Film

Colonia, una storia poco conosciuta

Non è per niente facile realizzare un film che affronti le tragiche conseguenze della stupidità umana nel corso della storia. Il XX Secolo ci ha donato molti “spunti” da cui attingere e i film sulla shoah o sulle due guerre mondiali si sprecano. Spesso i registi hanno peccato di eccessiva retorica o, al contrario, di un’impersonalità che priva la visione di qualsivoglia emozione. Colonia riesce a trovare il giusto mezzo, con qualche dovuta escursione romantica.

In realtà non c’è molto da dire su Colonia, poiché si tratta di un film estremamente semplice. Al regista Florian Gallenberger interessa raccontare una triste pagina della storia cilena, mostrando ciò che avvenne a Colonia Dignidad durante la dittatura di Pinochet.

La scelta del regista di mantenere uno sguardo sobrio alla fine paga. La regia asciutta dà spazio alle ottime interpretazioni dei due protagonisti, Emma Watson e Daniel Brühl. Inoltre non serve altro per far emergere il clima claustrofobico ed estremamente ansiogeno che caratterizza l’intera durata del film, anche perché gli avvenimenti sono già tragici di per sé.

Sullo sfondo del golpe cileno, Daniel (Daniel Brühl) viene arrestato e trasferito alla Colonia Dignidad, un campo di lavoro e torture guidato dal sadico predicatore Paul Schäfer. La ragazza di Daniel, Lena (Emma Watson), decide di introdursi volontariamente fingendo di aderire alla setta religiosa. Appoggiato dal governo cileno, Colonia Dignidad si rivelerà un campo di concentramento dal quale è impossibile fuggire.

36091

Il breve incipit riesce a svolgere la funzione di localizzare la storia e presentare a dovere il background storico, per poi passare direttamente alle vicende strettamente legate alla setta religiosa istituita da Paul Schäfer. Un’opera didascalica, che riesce a mantenere alta l’attenzione dello spettatore grazie ad un ritmo sostenuto e al soggetto sconosciuto ai più.

Nonostante film come questi possano non lasciare spazio ad interpretazioni personali o non diano molto materiale su cui costruire una recensione, Colonia è comunque un film meritevole. Un compito ben fatto, una storia poco conosciuta, da conoscere, raccontata a dovere.

Mauro Paolino

Classe 1996, inizia a scrivere recensioni cinematografiche all'età di 15 anni. Appassionato di cinema, scrittura e storia dell'arte moderna, passa le sue giornate a guardare film, scrivere sceneggiature scadenti e coltivare la sua barba, nella falsa convinzione di sembrare un ragazzo intellettualmente impegnato.
Back to top button