Film

American Psycho

Addominali mattutini fatti, doccia, abito di Valentino su misura messo, Regimental perfettamente annodata e 24ore alla mano direi che questo è il perfetto disegno dello yuppie figlio di Wall street che è Patrick Bateman….di giorno….di notte invece la faccenda è decisamente diversa diciamo che lo si potrebbe definire un fottuto psicopatico schizofrenico squarta barboni e sciogli prostitute nell’acido.

am 2
Fermiamoci un secondo però e analizziamo prima il film nel complesso. American psycho è tratto dall’omonimo romanzo di Bret Easton Ellis uscito nel 1991 e il difficile compito di portarlo sul grande schermo è affidato alla regia di Mary Harron, che non si discosta molto dalla scrittura, riuscendo tramite i personaggi ad incarnare perfettamente i valori consumistici e spregiudicati degli anni 80 come la voglia di emergere a tutti i costi – spesso senza scrupoli. Questo riesce anche grazie alla fotografia di (e qui voglio anche i tarantiniani sull’attenti) Andrzej Sekuła (“Le iene” e “Pulp Fiction“) che presenta immagini scure e fredde, mettendo a fuoco questa società che sembra avere sempre un lato segreto. Sicuramente degna di nota è anche la colonna sonora che usando un francesismo si potrebbe definire “stracazzuta” con pezzi di David Bowie, The Cure, Whitney Huston, Genesis sino ai New Order, celebre la scena in cui Bateman prima di fare a pezzi con un ascia il suo collega Paul Allen interpretato da Jared Leto (reo del gravissimo sbaglio di aver trovato un posto in un locale di lusso al suo posto ed avere un biglietto da visita migliore) gli illustra la discografia dei Huey Lewis and the News per poi mettere come sotto fondo del suo delirio Hip to Be Squared.

ins 2

Ma ora veniamo a lui, Patrick Bateman interpretato da uno strepitoso Christian Bale, sicuramente rappresentazione dell’antieroe: quello che anche se sai non essere buono, che fa cose totalmente sbagliate, alla fin fine e qui passatemi il termine “ti gasa”. Di giorno esteta ai massimi livelli vive una vita basata su pranzi di lavoro, locali alla moda e riunioni tra amici, che lo rende indistinguibile dalle altre persone della sua cerchia. Quando invece cala la notte su New York si trasforma, a causa della sua malattia mentale e dell’uso di droghe diventa un efferato serial killer che elimina chiunque lo disturbi senza fare distinzioni tra emarginati, colleghi di lavoro e fidanzate. Neanche le continue pressioni di un detective (Willem Dafoe) lo fermano, Bateman ha necessità di portarsi all’estremo di tutto tanto da confessare i crimini compiuti ai propri conoscenti in maniera scherzosa e sfacciata, come se avesse bisogno di essere scoperto per liberarsi da un fardello, ovviamente nessuno gli crede. Pat capisce di non avere redenzione e salvezza dal male che c’è in lui e nella scena finale al tavolo degli aperitivi con amici si lascia andare in una mentale confessione, dove ammette di essere il mostro che è:

“Non ci sono più barriere da attraversare. Tutto ciò che ho in comune con l’incontrollabile e la follia,la depravazione e il male,tutte le mutilazioni che ho causato e la mia totale indifferenza verso di esse; tutto questo ora l’ho superato. La mia pena è costante e affilata, e io non spero per nessuno un mondo migliore, anzi voglio che la mia pena sia inflitta agli altri, voglio che nessuno possa sfuggire. Ma anche dopo aver ammesso questo non c’è catarsi, la mia punizione continua a illudermi e io non giungo a una conoscenza più profonda di me stesso.Nessuna nuova conoscenza si può estrarre dalle mie parole, questa confessione non ha alcun significato.”

Denis Ghio

Leva 1988 e la maledetta convinzione di avere ancora vent'anni. Totalmente disordinato e nostalgico dei "film che furono", il suo attore preferito è Mickey Rourke. Quando non lavora ascolta ogni genere di musica e passa ore a guardare ogni tipo di film nella speranza di trovare qualcosa che lo stupisca.
Back to top button