Dopo aver affrontato la furia del Dio del mare, impersonificata nella tempesta vista nella puntata XX, il Capitano Flint e il suo equipaggio devono ora affrontare una calamità ben più spaventosa: la sua indifferenza. La Walrus è infatti prigioniera di un mare piatto e senza vita, totalmente abbandonata su un’infinito deserto d’acqua dal quale non può fuggire per via della totale assenza di vento che caratterizza la zona. Il destino della ciurma è il più terribile: aspettare impotenti. O il vento o la morte, non c’è una terza via.
Con il passare dei giorni, le provviste diminuiscono sempre di più, tanto che Flint, riunitosi assieme a Silver e Billy nella sua stanza, comunica loro la sua terribile decisione: verrà stilata una lista per dividere chi dell’equipaggio è indispensabile per manovrare la nave e chi è invece può essere sacrificabile. Ai primi sarà garantita una razione di cibo e acqua, mentre ai secondi sarà data solo dell’acqua. Una decisione spietata che trova la ferma opposizione di Silver. Il pirata con la gamba di legno, essendo il portavoce dell’equipaggio, promette a Flint che si opporrà fermamente e pubblicamente a questa decisione, ma il Capitano gli ricorda di avere le armi giuste per contrastare la ribellione di Silver: è stata infatti proprio una scelta sbagliata del quartiermastro a portare in quella situazione l’equipaggio della Walrus. Farlo notare alla ciurma potrebbe quindi essere un colpo mortale per l’ascendente che ha Silver sugli uomini.
Se sul mare l’Alleanza Pirata non se la passa certo bene, a Nassau le cose non vanno diversamente. Max e Anna scoprono infatti che l’Inghilterra sta arrivando per reclamare l’isola di New Providence. Il governatore Woodes è infatti a solo due settimane di navigazione dall’isola e guida una flotta di otto navi e settecento uomini. L’unico modo per garantire la sopravvivenza e l’indipendenza dell’isola pirata è convincere i suoi equipaggi a schierarsi compatti all’ingresso del porto: formando una linea di dieci navi e sommando la potenza di fuoco della fregata di Flint e dei cannoni del forte, benchè non siano ancora tutti operativi, la resistenza pirata potrà mostrare di possedere una forza sufficiente per scoraggiare la marina inglese da un qualsiasi attacco frontale. La pace si ottiene con una potenza di fuoco superiore, ed è questo il piano di Jack e Vane, che però si devono scontrare con i capitani degli equipaggi. Com’è noto, i pirati sono cani selvaggi, uomini che per natura pensano prima di tutto al guadagno personale, incapaci di battersi uniti per un ideale comune. Jack ha dovuto comprare la loro fedeltà con l’oro della Urca, ma ora che esso è davvero in pericolo, davvero si ergeranno a sua difesa anche a costo della vita? I capitani sembrano infatti restii a prendere le armi, soprattutto perchè il Capitano Flint, l’unico secondo loro in grado di comandare una flotta di navi, è dato per disperso. Improvvisamente entra nella stanza Teach portando una notizia portata dal mare: Flint e la sua ciurma sono stati inghiottiti dalla tempesta. Tuttavia, Teach afferma di essere disponibile a sostituire il Flint al comando dell’Alleanza, ma solo a patto che, una volta scongiurato il pericolo, Vane si unisca alla sua ciurma e lasci Nassau per sempre.
In un dialogo estremamente riuscito (l’ennesimo della serie) fra i due pirati, scopriamo infatti che Teach vede in Vane il figlio che non ha mai avuto e mai potrà avere (“Ho avuto nove mogli e nessun figlio. C’è un istinto che ti spinge a lasciare ai tuoi posteri qualcosa a tua immagine. La natura mi ha negato quella facoltà, ma l’istinto rimane.”). Allo stesso tempo Barbanera vede Nassau e il legame che lega Vane ad essa come un fardello, una catena che tiene un uomo al guinzaglio. Quando sentiamo Teach dire a Vane quanto a Nassau chi lo circonda lo sfrutti semplicemente perchè si affida alla sua forza (“Guarda in che cosa ti ha trasformato questo posto, uno schiavista, un uomo costretto a pregare i suoi perchè lo accompagnino in battaglia. Qui non c’è un pirata che alzerebbe un dito in tua difesa, mentre tu moriresti per loro“), noi vediamo negli occhi di Charles che anche lui, in fondo, desidera un’altra vita. Desidera disperatamente tornare il pirata di prima, temuto ma allo stesso tempo rispettato dai suoi uomini, circondato da compagni fedeli ai quali affidare la propria vita. La decisione è quindi presa: Vane difenderà Nassau dall’assalto inglese, dopodiché lascerà l’isola per sempre assieme a Teach.
