
Batman & Robin: Il Cavaliere Oscuro al suo peggio
Escludendo il trash-cult del 1966 con Adam West, il primo film dedicato al Cavaliere Nero di Bob Kane risale al 1989. Forte di un’atmosfera da film noir, di una scenografia (premiata con l’Oscar) che aveva molto da spartire con Metropolis di Fritz Lang, di un cast di star pronto a entrare nella leggenda e della regia di un ispiratissimo Tim Burton, Batman si era conquistato un posto nella storia del cinema, ottenendo così un gran successo che aveva permesso un seguito (Batman Returns) accolto unanimemente come uno dei migliori cinecomics di sempre.
Nel 1995 il timone passa da Burton a Joel Schumacher. Batman Forever era un’opera mediocre, ma passabile sotto il punto di vistadel guilty pleasure, forse ancor più incentrata sul tema del doppio che nei precedenti e più vicina per stile all’atmosfera del fumetto di Bob Kane (molto colorato e molto sopra le righe, decisamente kitsch) nonostante la visione dark di Burton fosse più apprezzata. Nel 1997, Schumacher torna alla regia con questo quarto episodio, puntando sempre di più sulla vena pop dell’opera a fumetti. Con effetti semplicemente disastrosi.
Batman & Robin riprende da dove Batman Forever si era interrotto. La vittoria su Due Facce e l’Enigmista ha consolidato il rapporto tra Batman (George Clooney) e Robin (Chris O’Donnell), ma ora i due difensori di Gotham si ritrovano a combattere due nemici in grado di incrinare la loro amicizia: Mr. Freeze (Arnold Schwarzenegger), un pazzo spietato che vuole vincere il premio al piano malvagio più insensato della storia del cinema scatenando su Gotham l’era glaciale, e Poison Ivy (Uma Thurman), conturbante bio-terrorista…

Andiamo con ordine: già la scelta degli attori non è fra le migliori. Arnold Schwarzenegger è gigionesco e ridicolo nel ruolo di Mr. Freeze, e non ha il carisma dei precedenti avversari dell’uomo-pipistrello come il Joker di Jack Nicholson o il Pinguino di Danny De Vito (i tempi di Terminator sembrano lontanissimi!); Uma Thurman (come sia passata da Pulp Fiction a questo è un mistero) sfoggia una recitazione degna di una recita d’asilo; Chris O’Donnell, odioso e insopportabile come già in Forever. Goccia che fa traboccare il vaso è George Clooney, anonimo quando deve interpretare il filantropo riccastro e per niente credibile quando deve indossare il costume del Cavaliere Oscuro, nonché oratore di punte d’ironia di ridicolo superbo (“Ecco perché Superman lavora da solo!”).
Dietro quell’accozzaglia di battute demenziali, scene d’azione ridicole e trovate semplicemente grottesche (la bat-carta di credito, per arrivare al sodo) troviamo Akiva Goldsman, che se in anni successivi scriverà alcuni bei film come A Beautiful Mind, qui si prende pure delle libertà dal fumetto originale che fanno semplicemente ribrezzo, oltre a essere inspiegabili. Un esempio lampante è la caratterizzazione di Bane, villain di una delle saghe fumettistiche più belle dedicate al Cavaliere Oscuro, Knightfall, che qui non è più il terrorista brutale e geniale che con una ginocchiata ha quasi reso Batman paralitico, ma un energumeno dal basso quoziente intellettivo venuto fuori direttamente dalla scuola di Frankenstein (una lancia a favore di questo Bane tuttavia la spezzo: iconograficamente è più fedele ai fumetti di quello interpretato successivamente da Tom Hardy, ma questi sono dettagli che non fanno la differenza).

Altra cosa che è senz’altro opportuno notare è il fatto che questo film è un vero e proprio kolossal. Costato un patrimonio, bisognerebbe capire dove i soldini in questione sono stati spesi visto che i tanti effetti speciali presenti nella pellicola, degni dei Power Rangers, sono obsoleti addirittura per una produzione dell’epoca (non per infierire, ma appena due anni dopo sarebbe uscito Matrix), mentre i costumi impiegati da buoni e cattivi si vedono sono fatti di plastica. Inutile sprecare parole sulla regia di Schumacher: disimpegnata, priva di quei guizzi creativi che avevano reso i film di Burton così belli e veri nella loro totale assurdità.
Da bocciare dalla prima all’ultima nota lo spartito di Elliot Gondelthal, che se già non brillava per inventiva in Batman Forever, qui è da strapparsi i capelli da quanto è pomposamente trash. In assoluto un film stupido, demenziale, poco ispirato (o e meglio dire nient’affatto), persino inutilmente voyeurista per l’insistenza sui primi piani agli inguini e ai pettorali dei supereroi durante le scene di “vestizione”, già agghiacciante cafonata del precedente capitolo.
Certo però è che Batman & Robin è un film che ha segnato la storia del cinema: l’insuccesso economico dovuto al pasticcio di Schumacher ha segato per ben otto anni la saga di Batman. Nessuno sperava più di rivedere il giustiziere della notte di Gotham combattere per la giusta causa sullo schermo.