Al compleanno di Boris c’era tanta gente. Gli attori erano tutti simpatici e bravi e io mi sono divertito molto. Il me stesso di terza superiore elementare avrebbe iniziato e finito così. Bene, ciao ragazzi, grazie, chiudete tutto.
Devo scrivere qualcosa di più vero? Pare brutto altrimenti. Il che non è per nulla facile, perché non voglio fare quello che “sono più bello di voi perché c’ero anche io”. Mi viene l’orticaria solo a pensarci. Perciò cercherò di non cadere in quel terribile cliché. Se indietreggio succede sparatemi.

Allora, nel 2007 va in onda la prima puntata di Boris, serie che è poi diventata il cult che molti di noi conoscono. Giustamente, ma quello è sottinteso. Nel 2017 Steve Della Casa (critico cinematografico eccetera eccetera) si sveglia e dice “oh, ma Boris compie dieci anni, perché non organizzare a Torino (sua città natia, NdR. Che poi che fico scrivere NdR, mi dà un tono) un bel compleanno invitando tutto il cast?”. Attenzione, potrebbe non aver detto queste esatte parole.

Perciò ecco che avviene il fattaccio in questione, proprio a Torino il 4 aprile e in collaborazione con Aiace, Tothesuite e l’IQOS Embassy che ha offerto la location della Casa del Pingone. Fatemi ricontrollare… ok dovrei aver messo tutto evitando querele varie.
Ok. Figo. Ma… perché? Lasciamolo dire proprio a Steve Della Casa allora: nel corso degli anni ho conosciuto tutti i membri del cast, quindi è stato facile riunirli per il compleanno. In realtà speravo si parlasse di una possibile quarta stagione. Io so che è fattibile, perché la verve è sempre la stessa nonostante siano passati tutti questi anni.
E quindi eccoci all’annosa questione: SI FARÀ MAI QUESTA BENEDETTA QUARTA STAGIONE O NO?! Adesso mi calmo (cit.). Ecco, la verità è che il cast vuole farla, cavolo se vuole. È sempre nell’aria, ma il problema di base è che, secondo il trio di registi/sceneggiatori Torre-Ciarrapico-Vendruscolo, Boris porta via al suddetto triumvirato autoriale tutto il loro tempo. Almeno un anno e mezzo, che andrebbe inevitabilmente a scontrarsi con gli impegni che già hanno. Impegni nati dal successo di Boris e… vabbè, avete capito. Pare che uno dei tre sia molto più propenso degli altri a rimettere su la banda. Ma non ci è dato sapere chi. Perciò restiamo tutti un po’ F4.
Allora si ride e si scherza tutti assieme ma nulla più. Anzi, una cosa in più c’è: chicche gustose per i fan. Quindi se a voi non frega una beneamata fava potete anche chiudere qua. Ciao, ci vediamo da Mario prima o poi.
A fine serata hanno infatti proiettato alcuni spezzoni di casting, il primo pilot e robe varie, quindi faccio un elenco di belle cosine (se cogliete questa vi vorrò bene per sempre).

In ordine sparso:
Per la parte di René hanno provato anche Paolo Calabresi (Biascica) e Ninni Bruschetta (Duccio), mentre per quella di Arianna c’era il tentativo di un tragicomico Carlo De Ruggieri (Lorenzo).
Boris all’inizio si chiamava Sampras (per il tennista Pete Sampras obviously).
Nell’episodio pilota mai andato in onda c’erano parecchie cose diverse, a partire dalla sigla (niente Elio). Boris era un altro tipo di pesce, così come il soprannome che Stanis affibbia ad Alessandro: “sushi” al posto di “seppia”. Lopez, Sergio e Itala non avevano i volti di Antonio Catania, Alberto Di Stasio e Roberta Fiorentini. Regia e fotografia avevano un taglio decisamente più “casalingo”, mentre le battute rimanevano simili. Ah, Stanis e Corinna non facevano i dottori (lui addirittura un prete). Villa Orchidea sarebbe stata la stessa?

E infine la cosa più importante. Vi ricordate il monologo della locura? Bene, il caro Valerio Aprea (Sceneggiatore 1 per essere precisi) in realtà aveva detto qualcos’altro nella prima versione. Che, parole sue, recitava più o meno così: Platinette piace alla Camorra. Ripetetelo tutti in coro. Platinette piace alla Camorra. Non è una frase perfetta? Ah, e che “le minchiate del sabato sera” in realtà erano “le minchiate di Canale 5”.
Penso sia giusto chiudere qui. Non può esistere nulla di meglio. Soprattutto non deve, a meno che non sia la quarta stagione di Boris. O la quinta, perché Corrado Guzzanti suggeriva di saltare a piè pari la quarta. Che poteva quasi essere un prequel a quel punto. Ok sto divagando troppo. Voglio solo ringraziare Emilù Nizzo per la stupenda occasione e chi è venuto lì con me per aver fatto diventare tutto grottesco (semicit.). Sto iniziando a parlare solo per citazioni, meglio se la smetto.
Ok solo l’ultima.
Dai! Dai! Dai!
P.s. ricordatevi di fare un salto dai nostri amici di Boris Italia!