
Bullet Train: se non ridi sei un po’ Diesel
Quanti assassini ci stanno su un treno per Kyoto?
Brad Pitt (nome in codice: Coccinella) è un sicario tenerone, che torna al lavoro dopo un periodo alla ricerca di sé stesso tra le pagine dei manuali di auto-aiuto. La missione sembra semplice: rubare una valigetta piena di soldi da un Bullet Train giapponese e scendere alla prima fermata.
A bordo dello stesso treno però viaggiano due assassini inglesi (“Limone” e “Mandarino”, che stanno riportando a casa la famosa valigetta e il figlio di un boss), una killer spietata con una missione da compiere, un malavitoso messicano in cerca di vendetta, un'”innocua” scolaretta, un serpente velenoso e un variopinto carrozzone di altri personaggi. Tutti armati di cattive intenzioni e pistole (tranne Coccinella, che con le pistole sta cercando di smettere). Cosa può andare storto?
Un’action-comedy spensierata e leggera, sostenuta da una sceneggiatura divertente e da un cast bello denso.

Bullet Train: c’è un po’ di film in questo fan-tribute a Tarantino
L’elemento divertente e spiazzante di Bullet Train è che fin dall’inizio scopre le carte e si presenta come un omaggio ai momenti più iconici della filmografia di Tarantino. I dialoghi tra i due fratelli sicari scimmiottano smaccatamente Pulp Fiction (Il trenino Thomas assurge a metafora della vita, per “Limone” – che definisce “Diesel” il personaggio per lui più meschino e infido del cartone animato). La valigetta stessa, MacGuffin per eccellenza, diventa un elemento metacinematografico quando i due scherzano sul suo contenuto (“E cosa vuoi che ci sia dentro? Ci sono sempre soldi”).
Continui anche i riferimenti a Kill Bill Vol. 1 e 2: dall’ambientazione nipponica ai combattimenti tra samurai, dal serpente velenoso alla scolaretta “innocente”, passando per la strage al matrimonio – con sempre sotteso il tema della vendetta. Ma in questo giocattolone divertito – e divertente – che è Bullet Train, gli omaggi si sprecano, allargandosi in bizzarre strizzate d’occhio alla pop culture – ad esempio con la cover giapponese di Holding Out for a Hero durante lo scontro finale. Vi ricorda qualcosa?

Un buon action movie per svuotare il cervello
Intendiamoci: Bullet Train è profondo quanto un catino. Non vi svolterà la vita, e nemmeno la giornata. Sono però due ore di divertimento, katane e grossi botti – e noi bambini cresciuti siamo già a posto così. Nota di merito alle scene d’azione, che sfruttano al massimo tutti gli ambienti disponibili a bordo del treno senza annoiare: le carrozze, il vagone bar e persino i tecnologici gabinetti giapponesi diventano teatro di botte da orbi e dialoghi serrati. In questo senso, David Leitch (Deadpool 2, Fast and Furious Presents) – passato da stuntman – mantiene quel che promette.
Un Brad Pitt rilassatissimo e a suo agio, nel ruolo di Coccinella ci sguazza. Ammicca. Sgrana gli occhi. Ammicca ancora. Sembra aver trovato la pace dei sensi nella dimensione comedy, senza dimenticare per un attimo di interpretare, prima di tutto, la parte di Brad Pitt.
Che non ci dispiace mai.
