Nel cinema, in passato e nel presente, ci sono stati attori dotati di un grande talento e di una notevole bellezza. Uomini che sono diventati dei miti e delle icone sia per le capacità recitative che per i loro visi che letteralmente bucavano la macchina da presa. Potrei parlarvi di Clark Gable, Hugh Grant, Cary Grant, Brad Pitt e molti altri con le caratteristiche sopracitate ma in questo articolo vorrei concentrarmi su i brutti ma bravi. Una serie di attori che pur non essendo degli esempi di rara bellezza vanno oltre all’immagine puramente estetica grazie ad un’immensa capacità recitativa e di espressione. Siete pronti ad infilarvi nei meandri della bruttezza?
John Malkovich
Classe 1953, americano. Attore dotato di un grandissimo talento, capace di interpretare sia ottimamente il ruolo da protagonista che quello di personaggio secondario. Anche se bruttarello, interpreta il seduttore Valmont ne Le relazioni pericolose, dimostrando in pieno spirito D’Annunziano che il fascino è qualcosa che va oltre il mero aspetto fisico.
Attore che si presta bene anche nelle parti dell’antagonista, come non ricordarlo in uno dei miei film preferito sul poker, Rounders, dove interpreta un russo parecchio stronzo che prende il nome dal uno dei più terribili servizi segreti della storia: Teddy KGB.
Non contento, si presta anche ad ottime prove di umorismo come nel film Red, insieme a Bruce Willis o interpretando Humma Kavula in Guida Galattica per autostoppisti.
Filmografia tutta da scoprire quella di Malkovich, di cui consiglio i due italianissimi Educazione siberiana e Il gioco di Ripley.
Steve Buscemi
Inutile dirvi che impazzisco letteralmente per Mr Buscemi. Lo adoro.
Classe 1957, americano della Nuova York che ha sempre sfornato attori con i contro cazzi. Uno dei più famosi caratteristi moderni, in grado di dare spessore a personaggi secondari in film non troppo fortunati (vogliamo parlare di Fuga da Los Angeles?).
È Mr Pink in Le Iene, è Donny ne Il grande Lebowski, Mink in Crocevia della morte e appare in film come Pulp Fiction (facendo un piccolo cameo), Fargo, Big Fish e molti altri. Lo vediamo anche in serie tv come I Soprano ed infine, come protagonista, in Boardwalk Empire. Interpretazione che gli porta un Golden Globe tra le mani nel 2011.
John Belushi
Faccia da culo, sovrappeso e amante della bella vita. Come non amare Mr Belushi? L’attore che ha reso fiera l’Albania, classe 1982 nato a Chicago e cresciuto nell’Illinois.
Belushi divenne il rappresentate insieme ad altri attori usciti dal Saturday Night Live di uno dei periodi più forti della commedia americana. Dotato di un’ incredibile mimica facciale, grandi doti canore, una presenza sul palco e dietro l’obiettivo incredibili. Purtroppo il suo amore per gli eccessi lo ha portato via molto presto dalle scene, ma pellicole come The Blues Brothers ed Animal House rimangono in presse nella storia americana.
Piccolo aneddoto che racconto sempre: il ruolo di Peter Venkman era stato scritto per lui dall’amico Dan Aykroyd ma vista la prematura scomparsa è stato poi sostituito da un grandissimo Bill Murray. Aggiungete che avrebbe dovuto prendere parte anche Eddie Murphy, poi impossibilitato per via delle riprese di Beverly Hills Cop. Che cazzo di film sarebbe uscito?
Totò
Nome d’arte di uno dei mattatori della commedia italiana, il Principe Antonio de Curtis che di nobile ebbe soltanto il cognome dopo essere stato riconosciuto dal padre. Classe 1881, nato a Palermo e vissuto nella sua Napoli in uno dei quartieri più poveri della città. Dotato di un talento artistico incredibile e di una capacità di spaziare o meglio saltare da un tipo d’arte all’altra. Attore di varietè, avanspettacolo, teatro, cinema, poeta, drammaturgo e cantante. L’incredibile capacità di stare in scena supera la sua bruttezza e la sua particolare forma fisica. Uomo di una grande sensibilità e in possesso di una comicità spesso macchiata da una certa dose di romantico dramma. Totò è senza dubbio uno degli artisti più importanti del nostra storia, paragonato a nomi del calibro di Chaplin e Buster Keaton. Un esempio di come l’arte si mischia ad una grande capacità italiana (spesso napoletana) di arrangiarsi, portando quella fame fisica a spingere verso quella del successo. Intoccabile e inarrivabile.