Lo confesso, se c’è una cosa che mi piace da impazzire, in un film o in una serie che sia, è quando vedo una scena onirica fatta come si deve. Ed è proprio con un sogno che si apre la XX puntata di Black Sails. E che non si tratti della realtà lo si nota subito dalla fotografia, tetra, dai colori freddi, senza vita.
Il Capitano Flint è sulla coperta di una nave che pare essere la Walrus, è da solo, avvolto in un clima quasi spettrale mentre fissa un mare buio e minaccioso. Ed è proprio dalle acque dell’oceano che fuoriesce Miranda. I due si fissano, Miranda si rivolge a Flint, ma dalla sua bocca non esce alcun suono. La donna si dirige infine sottocoperta e il capitano la segue, ritrovandosi nella stanza della nella quale lui e Billy avevano trovato il corpo del capitano della nave abbandonata. Nella stanza accanto, Flint intravede una figura scura che scende per una botola aperta sul pavimento. Flint si avvicina lentamente alla botola aperta e… viene svegliato da Billy. Non c’è più tempo per dormire, la tempesta è arrivata.
La Walrus sta infatti continuando la sua fuga in direzione del temporale nel tentativo di sfuggire alla fregata del Capitano Hornigold, che la insegue per trasformarla in ammasso di detriti galleggianti (Vedi puntata “XIX“) Flint ordina a Billy di continuare a tenere aperte le vele per mantenere la stessa velocità: rallenteranno solo nel momento in cui la nave da guerra deciderà di interrompere il suo inseguimento, fermandosi ai confini della tempesta. Il piano porterebbe la Walrus dritta nel cuore del ciclone a vele spiegate, di conseguenza in totale balia delle onde. Si profila un suicidio per Flint e il suo equipaggio, tanto che Billy e Silver si confidano i loro dubbi. Soprattutto quest’ultimo sostiene che sarebbe stato meglio accettare la grazia offerta loro da Hornigold, per poi ignorarla semplicemente una volta raggiunta la salvezza. Un ragionamento tipico di Silver, che accusa il Capitano di averli raggirati, conducendo lui e tutti i suoi uomini in una situazione dalla quale potrebbero non uscire mai.
Il piano di Flint alla fine funziona in parte, poiché Hornigold interrompe effettivamente la corsa dietro la Walrus, ma la nave ormai investita dalla furia implacabile dell’oceano. E la rappresentazione della tempesta è fantastica. Già nella prima stagione Flint e il suo equipaggio avevano dovuto affrontare la violenza del mare, ma cioè a cui assistiamo in questo episodio è totalmente di un altro livello. L’uragano è rappresentato con grande realismo e maestria in tutta la sua possenza. Le onde si abbattono sulla nave come montagne, mentre raffiche di vento la inclinano fino ad immergerla quasi del tutto negli abissi, il tutto ripreso da inquadrature aeree del vascello in totale balia degli elementi estremamente realistiche ed efficaci per i canoni di una serie tv (Se si pensa alle scenografie di Spartacus vengono ancora i brividi, giusto per rimanere in casa Starz). La Walrus sembra sul punto di affondare da un momento all’altro, tanto che Billy supplica Flint di invertire la rotta, ma tornare indietro significherebbe consegnarsi ad Hornigold. L’unico modo per superare la tempesta sarà sopravvivere alla sua furia.
Ma ciò che ruba la scena per tutta la durata del temporale è il rapporto che si instaura fra John Silver e Muldon. Mentre i due pirati sono impegnati sottocoperta a riparare le falle provocate dalle cannonate di Hornigold, Muldon rivela a Silver quanto l’equipaggio lo stimi per aver tenuto duro alle torture subite durante la battaglia Charles Town, nonostante questo lo abbia reso storpio per sempre. Nella furia della tempesta, una gamba di Muldon rimane incastrata sotto dei cannoni, con l’acqua che sale inesorabilmente. Dopo aver provato invano liberarlo, a Silver non resta che stringere la mano dell’amico, che ha giusto il tempo di recitare le sue ultime parole, prima di affogare in pochi metri d’acqua. La scena è inaspettatamente di grande impatto emotivo, ed è molto probabile che la morte di Muldon lascerà delle ferite profonde nell’animo Silver.
Lasciando per un attimo in sospeso il destino della Walrus e della sua ciurma, l’episodio è fondamentale nel portare alla luce una parte importante del passato di Eleanor, Vane e, soprattutto, di Edward Teach. Interrogata dal governatore Woodes, che si sta dirigendo con la sua flotta verso Nassau per riportare l’isola sotto il controllo britannico, Eleanor rivela come, per ottenere il rispetto dei pirati e farsi riconoscere come legittima erede dell’impero costruito da suo padre, esiliò dall’isola il più temibile di loro, ovverosia Barbanera. E nel farlo la aiutò proprio il pupillo di Teach, un giovane pirata di nome Charles Vane, del quale divenne amante. Vane voltò quindi le spalle al suo mentore, che dovette lasciare l’isola per sempre.
