Film

Atomica bionda, ovvero una bionda non proprio atomica

Lo ammetto, quando un film mi interessa davvero, difficilmente mi faccio influenzare dalle recensioni e vado a vederlo comunque. Quando non amo molto un genere, però, ecco che il parere della critica diventa per me più importante. Questo è il caso dei film spionistici, come questo Atomica bionda.

Diamine, Rotten Tomatoes indica che questa pellicola vanta oltre il 70% di recensioni positive! Non sarà una ciofeca, no? Eppure la risposta reale secondo me è nì. Forse il mio gusto personale mi impedisce di apprezzare alcune cose con la giusta oggettività, non saprei. Mi resta comunque il forte sospetto che chi l’ha recensito positivamente si sia fatto un po’ abbindolare da qualcosa di oltremondano: Charlize Theron.

Non c’è dubbio che ogni scusa sia buona per osservare la dea sudafricana per un paio d’ore, anche se stesse semplicemente andando a funghi. Ma non sono così sicuro che la sua ineffabile bellezza sia sufficiente per promuovere ipso facto un film. Veniamo al dunque.

A PROPOSITO DI MACGUFFIN…

Atomica bionda, adattamento non so quanto fedele della graphic novel The Coldest City di Anthony Johnston, è ambientato principalmente a Berlino, alla vigilia della caduta del muro. L’MI6 invia la fighissima agente Broughton sul campo, per recuperare un’ambitissima lista contenente i nomi di tutti gli agenti. Non è nemmeno chiarissimo a quale organizzazione appartengano questi agenti, se al KGB, alla CIA, all’MI6 o a tutte queste. Si sa solo che letteralmente chiunque sta dando la caccia alla lista e se cadesse nelle mani sbagliate la guerra fredda andrebbe avanti nei secoli dei secoli. Signore e signori, ecco a voi un bel MacGuffin.

Di per sé niente di male. Ci sono fior fior di capolavori che sfruttano questo espediente narrativo. Pensate, un famoso sito italiano di Cinema ha deciso addirittura di chiamarsi così, servono forse altre garanzie?

Però anche nella scelta del Macguffin ci si deve impegnare un pochino. Per definizione questo deve essere ininfluente sulla trama, ma è anche vero che lo spettatore dovrebbe essere portato a credere il contrario. Voglio dire, se i codici nucleari di lancio di tutte le testate sovietiche fossero stati nascosti dentro un diamante, una cornice, un pupazzetto di Spongebob, avremmo avuto tutta un’altra tensione. Tutti i terroristi e le spie di questo mondo li stanno cercando. Invece, la lista… meh. Ci viene detto che contiene il nome di un super-traditore dell’ovest ma a pochi giorni dal crollo del muro, cosa cambia smascherarlo o no? Poco o niente. O almeno è questa la sensazione che ho avuto io sull'”importanza” della missione.

Va bene, forse Atomica bionda meritava mezza stellina in più…

TALE E QUALE SHOW

Il secondo problema che ho avuto con Atomica bionda è forse il più soggettivo, perciò ha valore relativo. Io faccio fatica a capire la trama del 90% dei film spionistici e questa pellicola non fa eccezione. Sarò idiota io, è probabile.

Lo so che il punto del genere spionistico è non far capire fino all’ultimo chi è dalla parte di chi e che i doppi, tripli, quadrupli giochi sono all’ordine del giorno. Ciò nonostante mi sembra che spesso tutto ciò venga usato come comoda scusa per scrivere malino sia trama che personaggi. Mi conforta il fatto che esistano film sulle spie con una trama lineare e non caotica, ma non per questo privi di tensione e colpi di scena. Per fare un esempio recente, penso all’ottimo Allied con Brad Pitt o a The Americans, se vogliamo sconfinare nelle serie tv. In Atomica bionda, invece, ci si deve impegnare a fondo per ricordare chi sono i personaggi, quando e se li avevamo visti, con chi – sulla carta – sono affiliati. Non aiuta il fatto che, a quanto pare, in sede di casting qualcuno doveva avere una passione per le barbe un po’ hipster visto che quasi tutti gli attori maschili la sfoggiano, confondendo lo spettatore ancora di più. Non è comunque la sola scrittura a essere caotica…

