
Burke & Hare – La commedia nera come John Landis comanda
Con Burke & Hare John Landis e black humour tornano a fare rima.
Quando si parla di John Landis si parla (anche) di humour. D’altro canto se non si tira in mezzo lo humour a proposito dell’autore di Animal House, The Blues Brothers, Una poltrona per due e Il principe cerca moglie si rischia di scadere nel ridicolo. Ladri di cadaveri – Burke & Hare è forse uno di quelli dove si ride di più, ma a denti ben stretti (a meno che non siate sadici come il sottoscritto, vi risparmiate il dolore alla mandibola).
William Burke (Simon Pegg) e William Hare (Andy Serkins) sono due poveracci imbroglioni che vivono nella Edimburgo del XIX secolo, dove per campare bisogna azzeccare l’espediente migliore, come per esempio vendere cadaveri “freschi di giornata” al miglior offerente, ovvero le due grandissime scuole di chirurgia presenti in città. A capo delle due istituzioni rivali ci sono il dottor Knox (Tom Wilkinson) e il dottor Monro (Tim Curry), acerrimi rivali che per primeggiare sull’altro sono disposti a pagare cifre enormi per corpi in buone condizioni. I due perdigiorno scoprono così che il modo migliore per mettere le mani su una buona quantità di cadaveri sia per l’appunto forzare la mano alla Provvidenza, accoppando il maggior numero possibile di malcapitati.
La cosa buffa? Che i due non fanno in tempo a godersi un boccone di agiatezza che subito scoprono cosa essa comporti e, soprattutto, quanti soldi bisogni spendere per poter continuare un’attività redditizia e illecita come la loro.
L’orrore esilarante
Confesso: ho scoperto il film perché mi appassiona leggere su Wikipedia le vicende legate agli eccidi di killer seriali e psicopatici vari. Quindi sì signori, i gemelli del gol Burke e Hare sono realmente esistiti.
Dopo qualche pacchianata di troppo qui Landis torna alla carica, lucido e smaltato come appena uscito dalla concessionaria. Innanzitutto mette insieme un cast considerevole, piazzando al centro la coppia Pegg-Serkins (che fa faville dal primo all’ultimo minuto), Isla Fisher, mentre un po’ più a lato ci sono i dottori rivali, interpretati da Tom Wilkinson e Tim Curry. Attorno ad essi Landis infila costantemente cameo di gran prestigio come quello del compianto Christopher Lee e John Woodvine.
Com’è caratteristico del regista di Un lupo mannaro americano a Londra non riusciamo a incasellare il film in un genere preciso, visto che ciò a cui assistiamo è un vero e proprio frullato di horror, buddy movie, commedia, film storico e farsa. Un mix che funziona alla grande e che intrattiene anche grazie al ritmo furibondo, i dialoghi brillanti e le battute nerissime per le quali una persona spregevole come il Vostro ride a crepapelle.
La descrizione della Scozia di metà Ottocento è perfetta e il regista non fa alcun prigioniero: tutti i personaggi che vediamo in scena sono stronzi avidi approfittatori, che non ci penserebbero nemmeno un momento a torcere il collo a uno sconosciuto per il proprio tornaconto. Medicina, religione, società: Landis fa a pezzi tutto e tutti, lasciando un’umanità truffaldina a fare i conti con una coscienza che non esiste. In Burke & Hare vincono gli spietati, i senza cuore, quelli che – letteralmente – la parola “scrupoli” non sanno nemmeno come si scriva.