Ma, come ci ha fatto notare Teach nella scena iniziale del primo episodio, tutte le cose si avvicinano verso la loro fine inevitabile, e così anche il suo esilio, alla notizia della fine del dominio dei Guthrie su Nassau, cessò di esistere. Dopo lunghi anni, Teach torna a Nassau, riabbracciando il suo vecchio amico Vane senza mostrandogli rancore per il tradimento di molti anni prima. Teach è tornato sull’isola pirata dopo molto tempo con il desiderio di riprendere da dove aveva lasciato, e per farlo ha bisogno di una ciurma e di un compagno su cui possa contare: Vane. Ma le cose sono profondamente diverse da quando la leggenda di Barbanera ha smesso di regnare sui mari delle Bahamas. Nelle parole di Jack e di Vane, che spiegano al leggendario capitano come l’isola si regga ora su un’alleanza fra pirati tenuta in piedi dall’oro della Urca de Lima, Barbanera vede la morte della pirateria per come la intende lui. Teach ritiene infatti che il piano di Flint, Vane e Jack abbia privato Nassau di quello che la rendeva veramente temibile agli occhi del mondo civilizzato: il conflitto. Se un tempo gli uomini dovevano guadagnarsi con la lotta e la ferocia un posto nelle ciurme dei capitani, i quali a loro volta era con la forza ed il terrore che incutevano sui loro uomini che potevano continuare mantenere il comando, ora Teach vede solo un branco di rammolliti pieni di denaro, che non sanno più cosa significhi combattere per un bottino. Quello che rendeva forti i pirati, la lotta per la sopravvivenza giornaliera, è ora sommerso nel lusso e nel vizio. La pace che vogliono raggiungere Flint, Jack e Vane non farà altro che indebolire tutto ciò che Nassau rappresenta. Che non è il desiderio di libertà, ma la legge del più forte.
Per Teach si profila quindi il ruolo di mina vagante della serie, né alleato, in quanto profondamente in disaccordo con le idee dell’Alleanza, né nemico, in quanto è il governatore Woodes colui che vuole porre fine alla ribellione di Nassau. Come evolverà il personaggio di Barbanera nel corso della stagione è sicuramente il più grande punto interrogativo sollevato fin’ora, la cui risposta potrà essere in grado di cambiare le sorti della guerra in favore di uno schieramento o dell’altro. Intimorito dalla posizione presa da Barbanera, Jack decide di accordarsi con Max per provvedere a barattare parte dell’oro custodito nel forte in cambio di materia prima e oggetti di utili di pari valore, in modo da aumentare le difese dell’isola e allo stesso tempo assicurare un futuro a Nassau, e in particolare ad Anne, per la quale condividono gli stessi sentimenti.
Il finale di puntata si concentra nuovamente sulla Walrus, ma prima c’è tempo per un altro sogno del Capitano Flint. Ma questa volta, l’atmosfera già inquietante dellaprima visione si trasforma in un vero e proprio incubo. Flint scende la botola e trova nuovamente Miranda, in piedi vicino ad un tavolo. Seduta su una sedia c’è la figura in nero. Appena Flint si avvicina, la figura si alza. Scura, terrificante, quasi una rappresentazione stessa della morte. E forse è per questo che Miranda sembra voler avvertire Flint, ma come sempre dalla sua bocca non esce alcun suono. Forse Flint è sfuggito qualche dettaglio importante che Miranda sta cercando di fargli notare? O semplicemente la donna sta cercando di mettere in guardia il capitano, sul quale sembra essere scesa l’ombra della Morte?
Il sogno viene nuovamente interrotto dal risveglio. La nave è miracolosamente riuscita a resistere alla violenza della tempesta, ma i venti l’hanno spinta fuori rotta, nel mar dei Sargassi, in piena fascia di bonaccia. La nave si ritrova quindi alla deriva, danneggiata, con provviste insufficienti e a leghe di distanza dalla terra ferma. Se il vento non tornerà presto, per l’equipaggio della Walrus sarà la fine. Sfuggiti dalle grinfie del mare, gli uomini di Flint potrebbero presto trovare una lenta morte in mezzo al nulla. Come reagiranno gli uomini a questa situazione? Gli stessi Billy e Silver, che avevano messo in dubbio la strategia di Flint, si schiereranno a difesa del loro capitano, o il loro malcontento potrà essere la miccia in grado di scatenare un ammutinamento?
Le cose sembrano quindi mettersi male per l’Alleanza pirata. Se da una parte Flint dovrà riuscire a salvare il suo equipaggio da morte sicura, dall’altra parte Nassau sembra sempre più fragile e priva di difese adeguate a proteggerla dalle minacce che la insidiano. All’orizzonte si profila un’altra tempesta per chiunque navighi sotto vele nere, una tempesta che potrà assumere le sembianze del governatore Woodes, che si avvicina ogni giorno di più, o quelle di Edward Teach, il cui obiettivo potrebbe essere quello di prendere con la forza il controllo di Nassau per riportarla ad una situazione di caos sul quale poter governare incontrastato.
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