UN TRAVELGUM, PER CORTESIA

…Anche la regia e la fotografia ci mettono del loro. Ma prima, ecco un pregio! Che poi passo per un recensore cattivo di Tripadvisor. I combattimenti, quasi sempre di arti marziali o più raramente con armi da fuoco, sono veramente ben coreografati. L’azione è adrenalinica e si ha davvero l’impressione che i protagonisti si colpiscano duro. Questo non è poco, visto che le lotte all’ultimo sangue godono di un grande minutaggio. Tuttavia, non mi ha convinto in pieno la regia che, forse per dare un tocco quasi documentaristico, traballa spesso e volentieri. Ci vengono regalati alcuni scorci innovativi nelle scene d’azione ma anche un senso di mal di mare quasi costante. Nelle scene tranquille, invece, domina una fotografia psichedelica e luminescente che dà il colpo di grazia a uno spettatore che quasi certamente uscirà di sala rimbambito. Un film che è quasi un trip!

TRASGRESSIONEH, TRASGRESSIONEH OVUNQUE!

Veniamo ora a quella che dovrebbe essere il vero valore aggiunto del film: l’atomica bionda del titolo, l’agente Broughton. Di Charlize abbiamo già detto. Sarebbe figa anche se dovesse rigirare la celebre scena dei fagioli nei panni di Trinità. La Theron riesce anche a essere carismatica il giusto, al di là della abbacinante bellezza, ma il suo personaggio riesce davvero a colpire?

La Broughton è una dura, una dura durissima. Non sappiamo niente del suo background, dobbiamo solo accettare il fatto come un assioma. Ovviamente, caso mai ci sfuggisse per un momento che ci troviamo di fronte a una macchina da guerra, veniamo aiutati con alcuni segnali inequivocabili. Il suo sguardo è incazzato dal minuto 1 al minuto 115, fuma (!), dice le parolacce (!!), ha una relazione basata principalmente sul sesso (!!!). Insomma, avete capito, non siamo certo di fronte a una tipa qualunque. Questa qui sprizza trasgressione da tutti i pori!!!

Quello che mi chiedo è se sia realmente necessario ricorrere a questi mezzucci. E la risposta me la dà il buon Quentin. Se penso a un personaggio femminile forte, coraggioso, indipendente e letale non posso non pensare alla sposa. Ma la sposa si concede anche il lusso di essere ironica. Non ha bisogno di dire fuck ogni 15 secondi, anche se non è un’educanda. Diverse volte mostra il suo lato dolce e amorevole. Eppure è veramente la donna più forte, coraggiosa, indipendente e letale mai apparsa sul grande schermo.

Se penso a questo confronto con Beatrix, mi convinco sempre più che l’agente Brouthton sia una grande occasione persa. Charlize è in forma e regala un’ottima prova, ma il suo personaggio resta un cliché che cammina. Troppo semplicistico, troppo “ti piace vincere facile”. Si poteva e si doveva fare di più.

…ok, ok, facciamo una stellina in più!

ATOMICA BIONDA O NO?

Alla fine, allora, questo film è proprio da buttare? Dopo quello che ho scritto forse non mi crederete più, ma direi di no. Il fatto è che, forse, ne ho sentito parlare troppo bene e sono arrivato troppo carico di aspettative. Atomica bionda è una pellicola spionistica ordinaria, come ce ne sono molte altre, con una protagonista che vorrebbe imporsi come nuovo modello di eroina cinematografica, ma non risulta del tutto convincente e soprattutto non risulta così nuova.

Resta però un film discretamente godibile, se non ci si aspetta di vedere quello che non è: una perla destinata a segnare il genere.

Mattia Carrea

Nato nel 1988, passa buona parte dei suoi 28 anni a seguire le più grandi nerdate mai prodotte nella storia del cinema e della televisione. Difficilmente scriverà di grandi film d'autore, siete avvisati!
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