I pirati dell’Alleanza tuttavia non sanno che il governatore Woodes non è il nemico più potente che devono temere. Tramite le parole del governatore, veniamo infatti a sapere che del suo operato dovrà presto rendere conto agli spagnoli, che esigono avere indietro l’ora della Urca al più presto. Qualora Woodes non riuscisse a restituire loro il tesoro entro otto settimane, la Spagna invaderà Nassau con un esercito di mille uomini, radendola al suolo. La profezia emessa da Vane al termine del primo episodio sta quindi per avverarsi, e i pirati di Nassau potrebbero avere la meglio sulla flotta inglese solo per poi dover affrontare, poco tempo dopo, quella che preannuncia essere un’Invincibile Armata in scala ridotta.
Mentre a Nassau tengono banco i preparativi per la battaglia, sulla Walrus va in scena un dramma. Fra la fame, la sete e la disperazione che ormai dominano sulla nave, due membri dell’equipaggio sono accusati di aver rubato delle provviste e vengono portati davanti a John Silver che, in quanto rappresentante della ciurma, dovrà giudicarli. I due uomini tuttavia manifestano entrambi la propria innocenza, scaricando tutte le colpe del furto sul compagno, tanto che Silver non riesce a trovare una soluzione. Uno dei due è colpevole, uno è innocente, ma sembra non esserci modo per smascherare il bugiardo. E quando la diplomazia fallisce, interviene il pugno duro. Appena Flint si alza e si avvicina verso i due uomini in ginocchio, sappiamo già cosa sta per succedere. Il primo dei due uomini muore ancora prima che possa rendersene conto. Il secondo, credendo di essere stato giudicato innocente, ringrazia il Capitano, ma è solo un attimo. Flint si sposta davanti a lui e comincia a ricaricare la pistola, ignorando le suppliche del condannato. Billy esorta Silver ad intervenire in difesa dell’uomo, ma il quartiermastro è impietrito, abbassa lo sguardo. Flint alza l’arma e, per un attimo, al posto del presunto ladro gli appare Miranda. Forse la visione farà tornare Flint sui suoi passi, forse c’è ancora una speranza. Ma al Capitano basta chiudere gli occhi un istante per tornare ad essere un implacabile angelo della morte. E preme il grilletto. Un scena che toglie il fiato, perfetta in tutto. Un scena di un’impatto e di una forza che molte altre serie non riescono ad ottenere nell’arco di una stagione, mentre in Black Sails viene offerta allo spettatore quasi come se fosse routine. La classe e la maestria si nascondono sempre dietro l’apparente semplicità.
Dopo aver ucciso i due uomini, Flint si ritira nelle sue stanze. E per un attimo lascia cadere la maschera del Diavolo che è costretto ad indossare e torna ad essere James. Colui che ormai in un’altra vita aveva voluto essere un uomo d’onore e di giustizia, ma al quale è stato portato via tutto ciò che desiderava e amava. Ora rimane solo il mostro, e Flint piange. Piange in memoria di una pace interiore che non potrà mai ritrovare, piange per quello che è diventato e per quello che è condannato ad essere, giorno dopo giorno. Un uomo solo, rispettato solo perché temuto, ma che nessuno ama, per il quale probabilmente nessuno verserebbe una lacrima sincera. Quante serie possono vantare un personaggio del genere, mostrato con tale profondità, con tale umanità, senza alcuna concessione al buonismo o al compromesso. A me ne viene in mente qualcuna, ma si parla dell’Olimpo delle serie, vette alle quali Black Sails, all’inizio del suo viaggio, non si pensava minimamente potesse anche solo avvicinarsi. Invece bastano grandi attori e grandi sceneggiatori e tutto diventa possibile. La qualità non dovrebbe mai essere sottovalutata, né si dovrebbe pensare che possa essere sacrificata sull’altare della popolarità e della commercialità del prodotto.
