
Captain Marvel: una Brie Larson fotonica per un film senza pretese [No Spoiler]
Mi sono tenuto abbastanza alla larga da tutta la querelle sul presunto femminismo facilone di Captain Marvel. Quindi, armato di un virtuosissimo esticazzi sono andato al cinema, pronto a godermi l’introduzione di Carol Danvers nel MCU. E? Impressioni a tiepido? Captain Marvel è un film godibile, che si lascia guardare, molto semplice: un onesto “prequel” a Endgame, un gradino sopra al dimenticabile Ant-Man and the Wasp, ma ben lontano dagli standard a cui mamma Marvel ci ha ormai abituato. Ah, se Endgame non è perfetto come Infinity War finisce in Termidoro, sappiatelo. Perciò andiamo a vedere cosa ha funzionato e cosa no in questo (ennesimo) film delle origini.
CAROL CAPTAIN MARVEL DANVERS
Brie Larson è perfetta. No, davvero, se riuscite a trovare un aggettivo migliore sono qui, dite pure. La sua Carol Danvers è cazzona al punto giusto, eroica, spaccaculi, bella da mozzare il fiato: insomma, magnetizza l’attenzione con una presenza scenica degna dell’eroina che rappresenta. Perché Captain Marvel è un superhero nel senso più puro del termine, fuori dalle polemiche ma dentro il suo tempo, universale negli Anni ’90 come adesso. Chiunque si può identificare in lei, senza alcuna distinzione. Casting perfetto, e vederla in azione con gli altri Avengers a fare il culo a E.T.hanos (cit coltissima) sarà una vera gioia. Anche se, è inutile dirlo, io resterò sempre come Tom Hiddleston:
UN BUDDY MOVIE SPRUZZATO DI FOTONI
La chimica dentro Captain Marvel è forse la cosa riuscita meglio. Perché Samuel L. Jackson giganteggia pure mentre si lava i denti, instaurando con Brie Larson quella intima complicità che andavamo cercando. Fury e Carol sono perfetti in questo loro road movie sui generis, mentre ordinario spruzzato di Happy Days e straordinario molto Space Invaders si mescolano tra risate dosate il giusto (alcune davvero costruite bene, gli scienziati Skrull capiranno) e raggi fotonici che ci riempiono gli occhi.
Anche il comparto esterno funziona, con un Coulson troppo centellinato (ma per il quale si prova solo amore), Kree e Skrull che si odiano peggio di scozzesi e altri scozzesi, e un Jude Law piacione che alla fine resta un po’ lì, perché Brie gli ruba la scena.
LA REGIA ALLA BEVERLY HILLS 90210
Ecco la vera nota dolente di Captain Marvel: la regia. Che in realtà era quasi una tragedia annunciata, perché Anna Boden e Ryan Fleck arrivano dal cinema più indie che si può, quello che farebbe sentire pop il Calcutta delle origini. Passare da gioielli come Half Nelson a Captain Marvel rischia di farti sfracellare nel salto. E infatti. Le scene d’azione sono confusionarie, il montaggio stride, cozza con sé stesso perché la fluidità ce la siamo lasciata a casa. Quindi facciamo larghe il più possibile, riprese da due/tre angolazioni, così ci portiamo a casa il film. La coppia di registi non è adatta per un blockbuster di questo tipo, che si regge anche e soprattutto sulle mazzate coreografate bene, seguite da una macchina da presa che esalti il ritmo senza frammentarlo. Avessero messo già solo il Peyton Reed di Ant-Man alla regia, Captain Marvel sarebbe stato un film completamente diverso.
LE (COSE) TELEFONATE DAGLI ANNI ‘90
Se ne parlava prima: Captain Marvel è un film molto semplice, e la sceneggiatura segue questa linea. A parte un solo vero twist (nel quale parleremo sotto spoiler) tutto è telefonatissimo, prevedibile e quasi schematico. Però in qualche maniera si omologa alle poche pretese del film, che è intrattenimento puro e semplice, senza guizzi e, forse, senza la pretesa di averne. Persino l’estetica Anni ’90 è messa un po’ lì. Citazionista, anche in maniera piacevole, ma che non rientra nella sostanza del film, o in una sua idea fotografica e di messa in scena. C’è, e va bene, ma si ferma lì.
Ecco, permettetemi questo piccolo spoilerino, aprite il banner a vostro rischio e pericolo.
[su_spoiler title=Spoiler]La questione Skrull. Ora, eravamo tutti convinti che Captain Marvel avrebbe introdotto gli Skrull come nuovi villain per le future fasi, sperando che la trasposizione di Secret Invasion potesse cominciare magari da qui, anche con un lievissimo accenno. (Ho pregato che la figlia di Talos si chiamasse Veranke, non mi hanno accontentato). Però a questo punto non si sa se gli Skrull sono considerati “buoni” nel MCU o questa sacca di ribelli Anni ’90 sia solo una piccola parte di un impero che i Kree combattevano, e combattono, anche con giusta causa. Caro Kevin Feige, siamo sempre più nelle tue mani, non ci deludere.[/su_spoiler]Perciò, che dire ancora? Captain Marvel è uno di quei film che rivedrei? Sì, probabilmente anche con piacere. Il che, al momento, tanto basta. Ah, consiglio spassionato: controllate sempre il pedigree del vostro gatto.