di tutti i giochi è proprio la ricostruzione storica, che quando torni nel presente sono bestemmie perché andare con Desmond in Brasile a saltare qua e là va anche bene ma ridatemi subito Firenze, Roma e la Terra Santa. Assassin’s Creed invece ti lascia solo una vaga idea della Spagna del 1492, appiccicata lì giusto perché qualcosa dovevano metterci.

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E questo ci porta inevitabilmente alla seconda cosa che poteva essere buona. L’Animus. Ottima l’idea di rendere questa macchina più cinematografica rispetto alla controparte videoludica, ma utile solo a spezzettare ancora di più i salti nel passato. Il continuo rimando a Callum che colpisce questo stramaledetto fumo è snervante. Elimina quasi completamente il pathos delle corse, del parkour, dei combattimenti. Cioè, abbiamo capito che c’è qualcuno che rivive le vicende di Aguilar, basta farci vedere Callum con questo montaggio frenetico che svilisce ogni scena d’azione.

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E sia lodato Michael Fassbender. Non oso immaginare cosa sarebbe stato Assassin’s Creed senza il suo carisma magnetico. Certo, finché non lo spacci per spagnolo e si sente lontano un miglio l’accento anglosassone quando pronuncia “manzana”. Ma io dico, chissenefrega dell’iper realismo, falli parlare in inglese anche nel passato, tutti sappiamo che dovrebbe essere spagnolo ma ce ne facciamo una ragione. Ah, già, tu il film nel passato non lo vuoi fare, quindi dai pure due battute ad Aguilar in croce e va bene così.

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Cioè, Fassbender è talmente bravo da rendere credibile un personaggio così poco strutturato come Callum. Che in pochi giorni passa da criminale pseudobuono a “voglio disintegrare il Credo e sconfiggere i Templari”. Ma questo è anche passabile come aspetto, non è sicuramente la parte peggiore del film.

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Intanto i comprimari di Callum: asettici, piatti, senza un minimo sviluppo psicologico. Lo sguardo triste alla foto della madre morta è il massimo che ci viene concesso. La Cotillard e Irons hanno davvero così tanto bisogno di pagarsi le bollette? E pure Brendan Gleeson, dai, un attore del suo calibro che si presta a sta roba. Ma ti voglio bene comunque, non preoccuparti.

Quindi alla fine tutto quello creato da zero è stato una sonora delusione. Nessun guizzo, nessun accenno di inventiva, nessun personaggio memorabile. Dialoghi scritti in maniera estremamente superficiale, tanto da risultare ridicoli nelle loro frasi altisonanti buttate lì a cazzo di cane, come piacerebbe a René. Quanto si sente la mancanza di ironia di un personaggio come Shaun, che faceva da perfetto contrappunto alla seriosità dei giochi. Manco quello hanno preso.

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Ma la domanda allora è: Justin Kurzel e tutto il suo entourage hanno mai giocato ad Assassin’s Creed? Non so se voglio sapere la risposta.

E badate bene, il film è terribile anche per chi non ha mai preso un joystick in mano e pensa che Ezio Auditore sia un rigattiere di Lucca.

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Veniamo alla sceneggiatura. Santoddio la sceneggiatura santoddio. Ma dovevo capirlo fin dall’inizio di Assassin’s Creed. Perché un bambino che riesce a scappare da più pattuglie di agenti dell’Abstergo faceva già un certo odorino di merda. Poi però in compenso la puzza peggiora. E non di poco. Tutta la scena della ribellione dei prigionieri è semplicemente ridicola. Un insulto all’intelligenza dello spettatore. Questi sono quattro in croce (con tutte le abilità date dall’effetto osmosi, ci mancherebbe), ma riescono ad uccidere una quantità infinita di guardie? Con pugnali e frecce? E le guardie non hanno pistole?? Cazzo, c’è gente addestrata meglio nei supermercati. Non hanno un taser, o qualcosa di simile? No perché all’inizio sparano un dardo soporifero nel collo a Callum, farlo anche con gli altri? Due secondi e finiva tutto. Ma forse con 3 miliardi l’anno l’Abstergo si può permettere solo un dardo, il resto evidentemente andava in mignotte e cene eleganti. Imbarazzante.

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E sta Mela? Passi il fatto che se l’ultima volta che è stata vista erano 500 anni fa non è proprio così certo che sia lì dove Aguilar l’aveva lasciata, ma in una scatola dentro la chiesa, così in bella vista? Cioè Templari e Abstergo hanno occhi e orecchie ovunque, soprattutto in Vaticano, e non sanno che dov’è sepolto Cristoforo Colombo ci sono delle reliquie antiche? Ma almeno fai finta che era sepolta con lui, che ce l’aveva in tasca o chissà dove, fai una semplice scena con i Templari che la tirano fuori dalla tomba scoperchiata. Nemmeno quello, meglio Callum che dà pugni all’aria.

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Per non parlare del tragicomico finale. Gli Assassini si infiltrano con estrema facilità in quella che dovrebbe essere la più controllata riunione Templare di tutte, Callum uccide coso Irons, oltretutto gli taglia la gola senza nemmeno graffiargli la camicia (grazie censura), e tutti scappano in preda al panico? Non sembra nemmeno che qualcuno provi a fermare gli Assassini, succede e basta. Ma poi il personaggio della Cotillard che, tradita dal padre eccetera eccetera, prima dà il via libera a Callum per ucciderlo e poi si vuole vendicare riportando la Mela ai Templari abbandonando i suoi valori? Volubile la signorina. E gli Assassini che in un nanosecondo sono già a chilometri di distanza? Vabbé, è inutile sparare sulla Croce Rossa.

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Ma forse alla Ubisoft non sanno che quello che funziona in un videogioco non funziona sul grande schermo, che la sospensione dell’incredulità quando muovi un personaggio tramite un joystick non è minimamente paragonabile a quella della sala cinematografica. Inutile mettere la spada di Altaïr, l’arco di Connor, le pistole di Edward o il costume di Arno. O le dita mozzate. Ha, stupidi spagnoli, noi eravamo già avanti e non mutilavamo nessuno, Leonardo Da Vinci vi saluta con l’anulare bene in vista. Dicevo, strizzare l’occhiolino ai fan è ridicolo se poi il film è una palta fumante di nulla.

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Quindi in soldoni di questo Assassin’s Creed non si salva praticamente nulla: una regia inutilmente ricercata che ammazza il pathos delle scene d’azione, una sceneggiatura scritta da scimmie sotto metanfetamine, personaggi piatti a cui non ti puoi minimamente affezionare e una colonna sonora ampiamente dimenticabile. L’ennesima occasione sprecata male.

E io che volevo solo svagarmi un paio d’ore tra lame celate e assassini in volo. Com’è che diceva Fassbender? “Stiamo lavorando duramente per essere sicuri di ottenere il risultato migliore, più eccitante ed originale possibile”. Magari ne era davvero convinto, povero Michael.

Nulla è reale, neanche questo film. Magari ripetendomelo all’infinito inizio a crederci.

Edoardo Ferrarese

Folgorato sul Viale del Tramonto da Charles Foster Kane. Bene, ora che vi ho fatto vedere quanto ne so di cinema e vi starò già sulle balle, passiamo alle cagate: classe 1992, fagocito libri da quando sono nato. Con i film il feeling è più recente, ma non posso farne a meno, un po' come con la birra. Scrivere è l'unica cosa che so e amo fare. (Beh, poteva andare peggio. Poteva piovere).
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