
Babadook è l’horror che il pubblico non si merita
Semplicemente l’horror come lo vorremmo sempre.
Perché recensire Babadook?
Perché sono un polemico, e da bravo polemico non posso soprassedere davanti all’articolo della cara Arianna Borgoglio in cui me lo smonta così su due piedi.
No Arianna, non si fa così!
Scherzi a parte questo articolo mi sembrava doveroso per dare un po’ di spazio e visibilità (perché noi di TheMacGuffin siamo fighi e se parliamo di voi significa che siete dei grossi) a uno dei migliori horror degli ultimi vent’anni.
La trama? Semplice: madre e figlio vivono ancora sulla loro pelle il dolore della morte del padre/marito, avvenuta durante la corsa in ospedale per far partorire lei.
Anni dopo lo scalmanato bambino (un prodigioso Noah Wieseman) non ne vuole sapere di stare buono, costringendo la madre a leggergli una storia per tenerlo bravo. La scelta ricade su un misterioso librone pop-up dalla copertina scarlatta e un titolo strambo: Mr. Babadook.
Da quel momento mamma e figlio devono fare i conti con un’inquietante presenza che infesta la loro casa e le loro notti, mentre il libro cambia e la storia narrata diventa sempre più sanguinosa e sinistra.
Finora tutto semplice no?
Ci butti un bambino fastidioso, un libro maledetto, una madre sempre più fuori di testa, l’uomo nero, presenze notturne, scricchiolii et voilà: il film più visto e rivisto della Storia… e invece no! Invece no perché dietro la macchina da presa c’è un vero e proprio fenomeno, ovvero l’esordiente Jennifer Kent (badate bene: il film se l’è pure scritto!) la quale si presenta alla grande, con questo gioiellino raro che fa della regia la sua forza. Babadook è un film finalmente quadrato, fatto di inquadrature semplici, simmetriche, pulite (azzarderei kubrickiane) che punta a suggestionare e spaventare tramite il non detto, invece che con i soliti jump-scares di merda, che ci metto mia nonna con una tromba da stadio dietro la tenda e diventa Carpenter pure lei!
La Kent al contrario punta tutto sul caratterizzare i personaggi (pochissimi e tutti bravissimi), punta sui loro trascorsi, sulle rabbie, sull’atmosfera deprimente, sulle loro frustrazioni, le cose cattive e oscure, quegli impulsi mortiferi che hanno nascosto sotto il tappeto, ma che rimangono, non vengono cancellati.
Il film è molto simbolico, e mi viene da piangere per coloro i quali non hanno compreso un finale delicatissimo, che punta tutto sull’allegoria, che non butta lì un lieto fine del cazzo e insensato, ma valorizza l’intero percorso di crescita che i personaggi (e lo spettatore) hanno fatto durante il corso della pellicola. Perché certe ferite rimangono impresse e questa volta il cinema ce lo ricorda.
Babadook è l’horror che tutti noi stavamo aspettando, ma che purtroppo il pubblico non merita, perché preferisce i milioni di Paranormal activity, i Gallows, gli ESP, i Necropolis, gli Unfriended, gli Ouija e questa genia di filmetti che infestano i nostri cinema ultimamente, filmetti realizzati per ragazzini in cerca di qualche brivido facile, ma che è robetta, una pappa insipida che rimane lì e che dopo essere usciti dalla sala è già dimenticata. L’horror, che ha perso il suo mordente, resuscita improvvisamente grazie a Babadook, un film che non cerca lo spavento facile, ma si insinua come un ghiacciolo dentro il colletto della camicia, e più passa il tempo, più senti il freddo.
Che dire riguardo alla sua memorabilità? Fate conto che ho visto Babadook l’estate scorsa ed ancora mi sorprendo a ripensarci: un’inquadratura, una scena tensiva, una battuta… perché questo è il vero cinema: un cinema di regia, un cinema di idee, un cinema di scrittura, che rifugge la CGI, che rifugge la computer grafica, che rifugge i milioni e tutto ciò che è posticcio. La Kent ci riporta ai fasti degli anni Settanta/Ottanta con un horror che per certi versi mi ha ricordato Shining, mi ha ricordato l’ingegno e la dedizione di artisti come Carpenter, Romero, Raimi, tutta gente che la Kent conosce e si vede, visto che li cita a tutto spiano.
Guardatelo, siate coraggiosi e lanciatevi perché se avete amore per il cinema, se avete amore per l’horror e volete godervi un film che punta a raccontare prima che spaventare, Babadook fa per voi.
Quando sarete arrivati alla fine, quando lo avrete digerito, quando sarete nella vostra cameretta a ripensarci provate a rispondere a questa mia domanda: ma Babadook esiste davvero oppure si sono immaginati tutto?
A voi l’ardua sentenza.
P.s. Se gli horror sono la vostra passione, fate un salto dai nostri amici di Horror Italia 24!!