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Black Sails 3×08 – “XXVI” – Le rimonte sono per pochi

E niente, essendo che ho cominciato tirocinio e che questa settimana fra un Bayern-Juve da manicomio e un concerto dei Dream Theater ho avuto tipo mezza serata libera, sono stato costretto mio malgrado a spostare il mio appuntamento con i cari vecchi pirati. Sono mortificato. Spostare eh, ma non annullare! Uomini di poca fede che siete. Dribblando sbattimenti e impegni con la divina leggiadria di Simo Padoin sono finalmente riuscito ieri sera a spararmi questa beneamata puntata di Black Sails!

Dunque dunque, si era rimasti con una retata da organizzare, e da qua riparte la puntata XXVI. Essendo che il Governatore Rodgers ha trattato la Walrus un po’ come Salvini vorrebbe trattate i barconi di immigrati, Flint e i suoi devono nascondersi. Con una trovata clamorosa che esige come minimo una puntata di MythBusters, la Walrus riesce a rendersi invisibile mantenendo la nave al di sotto della linea dell’orizzonte, dalla quale spunta solo grazie all’albero maestro, da cui può osservare l’isola senza farsi notare. E niente, 10 e lode.

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Sulla nave rimangono Silver e Madi (dopo 5 puntate sono finalmente riuscito a scoprire come cazzo si chiama la figlia del Signor Scott), mentre Flint, Vane e Anne rimangono su Nassau a pianificare il colpaccio. Ah sì, c’è anche quel gufo di Billy, ma giusto perché far le flessioni in mezzo alle onde gli veniva scomodo. In ogni caso, il cazzutissimo trio e l’inutile idiota devono scoprire al più presto la via per la quale Jack e l’oro saranno condotti dagli spagnoli, visto che pare che Rodgers ne abbia ideate mille diverse, più o meno una per ogni sfiga che gli è capitata da quando ha avuto la schifosissima idea di mettersi in affari con la Spagna. Roba che a farsi prestare dei soldi dalla camorra si dormiva meglio.

Rimanendo seri per un secondo, il triumvirato Flint-Vane-Anne trasuda carisma ad ogni inquadratura. La scena iniziale è come al solito perfetta nella sua semplicità, e ci ricorda brevemente le motivazioni che guidano le azioni dei protagonisti, anche se in realtà non ne avremmo più bisogno. Perché ormai in questa serie i personaggi esprimono emozioni semplicemente con la loro presenza. Del resto sono 26 puntate che Black Sails non sbaglia una scena o una riga di dialogo, e dopo un po’ è anche giusto incassare i dividendi quando si fanno le cose come si deve.

Mentre a terra si chiacchiera, sul mare assistiamo alla crescita sempre più esponenziale di Silver, che già ora avrebbe i numeri per essere un Capitano con i controcazzi. Rispettato e temuto dalla ciurma, Silver può finalmente sfruttare la sua scaltrezza per assumersi responsabilità collettive che solo poco tempo prima non lo sfioravano nemmeno. Rimane solo da vedere come e quando quelli della Starz decideranno di mostrarci il passaggio di consegne fra Flint e Silver. Certo, se per quella data il buon gamba di legno imparasse qualcosa in fatto di navigazione, schifo non farebbe.

In ogni caso, il modo in cui risolve la situazione potenzialmente esplosiva che gli capita fra le mani è da manuale. Complice anche la saggezza di Madi, i due riescono a sedare dal principio un puttanaio. D’altronde, la soluzione alla Full Metal Jacket paga sempre. Con il soldato palla di lardo aveva funzionato. Poi va beh era impazzito, ma quello era perché non gli facevano più mangiare ciambelle.

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Segue una lesbo-sforbiciata illegale con protagonista la guardabile Max che porcadiunatroia avranno sentito anche dal palazzo di fronte da quanto era alto il volume. Graditissima eh, però la prossima volta se potete un pelo di preavviso e meno strilli, grazie, che c’è l’audio da abbassare per evitare smarroni parentali. Eddai su, che quando c’è mia madre mi imbarazzo anche se in tv ci sono due che si baciano. Abbiate pietà.

Il punto più interessante della puntata è però senza dubbio il viaggio in carrozza di Jack e Rodgers, con relativo confronto fra i  due. Che il personaggio del Governatore mi piaccia semplicemente troppo l’ho ripetuto mille volte, tanto che mi dispiace seriamente che le cose continuino ad andargli di merda. Anyway, il monologo di Jack in cui parla della sua vita e di come sia diventato pirata, sbattendo in faccia a Rodgers quanto il mondo non sia solo bianco e nero, è fantastico. Il buon Caparezza direbbe “tu sei nato qui perchè qui ti ha partorito una fica“, il buon Rackam chiude il suo discorso spaccandola sotto l’incrocio:

“Se neanche Anne riuscirà a salvarmi, se questa sarà la mia fine, ricordate una cosa: fra me e voi c’è stato un testa a testa fino all’ultimo istante della gara, ma una rimonta gagliarda come la mia quella come voi se la sognano“.

Roba da stamparci delle magliette. Jack Rackam eroe contemporaneo, simbolo dei deboli e degli oppressi. Fottuti borghesi democristiani del cazzo.

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Sì sì ok, Tuttobello tuttogiusto. Delle gran chiacchiere, ma sempre chiacchiere sono. E l’azione? E state calmi, che l’azione arriva. Tempo pochi secondi e parte un piano sequenza folle (infarcito di CGI, ma che cazzo è una serie tv, ci rendiamo conto?!?) che riprende l’intero assalto alla diligenza dei pirati. Una figata, roba da dimenticarsi di respirare. Questa serie ormai è in uno stadio di totale trans artistica. Un pò come quando giochi a calcio e ti accorgi che ti viene tutto, e allora fanculo: via di colpi di tacco volanti, no look, tiri da ovunque, roulete e lanci che Pirlopuòsucchiarmiilcazzo.

La scena è talmente ben fatta che alla fine, nonostante fosse effettivamente illogico, ero talmente preso che per un attimo ho avuto paura che Vane ci rimanesse secco. Ovviamente non sarebbe mai potuto succedere, ma Black Sails è talmente fatto bene che mi ero totalmente immerso, quasi fosse la realtà, svincolata dalle esigenze di una storia.

Di che esigenze parlo? Va beh dai, era mai possibile che Vane ed Eleanor non si incontrassero face to face prima della fine di questa stagione? Ecco, appunto.

Vai all’episodio 3×09 – “XXVII” – Game of Seas 

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Roberto Lazzarini

25 anni, cresciuto fin dalla tenera età a film, fumetti, libri, musica rock e merendine. In gioventù poi ho lasciato le merendine perchè mi ero stufato di essere grasso, ma il resto è rimasto, diventando parte di quello che sono. Sono alla perenne ricerca del mio film preferito, nella consapevolezza che appena lo avrò trovato, il viaggio ricomincerà. Ed è proprio questo il bello.
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