
Chi è il ragazzo più felice del mondo?
Non ho mai capito bene quale sia il momento giusto per leggere una recensione. È utile per approcciarsi al film per capire se siamo davanti a una vaccata colossale che ci farà solo buttare via del tempo o è meglio analizzarlo dopo averlo visto per scovare anche i dettagli più nascosti? Non so forse non esiste una risposta definitiva, per questo motivo ho deciso di fare questo esperimento e inserire il film di cui vi sto parlando proprio qui, all’interno di questo articolo. Dove? A metà potrebbe essere una soluzione abbastanza democristiana.
Tranquilli non sono diventato un hacker, ma la Fandango e Domenico Procacci hanno deciso di distribuire gratuitamente su YouTube Il ragazzo più felice del mondo.
Gipi, uno dei maggiori fumettisti italiani, dopo aver provato a proporre di girare la versione maschile di Vita di Adele, senza censure con uomini baffuti che… avete capito cosa fanno, s’imbatte in una nuova storia.
In un paesino sul mare, che per ragioni di privacy, chiameremo Lì, abita un certo Francesco. Un uomo che da più di 20 anni scrive e invia la stessa lettera ai suoi fumettisti preferiti. Si presenta, poi complimentandosi, chiede una piccola dedica personale, inserendo nella busta un cartoncino bianco e un francobollo.
Prendendo spunto da questa notizia, il film improvvisamente diventa film stesso, tra improvvisazioni e divertenti gag. Gipi, Gero Arnone, Davide Barbafiera e il cameran iniziano a inseguire questo personaggio misterioso, mantenendo però le giuste distanze con il ricercato creando così un cortocircuito tra realtà, fantasia, immaginazione e mistero.
La ricerca stessa diventa pretesto per cercare un significato più profondo alle proprie esistenze, con la scusa di inventare o seguire le varie ispirazione dettate dai momenti. Questo fan appassionato, con quel suo gesto a metà tra il folle e romantico, risveglia delle emozioni dentro Gipi che avverte il bisogno di raggiungere un qualcosa di ben definito, senza poi magari non sentirne più neanche il bisogno di arrivare fino in fondo.
È la sublimazione di una rincorsa senza meta, utile per cercare una felicità non lunga o durevole, ma effimera e sicuramente più potente.
Lo stile utilizzato potrebbe benissimo essere catalogato come quello del narratore in prima persona che diventa quasi eroe, scontrandosi, sempre con il sorriso, contro il suo essere artista, le sue velleità ma soprattutto contro un cinema sempre più ricco di padri padroni e un Italia che ama litigare con se stessa. Voglio intrepretare gli inutili attacchi di paranoia di cui è vittima il fonico come un simpatico omaggio a Zerocalcare.
L’imperfezione nel montaggio, con una trama caotica ed alcuni collegamenti abbastanza illogici, come l’uomo nelle caverne che disegna allegramente cazzi sulla caverna sono spunti divertenti, piccole divagazioni genuine fuori dagli schemi.
Vi sta venendo voglia di vederlo? Visto che mantengo le promesse e siamo quasi verso la fine di questa recensione, TAC.
(Clicca qui per vederlo su YouTube!)
Ora non avete più scuse ma l’avete notato quanto amore c’è qui dentro? “Amore ?!Cosa sta dicendo questo, si è forse sbagliato a caricare il link” potrebbe pensare qualcuno sbagliandosi.
Il ragazzo più felice del mondo descrive un tipo d’amore diverso dal solito, perché invece di essere più passionale è prettamente filosofico. Gipi, (regista e protagonista) ama il suo cinema che vuole portare avanti, ma per farlo ha bisogno di appassionarsi a qualcosa di nuovo. Insomma ha bisogno di trovare una bella storia. Quando scopre di non essere l’unico ad aver ricevuto quella lettera d’ammirazione sa che può contattare altri fumettisti per raccogliere le loro esperienze e mettersi allo stesso tempo sulle tracce dello strano autore.
Per fare questo, peròm deve rinunciare per un attimo alla sua vita privata e a sua moglie, che comprendendo quando sia importante per il marito questa scelta, lo supporta silenziosamente a distanza.
Il team che si appresta a girare, sapendo benissimo che ci saranno delle difficoltà economiche e tecniche, lo fa in onore dell’amicizia con cui sentono legati più che per la vana promessa che : Una roba così Procacci e Fandango ci fanno subito un documentario strapagato e comunque è una bellissima storia.
Viene da chiedersi quindi chi è davvero il ragazzo più felice del mondo. Potrebbe essere Francesco che riceve il disegno del suo autore preferito, potrebbe essere Gipi che è riuscito a trovare una storia prima di raccontarla, potrebbe essere ogni protagonista della storia stessa che ha la possibilità di sentirsi realizzato. Potrei essere io che ho fatto una recensione sia per chi ama leggerle prima di aver visto il film o dopo per capire le varie interpretazioni.
In realtà oltre tutto questo, anche noi potremmo essere i più felici del mondo se riuscissimo a trovare il modo per esserlo.