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Chuck – una storia di spie da ridere (e non solo)

La scorsa settimana vi ho parlato di estate. Vi ho detto che una delle cose da fare in questa stagione è il rewatch selvaggio di vecchie serie. Una delle mie “vittime” preferite è Chuck. Come promesso nell’articolo precedente, ora vi dò la mia opinione su questo telefilm.

Avete mai visto Alias?

Ma come? Vi ho promesso una recensione di Chuck e, pronti via, vi parlo subito di un’altra serie? Sì, perché a mio parere conoscere Alias è un primo passo importante per godersi al meglio il telefilm che voglio recensire.

Riassuntone. Alias è stata una serie a tema spionistico andata in onda in USA dal 2001 al 2006. Narrava le vicende di Sydney Bristow, agente di una sezione supersegreta della CIA. Ha avuto un buonissimo riscontro di pubblico e critica ma, personalmente, l’ho sempre trovata pacchianissima. Complotti, controcomplotti, madri assassine triplogiochiste, tutto condito da un’abbondante dose di parrucconi improbabili. La maggior parte del tempo mi trovavo a pensare che Alias fosse involontariamente comico.

Per Chuck quella serie è stata un’influenza abbastanza chiara. Però, l’idea geniale degli showrunner Josh Schwartz e Chris Fedak è stata quella di rendere la loro serie volontariamente comica. Vediamo in che modo.

Are you coming to the toga party?

Charles “Chuck” Bartowski è un tecnico informatico assolutamente nerd e un po’ imbranato. Espulso da Stanford per aver imbrogliato a un esame, le sue ambizioni di carriera sono morte in un grande magazzino specializzato in tecnologia. Il protagonista è convinto che il suo ex migliore amico, Bryce Larkin, abbia voluto incastrarlo e sia il vero responsabile della sua espulsione. Quello stesso Bryce Larkin è in realtà un presunto disertore della CIA. Un bel giorno, decide di mandare all’amico un file contenente tutte le informazioni top-secret in possesso del governo americano. Il file è codificato in una serie di immagini. Non appena una persona le vede, i segreti custoditi nel file vengono “stampati” automaticamente nel cervello dello spettatore. In questo caso lo spettatore è Chuck. Da quel momento la sua vita cambierà.

Credendolo in combutta con Bryce, il governo manda due dei suoi migliori agenti alla ricerca di Bartowski: l’incantevole Sarah Walker e il burbero e repubblicanissimo John Casey. Ben presto si scoprirà che Chuck ha ricevuto le informazioni suo malgrado. Viene ordinato agli agenti di rimanere con lui per proteggerlo dai nemici del governo, che non tarderanno ad arrivare.

Chuck sarà costretto a partecipare direttamente a diverse operazioni spionistiche. I segreti nel suo cervello, infatti, si innescano solo alla vista di un qualcosa che funga da “innesco”. Ad esempio, la vista di un terrorista può portare Chuck a visionare nella sua mente informazioni sensibili su quel terrorista. Il fatto che il nostro sia un nerd del tutto privo di addestramento porta ai più divertenti spunti comici della serie. In ogni caso, Bartowski riuscirà quasi sempre a cavarsela piuttosto bene. “Are you coming to the toga party” è una frase in codice della CIA che Chuck userà per tirarsi fuori da una delle situazioni più difficili della prima stagione.

Per la gioia del pubblico femminile, Matt Bomer è Bryce Larkin...
Per la gioia del pubblico femminile, Matt Bomer è Bryce Larkin…

Chuck come Scrubs?

La serie è bilanciata ottimamente tra trama orizzontale e casi della settimana. Ogni puntata assistiamo ai nostri in azione sul campo, mentre qualche complottone di ampio respiro fa da sfondo alle varie stagioni. L’elemento comico, come anticipato, è rappresentato principalmente dal contrasto tra l’imbranato protagonista e le situazioni estreme in cui si caccia. Vengono parodiati anche i più gettonati cliché del genere spionistico. Molto presenti anche i riferimenti alla cultura pop, un po’ sullo stile di The Big Bang Theory. Una pletora di personaggi secondari grotteschi completano il quadro degli elementi comici della serie. Alcuni di questi personaggi, per la verità, rappresentano un po’ un difetto. Davvero troppo caricaturali e stucchevoli per essere davvero incisivi. Comunque, sono in grado di strappare risate facili in qualche occasione.

La vera forza di Chuck, tuttavia, è quella di unire con maestria elementi comedy ed elementi drama. Il mix è tanto ben riuscito che, oserei dire, solo quel capolavoro di Scrubs è riuscito a far meglio nell’impresa. Perché si ride, certo, ma la serie non manca di momenti emozionanti, temi seri e colpi di scena drammatici. Non è una interminabile sequela di gag stile Una pallottola spuntata. Proprio come con J.D., con Chuck Bartowski la lacrimuccia potrebbe scendere sia per le troppe risate che per la commozione.

...ma per la gioia di quello maschile, Sarah Walker è Yvonne Strahovski
…ma per la gioia di quello maschile, Yvonne Strahovski è Sarah Walker!

Molto importante la figura di Sarah Walker. L’agente CIA, interpretata dalla dea Yvonne Straho(t)vski, e Chuck (Zachary Levi) hanno una storia d’amore di copertura, per proteggere la reale natura del loro rapporto. Il protagonista –  trovandosi di fianco una strappona del genere e non avendo contatti con il genere femminile più o meno dal paleozoico – non tarda a sviluppare reali sentimenti verso la collega. Sarah sembra inizialmente limitarsi a una relazione strettamente professionale. Ma ben presto le cose cambieranno anche dal suo punto di vista. La storia d’amore tra Chuck e Sarah si sviluppa con calma nell’arco dell’intera serie. È uno delle relazioni più belle mai rappresentate in TV, a mio modesto parere.  È anche un esempio perfetto dell’elemento drama in Chuck.

Aces Charles, you’re aces!

L’amore ha un ruolo importante per Chuck. Quello per Sarah, ma anche quello per la sorella Ellie. O quello per l’amico fraterno Morgan, principale spalla comica del gruppo. I rapporti umani sono costantemente in primo piano. Rapporti sfaccettati e credibili, pur su uno sfondo ai limiti del demenziale. La sola comicità è stucchevole se non si accompagna a un quid in più. Chuck ha le carte in regola per non essere stucchevole. Se Scrubs resta un modello inarrivabile, le vicende del nostro Bartowski risultano comunque gradevoli, divertenti e commoventi il giusto. Se avete amato i medici ai primi ferri non potrete non innamorarvi di queste spie strampalate.

L’espressione che ho usato per quest’ultimo sottotitolo è una frase tipica del padre del protagonista. Grosso modo sta per: “Charles, sei il migliore”. Lo credo anche io. Per me Chuck è stata una piacevole sorpresa e mi sento di consigliarlo davvero a tutti. Dategli una possibilità, alla peggio vi farà passare una serata leggera e senza pensieri!

Già che ci siete, fate un salto dai nostri amici di Serie Tv News e Serie TV la nostra droga.

Mattia Carrea

Nato nel 1988, passa buona parte dei suoi 28 anni a seguire le più grandi nerdate mai prodotte nella storia del cinema e della televisione. Difficilmente scriverà di grandi film d'autore, siete avvisati!
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