Film

Bleed – Più forte del destino: la catarsi di Miles Teller

Tutto iniziò con un trailer in un tranquillo mercoledì ai Cinema Days: boom! Mi si para davanti Bleed – Più forte del destino con una potenza come pochi, un destro dritto in faccia condito dall’occhiolino ammiccante di Martin Scorsese, messo lì, come produttore esecutivo. Miles Teller in forma smagliante e Aaron Eckhart STEMPIATO? Data di uscita 8 marzo. Ciao mondo io aspetto sto film con l’hype a 4000.

bleed aaron eckhart miles teller

8 marzo. Risultato? Eeeeeeh insomma…

Allora con calma: non andate a vedere Bleed con l’aspettativa che sia un film sul pugilato che esce dagli schemi, assolutamente no. Bleed è un buon film sul pugilato, ma che come molte pellicole che trattano questo genere cade nei soliti clichè e forza la mano sulla caratteristica dicitura “TRATTO DA UNA STORIA VERA”. Tolto ciò il film rimane godibile, a tratti leggermente fastidioso e troppo romanzato (della serie “ommioddio questo film finirà sicuramente bene”), ma pur sempre godibile.

Perché?

Innanzitutto nel cast di Bleed figurano due signori attori. Il primo non ha bisogno di presentazioni, è semplicemente Aaron Eckhart o, per chi come me è innamorato del Batman di Nolan, Harvey Dent. Qui lo troviamo stempiato e decisamente ingrassato, a interpretare (chapeau all’interpretazione) l’allenatore di Vinny “Paz” Pazienza, protagonista del film, interpretato a sua volta da Miles Teller. MILES TELLER? Il ragazzino batterista di WhiplashEbbene sì, il ragazzino è cresciuto e si è fatto pugile. E che pugile! Sbruffone, arrogante, strafottente, abituato agli eccessi, insomma la classica celebrità dalla vita sregolata, nota più per la sua vita fuori dal ring che per le sue imprese all’interno dello stesso. Un personaggio piuttosto abituale e dal background troppo alla melodramma con lieto fine. 

aaron eckhart miles teller

Qui entra in gioco Miles Teller. Sì perchè non l’ho definito “signor attore” in modo sconclusionato, anzi, credo che entro due/tre anni quest’uomo farà parlare di sé ai piani alti degli ambiti attoriali. Mi servo ora di una frase del quotidiano americano Los Angeles Times il quale ha affermato che Bleed sarà “tra i 10 film di cui sentiremo parlare agli Oscar dell’anno prossimo”. Non diciamo stronzate! Qui c’è un solo motivo per il quale il nome di Bleed potrebbe apparire nelle candidature agli Oscar: Miles Teller. Semplicemente la colonna portante, un attore completamente calato nella parte, sottoposto a una trasformazione fisica notevole (con anche quel baffetto lì che mlmlml) ed incredibilmente umano.

Non riesco a togliermi dalla testa l’immagine del ragazzino di Whiplash con quel faccino d’angelo fino a quando non mi si presenta davanti Vinny Pazienza con la sua aggressività. Ora, Miles, mi sei sempre piaciuto, ma una maturazione attoriale di questo genere sicuramente non me l’aspettavo, davvero davvero complimenti. Ci vediamo alla prossima (p.s. sei appena diventato uno degli attori che più seguirò nei prossimi anni, stai attento).

miles teller bleed match per il titolo

Che cos’ha Bleed che non va? In realtà il film scorre via liscio senza troppe sbavature e con un ritmo che si alterna bene tra rallentato e frenetico, ma il problema è proprio questo. Difatti il film è troppo troppo canonico. Tolte le ottime interpretazioni dei già citati Teller e Eckhart (con la conseguente immersiva evoluzione psicologica di Vinny) la pellicola rimane un già visto insipido. Regia senza guizzi e con poca fluidità nelle riprese dei combattimenti, personaggi come fogli di carta ed esito del film (non faccio spoiler giuro) largamente prevedibile.

