Film

Boy Erased – L’asettico peccato dell’omosessualità

Al Roma Film Festival di quest anno c’è un tema di fondo ricorrente davvero sentito e importante: l’uguaglianza. Dalle minoranze etniche, fino alla comunità LGBT, il festival vuole coltivare il seme dell’umanità e del rispetto in un periodo stracolmo di rabbia verso il prossimo. Boy Erased è l’ennesimo esempio di quanto detto; figlio omosessuale portato in un centro di cura cattolico per l’omosessualità dal padre Pastore. Uno di quei bei mattoni leggeri per iniziare bene la giornata.

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In regia Joel Edgerton, che oltre ad essere un attore di tutto rispetto e aver suonato Tom Hardy come un tamburo, già aveva fatto vedere cose egregie alla scrittura con The Rover e Regali da uno sconosciuto (qui anche regista). Il cast non sta assolutamente indietro: Russell Crowe, Nicole Kidman e Lucas Hedges come protagonista vi avevano fatto salire l’acquolina che un all-you-can-eat spostati proprio! Più qualche chicca che non voglio svelarvi…

Sarà stato un colpo di fulmine?

“Papà, dimmi dove sbaglio.”

In un istituto che ricorda molto il campo di addestramento di Full Metal Jacket, il giovane Jared e una serie di personaggi abbozzati e mai veramente conclusi tentano di reprimere i propri impulsi e sentimenti ritenuti immorali, stando alle leggi ipercattoliche di un meraviglioso Joel Edgerton nei panni del pastore.

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Come per un altro film passato qua al Festival, The Miseducation of Cameron Post, in Boy Erased la fede sarebbe l’unica via per ripulirsi dal peccato di essere omosessuali: il tema della ““malattia”” viene affrontato con incredibile distacco e freddezza, tra le mura di un ambiente asettico sulla falsa riga di una clinica degli orrori. Discorso che si potrebbe fare per Manchester By the Sea, Lucas JHedges recita in maniera pacata, mostrando una rabbia e un dolore sempre molto controllati; questo, non farà altro che portarlo sulla soglia del limite.

A livello attoriale, nessuna macchia: l’impomatata Nicole Kidman e il sempre più tondo Russell Crowe sono due genitori conservatori, casa e chiesa e così legati all’apparenza da trascurare il figlio e i suoi desideri. Tutte tematiche non così innovative, ma nemmeno da scartare. Boy Erased indaga sul senso di colpa che affligge un ragazzo semplice e introverso, circondato da un mondo falso e bugiardo. Un tortuoso percorso di riabilitazione per tornare in un mondo ipocrita e crudele.

“Vuoi davvero cambiare, figliolo?”

I lati positivi sembrano già finire qua: Boy Erased annega nella sua stessa formula di film troppo posato senza mai cambiare passo o diventare incisivo. Edgerton non approfondisce alcuni punti chiave in una storia apertamente troppo legata al romanzo originale; la seconda metà, finale compreso, non riesce a farti dire altro che “cavolo, bello… MA”. Nessun sussulto, nessun trasporto emotivo che ti faccia apprezzare appieno la voce di un coro smorzato dall’ipocrisia della chiesa.

I lati oscuri e difficili dell’adolescenza di Jared e gli altri ragazzi ostaggi del reverendo Victor sarebbero dovuti essere molto più presenti, incisivi. La pecca più grossa arriva proprio sul finale, nel momento di massima drammaticità, un dialogo chiave spegne tutta la voglia di commozione dello spettatore con una sciatteria rara.

Oh intendiamoci, Edgerton è cresciuto ancora se possibile in regia, nella sua idea di distacco Boy Erased ha anche un discreto impatto a livello visivo; sulla scrittura… meh. Dai, vi dico una piccola curiosità: c’è pure Xavier Dolan. Sì, avete capito bene.

“Volevo che fosse un grande film…”

Peccato. Riesco a dire solo questo. Le premesse erano ottime e di per sé, Boy Erased è pure un buon film. Non mi sento però di promuoverlo, almeno non a pieni voti. Forse è mancata quella leggerezza dell’essere giovani, forse è mancato il pathos al momento giusto; forse, semplicemente, non era la volta giusta. Ad ogni modo, io 10 euro sulla candidatura di Lucas Edges ai prossimi Oscar li punterei fossi in voi.

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Alla prossima Joel. Io ho piena fiducia in te.

Davide Casarotti

Antipatico e logorroico since 1995. Scrivo di Cinema da quando ho scoperto di non saper fare nulla. Da piccolo volevo fare il cuoco, crescendo ho optato per il giornalista; oggi mi limito ad essere pessimista, bere qualche birra con gli amici e andare al Cinema da solo. Giuro, non sono una brutta persona.
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