
Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve – Forrest Gump dell’Ikea
Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve, uno dei titoli più lunghi mai visti, è l’ultimo modo che ho trovato per farvi innamorare del Nord Europa.
Non si giudica un libro dalla copertina, forse.
Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve. Sì, lo avrete capito, mi piace il titolo di questo film. L’ho messo nel titolo dell’articolo, nel sottotitolo e nella prima riga. Lo ripeterò ancora: Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve. Oh, come suona bene.
Sarà stupido ma è così: ho guardato questo film per il titolo.
Me lo ha consigliato la mia ragazza. Di solito quando mi consigliano un film funziona così: “Ehi, guardati xxxxx, capito?”- “Di cosa parla?” – “Parla di yyyyyyyy” – “Ok, ci penserò”. Poi lo guardo mesi dopo. È sempre così.
Questa volta è andata diversamente: “Sai che film dovresti guardare? Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve!” – “Subito immediatamente! Hai un pc con te?”.
Ok, sono pure appassionato di Nord Europa e, poco prima di guardarlo, scopro che è ambientato in Svezia. Dove si vota per l’Oscar?
Insomma tutto questo per dire che questo film mi ha ispirato sin da subito, senza manco sapere di cosa parlasse. Credo sia la maniera più bella in assoluto per approcciarsi alla visione di un film: l’entusiasmo bambinesco al di fuori di qualsiasi influenza esterna.
Ok, mio caro, molto simpatico il tuo aneddoto, ma di cosa parla poi questo film?
Ci arrivo, ci arrivo…
La cosa bella, tra l’altro, è che, ripetendo ossessivamente questo titolo, riempio buona parte dell’articolo e, di base, si dimezza la fatica. Non male, vero?
Il film
Molto semplice comunque, il film parla de il centenario che saltò dalla finestra e scomparve. Ok, sto esagerando, ma è proprio questo l’incipit. Allan Karlsson vive in un ospizio della provincia svedese, dove fervono i preparativi per il suo centesimo compleanno. Il burbero ma simpatico Allan però non è assolutamente interessato e, per l’appunto, salta dalla finestra e, molto tranquillamente, se ne va.
Alla stazione dei bus uno skinhead gli chiede bruscamente di badare alla sua valigia mentre è al bagno e lui, ingenuamente, se la porta via. Questa valigia si scopre essere piena zeppa di soldi. Le disavventure che seguiranno saranno ovviamente causate dagli intrighi legati al contenuto della valigia. Allan passerà il resto del film a scappare dai malfattori che intendono recuperarla, incontrando un affiatato gruppo di amici sulla sua strada.
Molte delle volte si difenderà attraverso quello che è il suo hobby preferito: innescare ordigni fatti a mano.
Mi rendo conto che, semplicemente leggendo questo articolo, tutto ciò possa risultare confuso. Stiamo parlando quindi un vecchio pazzo, ladro e terrorista?
Sì, però no. Non ne capiamo bene il motivo ma, incredibilmente, vista la tenera pacatezza con cui Allan svolge tutte le sue azioni assurde, allo spettatore sembra tutto perfettamente sensato.
Allan non è solo un vecchio rincitrullito. È rimasto orfano per una malattia della madre e per il fatto che il padre sia stato giustiziato in Russia per aver tentato di importare i preservativi e sembra sempre essere stato un po’ tardo di cervello. Il suo modo di fare ricorda decisamente qualcuno. Qualche personaggio famoso che al momento non mi viene in mente… mi pare c’entri Tom Hanks.
Ma è tutto qui? Assolutamente no!
La storia.
Il film non si dipana solo lungo l’intreccio principale, anzi. La pellicola è ossessivamente interrotta dai flashback che raccontano gli incredibili 100 anni di vita di Allan. Dopo la dipartita della madre, che, in fin di vita, gli consiglia di non pensare né parlare mai troppo, fa amicizia con uno spagnolo chiacchierone che lo convince a seguirlo come volontario nella guerra civile contro Franco in Spagna, dove può applicare la sua passione per far esplodere le cose. Qua, paradossalmente farà amicizia proprio con lo stesso Franco, salvandolo da un attacco bomba.
Si sposterà in seguito in America, dove aiuterà Oppenheimer con l’elaborazione della bomba atomica e riceverà un’onorificenza da Harry Truman. Tornerà in Svezia e finirà anche in Russia, a cena con Stalin, sempre in qualità di consulente per la bomba, il quale però verrà a sapere della sua amicizia con Franco e lo manderà in Siberia, dove farà anche amicizia con Herbert Einstein.
Oddio, quanta roba. Tutto per un’ingenuo svedesotto che non ha che la licenza elementare. Ci sono altri personaggi nel cinema che sono diventanti inconsapevolmente così tanto protagonisti della storia?
Non vi viene in mente nulla? Ma sì dai, la storia di Allan ricorda tantissimo, nello stile e nella modalità, quella di Forrest Gump.
Prima di urlare al plagio e indignarsi, sappiate però che questa sorta di “rivisitazione” in salsa svedese non è meno meritevole di essere vista. Ok, il canovaccio, ammetterò, è semplicemente lo stesso, ma il gusto della storia è molto originale.
Come una polpetta dell’Ikea.
Questo film, che all’apparenza potrebbe sembrare un qualcosa di già visto, in realtà sa stupendamente di novità.
È basato sull’omonimo romanzo dello scrittore svedese Jonas Jonasson e credo che guardarlo sia esattamente come mangiare una polpetta dell’Ikea. Non che a 25 anni per me sia un’aspirazione massima passare i pomeriggi all’Ikea a scegliere i tavoli per la cucina, ma dovete ammettere che è un posto che ha assunto una sorta di poesia nell’immaginario collettivo.
Quante volte sentite di adulti che si ingioiano di una giornata nell’ordinato negozio di mobili, con pausa pranzo e polpette svedesi annesse? Non sono ancora a quei livelli, ma, da appassionato di Nord Europa, un po’ li posso capire.
Credo corrisponda al gusto per questo modo, tutto nordico, di vivere la vita: molto placido e accogliente, con i suoi boschi, il suo ordine e i suoi abitanti sorridenti.
Anche questo film è così. Sì ok, c’è un vecchio che fa esplodere le cose e uccide uno skinhead, ma che simpatico che è. Viene inseguito da un gruppo di mafiosi perché ha una valigia piena zeppa di soldi, ma che buffo che è. Ci sono guerre civili, bombe atomiche, spie e gulag, ma che allegro che è.
Ah, non dimentichiamo: fa morire dal ridere!
Insomma ok è Forrest Gump, ma è tutto diverso. È come una polpetta dell’Ikea quindi: ne hai mangiate mille di polpette, ma questa, in mezzo a uno scaffale Kallax e un guardaroba Sniglar, ha un sapore diverso.