C’è da aggiungere inoltre che la pellicola riesuma alcune tematiche già affrontate in altri film sul pugilato con decisamente più efficacia (hey hey Million Dollar Baby) e che troppe volte strizza l’occhio a Scorsese. Sì, spesso in Bleed si respira aria di Scorsese (hey hey Toro Scatenato), per fortuna aggiungerei. Il fatto è che di Scorsese ce n’è uno e tentare di richiamarlo in modo così raffazzonato e con qualche tinta troppo fan-servizievole può dar fastidio. MOLTO FASTIDIO. Ah già dimenticavo: Vinny Pazienza è italoamericano… QUALCUNO HA DETTO ADRIANA?!

bleed ring aaron eckhart miles teller

Nota a favore: cazzo film sei empatico, piacere! Ciò che non passa mai in secondo piano in Bleed è effettivamente l’attenzione alla faccenda umana. Con lo svolgersi della vicenda Vinny Pazienza subisce, cade, rischia di spezzarsi, si rialza e combatte e il film fa tutto questo con lui. Purtroppo la regia non è stata particolarmente funzionale al tema trattato, ma una cosa l’ha fatta indubbiamente bene: mostrare il dolore. Che mioddio a tratti ho rischiato di spezzare a metà il bracciolo della poltrona da quanto stavo sentendo anche io il dolore provato da Vinny. Ma come io non ero solo a guardare il film, neanche Vinny rimane solo nel suo dolore. Ad accompagnarlo c’è difatti il fidato allenatore, col quale si stringerà un forte legame di amore-odio (si lo so, di nuovo clichè) che vi farà affezionare a loro.

allenamento bleed miles teller aaron eckhart

Alla fine di Bleed pensavo di dover chiamare il regista e suggerirgli di dividere la pellicola in due parti: prendere la seconda, cronologicamente parlando, ed adagiarla dolcemente su un cuscino di piume d’oca. Successivamente prendere la prima e BRUCIARLA SENZA PIETÀ. Il problema è che la prima parte di film è troppo spocchiosa e senza un qualcosa di davvero interessante, perché diciamocelo, ok il pugile figo dalla vita sregolata ma poi voglio dell’altro. Quest’altro, per fortuna, arriva nella seconda parte di film, quando quest’ultimo inizia a prendersi sul serio. E qui lampo di genio: sono un idiota, non chiamo più nessun regista, senza la prima parte di film la seconda non sarebbe mai potuta esistere e non sarebbe stato in nessun modo interessante vedere l’evoluzione psicologica di Vinny. Questo film mi ha reso schizofrenico.

miles teller bleed

Una piccola postilla però te la lascio caro mio regista, così giusto per sentirmi importante: la prossima volta cerca di inserire nella prima parte del film qualcosa di contenutisticamente più ricco, così magari non fai fare tanta fatica al mio povero Miles. E con ricco non intendo fatto d’oro, sia chiaro.

Quindi, dopo l’incredibile confusione di questa recensione il resoconto è: andate a vedere Bleed. Ve ne pentirete? Nah, non per forza, dovete solo sopravvivere alla prima metà. Dopo di che quello che vi rimarrà in mano sarà comunque un buon prodotto capace di regalare anche qualche emozione, insomma non è tempo sprecato. Un paio di consigli per l’uso: se avete già guardato il trailer chiamate Will Smith e fatevi cancellare la memoria. Se invece non lo avete ancora guardato avviatevi al cinema senza pensare di guardare un film sul pugilato, avviatevi al cinema con l’idea di sentirvi raccontare una vita.

Non paro i colpi, la mia difesa è sferrare pugni

Mario Vannoni

Un paesaggio in ombra e una luce calante che getta tenebra su una figura defilata. Un poco inutile descrivere chi o cosa sono io se poi ognuno di voi mi percepirà in modo diverso, non trovate?
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