Film

Buster’s Mal Heart: un bel film o una copia di Mr Robot?

Ho visto questo film principalmente per due motivi: Rami Malek, o meglio quanto è bravo Rami Malek.

Come, non sapete chi? Non siete mai usciti con quell’aria di disagio cronico, cappuccio calato sulla fronte e testa bassa per cercare di trovare i bug del mondo? Se la risposta è no, mi dispiace, ma non possiamo essere amici. Va beh dai, leggete questa recensione e poi correte a recuperare Mr Robot, la serie tv più figa di sempre.

Buster’s Mal Heart è il classico film che appena lo finisci ti fa sbattere la testa fortissimo contro il muro cercando di capire che cazzo è successo, non importa se ti è piaciuto o meno, servono risposte. Sto scrivendo questa recensione soprattutto come esame terapeutico per ottenere una soluzione, tranquilli niente spoiler perché tanto non l’ho capito.

Ah, ma quindi?

Il protagonista o i protagonisti sono interpretati magistralmente da Rami che passa dall’essere un amorevole padre di famiglia che si sacrifica per portare la pagnotta a casa fino a diventare un Gesù sperduto in mezzo all’oceano oppure un fuggitivo nel selvaggio Montana. I flashback narrativi però ci scombussolano qua e là senza sapere se è prima o dopo. In tutto questo si mischiano canti cristiani, preghiere, la fine del mondo e una particolare teoria secondo la quale l’universo in realtà è una cipolla.

Sarah Adina Smith potrebbe rifare questo film rimontando le stesse scene più volte spostandole in diverse posizioni senza rovinarlo. La trama alla fine non ha un suo peso specifico, ma il film regge grazie alla personalità degli attori. Abbiamo già parlato di quanto, ormai sapete chi, sia bravo, bello, pazzo e chi più ne ha più ne metta, ma anche la moglie o lo strano individuo senza nome se la cavicchiano.

La vera domanda è: tutti ragionano e si comportano seguendo i propri istinti, cercando di soddisfare Dio, o tutto accade casualmente? Forse siamo davvero intrappolati dentro un sistema complesso fatto di regole, input e output organizzati secondo un codice binario. Alla fine tutti hanno il bisogno di scappare da se stessi e dalla società dei consumi, con la voglia di assaporare la cruda libertà.

Anche l’acqua crea un effetto di costrizione e blocco. La scena con Buster addormentato nella vasca da bagno sembra quasi un omaggio artistico al quadro La Morte di Marat, celebre dipinto di Jacques-Lous David (se fai finta di conoscerlo schiaccia qui).

Vederlo lì invece, solo in mezzo al mare, con barba e capelli lunghi, ormai privo di speranza, è invece sicuramente qualcosa di più biblico.

Corro il rischio di prendermi pesanti insulti dai cinefili più conservatori, ma devo ammettere un piccolo segreto. Ebbene sì: non ho mai visto Shining, ma sono praticamente sicuro che l’albergo dove si sviluppa la storia sia molto simile. Così come l’inquadratura prima di aprire la porta della stanza e scoprire che

Buster’s Mal Heart rischia in alcune situazioni di sembrare Mr Robot, senza capire se sia un male o un bene. All’inizio regna una grande confusione e incertezza, sembriamo rinchiusi dentro un labirinto mentale e visivo che ostacola la percezione del film, ma poi alcune siepi vengono tranciate di netto, aprendo nuovi varchi che ci porteranno fuori. Ognuno di noi uscirà dalla storia con la propria conclusione ideale, qualcuno dovrà salire sulle montagne mentre qualcun altro si sveglierà su un spiaggia.

 

Nicolò Granone

Simpatico, curioso, appassionato di cinema, sono pronto a esplorare l'universo in cerca di luminosi chicchi di grano da annaffiare e far crescere insieme a voi, consigliandovi ogni tanto film da scoprire qui alla luce del Sole.
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