Serie TV

Club de Cuervos: non la solita banale commedia sportiva

ANCORA UNA VOLTA UN’ORIGINALE NETFLIX CHE CI PRENDE ALLA GRANDE

C’era una volta, nell’isolata città di Nuevo Toledo, un uomo chiamato Salvador Iglesias, artefice del miracolo sportivo dei Cuervos FC, società che grazie agli invesimenti del proprio presidente è riuscita ad arrivare ai vertici della Primera Division di calcio messicana. Alla formazione bianconera manca solamente il titolo, sfiorato più volte (in 4 circostanze per la precisione) centrando la finale e perdendo poi proprio la gara decisiva.

Il presidente viene colto improvvisamente da un malore, causato anche dagli eccessi del figlio, Salvador Junior (per tutti Chava), ritratto da alcuni scatti mentre pippa coca sdraiato su una prostituta durante una festa organizzata con diversi giocatori della squadra. L’infarto lo stronca sul colpo, costringendo così i due figli (e tra loro fratellastri) Chava e Isabel a dover prendere in mano le redini di una squadra che rimane l’ultima ancora di salvezza per una città di operai che sta piano piano morendo sotto il peso della crisi economica.

L’originalità della serie è straordinaria. Non si tratta infatti della classica produzione scritta per famiglie dallo scontato lieto fine. Chava è fondamentalmente un cazzone, il classico figlio di papà viziato che non ha nemmeno lontanamente idea di quale sia il reale valore del denaro. Isabel è invece una professionista seria e diligente, schiacciata però dal peso delle proprie responsabilità verso la squadra e delusa dal fatto che l’essere donna le precluda una facile ascesa in un mondo maschilista come quello del calcio.

Old school vs Viziataggine
Old school vs Viziataggine

L’attrito tra i due genererà situazioni ai limiti del normale, il tutto contornato dalle vicende di Mary Luz, l’ultima amante del padre e a detta sua incinta da 3 mesi proprio del possibile terzo figlio di Salvador Senior. Le vicende private si intrecciano con quelle del campo, lasciando lo spettatore davanti a uno scenario comico, ma non così tanto distante – seppur con le dovute proporzioni – da avvicendamenti societari realmente accaduti nel mondo del calcio.

Oltre a essere estremamente divertente, la serie – già rinnovata per una seconda stagione – si distingue per la qualità delle riprese e per l’ottima sceneggiatura, che tiene conto anche del passato dei personaggi e di tanti minuziosi particolari che compongono la personalità di ognuno dei protagonisti. L’unica pecca – per chi la considera tale – guardandola dall’Italia, è il doverla guardare con l’audio originale e i sottotitoli.

Parlando dei giocatori, è inquietante la somiglianza tra alcuni di loro e volti noti della nostra Serie A. Se Potro è la copia spiccicata, soprattutto nelle movenze e nella gestualità, di Maxi Lopez (con però un fisico da culturista), Cuau ricorda incredibilmente Fredy Guarin con 10 kg in meno. Tony è identico all’Eder di 3 o 4 anni fa, mentre Aitor Cardoné è assolutamente Marco Borriello.

Fredy Guarin e Maxi Lopez
Fredy Guarin e Maxi Lopez

Per concludere, se siete alla ricerca di qualcosa di leggero e divertente, direi che potreste aver trovato una risposta. O quantomeno una soluzione che possa accontentare la vostra ragazza, che sennò vi chiede magari di guardare roba tipo 2 Broke Girls. Birra in una mano, telecomando nell’altra, accendete Netflix e godetevi le prime 13 puntate: non ve ne pentirete.

Drogati di serie tv? Passate da Serie Tv News e Serie tv, la nostra droga: roba buona.

Giuseppe D'Amico

Classe '93, venuto al mondo in una metropoli di 5000 anime sull'Appennino abruzzese. Da ragazzino ascolta musica, legge libri e soprattutto guarda un sacco di film con i suoi teneri amichetti in cameretta, proseguendo poi fino ai 23 anni. Osserva molto e scrive bene, almeno questo è quello che gli dice sua madre.
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