ANCHE LA REGINA PUÒ GODERSI IL SUO “TRUE DETECTIVE”
Facciamo un gioco. Se vi dico noir a cosa pensate?
1) True Detective
2) Veronica Mars
3) Il maresciallo Rocca
Se avete pensato a una di queste vi dico BRAVI, ma in realtà la scena è molto più ampia. E scommetto che non lo sapevate.
Chiudendo questo paragrafo di impareggiabile simpatia, oggi parliamo di una delle produzioni rivelazione degli ultimi anni targate UK: Broadchurch. La serie, che al momento conta due stagioni, con una terza in fase di realizzazione, parla della tragica scomparsa dell’undicenne Daniel Latimer, il cui corpo viene rinvenuto sulla spiaggia di una piccola cittadina dell’Inghilterra meridionale.
Le scogliere della Cornovaglia che sovrastano la baia di Broadchurch (nome fittizio della località che dà anche titolo allo sceneggiato) faranno da sfondo ad un’intricata vicenda, su cui investigherà Alec Hardy (David Tennant), detective celebre in patria per aver compromesso le indagini di un precedente famosissimo caso di omicidio.
I fantasmi del passato saranno l’elemento chiave per interpretare il personaggio. Come spesso accade, l’alone di mistero che circonda la figura del troubled man stuzzicherà le fantasie degli abitanti di Broadchurch (e degli spettatori), che si divideranno tra scettici e malelingue, lasciando davanti al povero Alec un cammino pieno di rovi.
Ad Hardy si affiancherà Ellie Miller (Olivia Coleman), sergente del locale comando di polizia, che in un’atmosfera surreale si troverà ad avere a che fare con la morte del migliore amico del figlio Tom. La routine del piccolo centro sarà stravolta, tutti saranno sotto la lente di ingrandimento, in 8 puntate (16 contando le due stagioni) che vi lasceranno senza respiro.
I punti di forza sono sicuramente la fotografia, splendida tra paesaggi mozzafiato, la caratterizzazione dei protagonisti, la regia e l’interpretazione dei due poliziotti: se da una parte Tennant ci aveva abituato a ruoli eclettici come Dr. Who, la Coleman è tornata al ruolo fisso in una serie TV dopo Green Wing, stravolgendo i propri connotati recitativi.
Da molti è considerata la risposta inglese a True Detective, sebbene le trame si discostino per linea narrativa e dinamiche d’indagine. Il filo conduttore passa però per le delicate tematiche sociali affrontate e per il grado di realismo della vicenda. Se eravate abituati solamente all’elementare Watson potreste dover aggiornare il manuale.
Amate le serie TV? Saltate intere sessioni d’esami per consumare fino all’ultimo episodio il telefilm che vi ha consigliato il tipo losco alla fermata del bus sotto casa? Passate da Serie Tv News e Serie tv, la nostra droga: roba buona.