Ok ok scusate mi sto dilungando come mio solito. Il fatto è che quando le cose sono fatte così bene non riesco proprio a liquidarle in due parole mannaggia. Andiamo avanti. A questo punto entra in scena l’altro vero protagonista della puntata: John Silver. Esortato nuovamente da Billy, John si rende conto che è giunto il momento di affrontare Flint una volta per tutte. Il giorno successivo la Walrus avvista il corpo galleggiante di una balena e Silver, sfruttando a proprio favore il fatto che lui e Flint abbiano ricevuto sempre ricevuto la razione completa, convince il Capitano ad accompagnarlo su una scialuppa per andare a controllare se dalla carcassa del cetaceo si possa trarre del cibo. Ed è sulla scialuppa che Silver si gioca il tutto per tutto: racconta a Flint di come fosse stato lui a mentire sull’oro della Urca (stagione precedente), facendo arrivare al Capitano la falsa informazione che il tesoro spagnolo non fosse più sulla spiagga sul quale lo avevano lasciato, il tutto per vendere l’informazione a Jack e pretendere una parte del bottino. Ed è proprio da questa confessione che scopriamo, probabilmente in maniera definitiva, quanto la battaglia di Charles Town abbia cambiato nel profondo John Silver. Tramite le sue parole, scopriamo che lui in realtà non ha mai reclamato parte dell’oro che gli spettava, e capiamo quanto ora si senta parte dell’equipaggio della Walrus (“Senza quegli uomini sono solo un invalido”). Nonostante la rivelazione, dopo un attimo di esitazione Flint sembra perdonare Silver, lasciando cadere l’argomento. Sarà questa la svolta del rapporto fra Flint e Silver? Riuscirà finalmente il Capitano a trovare nel suo quartiermastro un sincero confidente da rispettare ed ascoltare, e forse addirittura un amico con il quale alleggerire parte del suo fardello?
Quella che segue è quasi un remake per televisione della scena della caccia alle balene vista al cinema in Heart of the Sea di Ron Howard pochi mesi fa, solo che al posto delle balene ci sono degli ottimi squali bianchi in CGI. Aiutata da una musica come sempre perfetta per l’occasione, la cattura dello squalo è esaltante e carica di pathos. Si capisce che probabilmente il vento è cambiato per la ciurma della Walrus, che ha finalmente trovato del cibo per tirare avanti ancora un pò. E parlando di vento, finalmente il dio Eolo si accorge della nave alla deriva e decide di portarla in salvo, soffiandola sulla riva di un’isola selvaggia dopo tre settimane di deriva. Ma come in ogni isola sperduta ed apparentemente deserta che si rispetti, non potranno che esserci degli Altri in agguato. Continua quindi l’Odissea della Walrus, che pare ne dovrà superare ancora molte di sfighe per tornare finalmente a Nassau!
Tornando a Nassau, le settimane sono passate anche sull’isola pirata, tanto che il governatore Woodes è ormai arrivato con la sua flotta a poche leghe di distanza dal porto. Tuttavia, il piano di Jack è riuscito perfettamente, poiché ad aspettare le navi inglesi è schierata compatta l’intera flotta pirata, alla testa della quale si erge il Capitano Teach alias Barbanera, mentre il Capitano Vane e Jack offriranno copertura con i cannoni del forte. Non aspettandosi una una resistenza così feroce, Woodes decide di non poter attaccare direttamente l’isola, poiché il suo piano originale in realtà era quello di sfruttare la sua forza militare superiore per convincere i dissidenti alla resa, senza il bisogno di una battaglia che avrebbe danneggiato sia la flotta che Nassau. Su suggerimento di Eleanor Gutrhie, i cui veri fini nell’affiancare Woodes sono ancora ignori, il governatore manda sulla terra ferma il Capitano Hornigold, di modo che il vecchio pirata sfrutti l’ascendente che ha ancora su gran parte dell’isola per fare ai ribelli un’offerta. E dall’entità di tale offerta si capisce quanto forte sia l’asso nella manica che fin dall’inizio aveva intenzione di giocarsi Woodes: a tutti i pirati di Nassau sarà garantita la grazia a parte uno, Charles Vane, sul quale anzi sarà messa una taglia di 10.000 sterline, vivo o morto.
Ed ecco che, ad uno ad uno, i pirati posano le armi e passano dal lato del Re. Le parole di Max, che nel primo episodio ritraeva i pirati come un gruppo di uomini senza alcun ideale che non fosse il salvacondotto personale, si avverano tragicamente sotto gli occhi di Vane, che in testa ha ancora scolpite le parole del suo mentore Teach, il quale lo aveva avvertito che nessuno si sarebbe battuto per lui al momento del bisogno. Sono pirati, è nella loro natura. Come farà ora Nassau a difendere la sua libertà sia dall’esterno che dall’interno? BlackSailsItaly; BlackSails-ItalianFans
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