Film

Contratiempo e la visione hitchcockiana spagnola

Oriol Paulo, al suo secondo thriller, sorprende con la sua grande abilità tra fascino e inganno.

Riuscire a confezionare un thriller intrigante, capace di trascinare lo spettatore in un turbinio di indizi e svolte inaspettate, è sempre più impegnativo. Il pubblico di appassionati del genere è sofisticato e difficile da soddisfare: buchi di sceneggiatura, rivelazioni assurde e protagonisti insipidi non sfuggono – e non vengono perdonati – agli spettatori più attenti, dei novelli e puntigliosi investigatori. Oriol Paulo riesce in questa missione nel 2012 con El Cuerpo. A quattro anni di distanza, replica il successo con l’ancor più raffinato Contratiempo, disponibile su Netflix, avventurandosi nell’ insidioso terreno del giallo-investigativo.

Al centro della scena Adrian Doria (Mario Casas), giovane businessman dal destino scintillante. Con la sua bellezza e il suo stile di vita è una figura che ha saputo farsi invidiare, procurandosi non poche inimicizie. La sua sfrontatezza e la sua reputazione devono confrontarsi con le domande di Virginia Goodman (Ana Wagener), granitica e insuperabile avvocatessa responsabile della sua difesa. La sera dell’incontro fra i due diventa uno scontro di sguardi tesi, consci di nascondere grandi misteri e storie allo spettatore. Cosa è accaduto? Che rischi sta correndo Doria? Una serie di flashback suggerirà allo spettatore le risposte a questi quesiti e gli strumenti per risolvere un complesso caso di omicidio.

Mario Casas - Contratiempo

Un sospettato  che sembra privo di vie di fuga, una storia che viene riscostruita passo dopo passo: la strategia alla base dell’impeccabile sceneggiatura di Paulo è semplice e vincente. Lo spagnolo classe ’75 punta i riflettori su un protagonista intrappolato da prove schiaccianti che lo rendono fragile, nonostante l’atteggiamento spavaldo. Questa condizione è solo la prima mossa del gioco di indizi e inganni silenziosamente condiviso da regista, cast e pubblico.

Tra omaggi e ricercatezza

I volti e gli sguardi di Contratiempo sono le chiavi di lettura di una storia che si nasconde dietro una compiaciuta linearità. L’ispirazione risulta, sequenza dopo sequenza, evidente con riferimenti visivi e narrativi a classici senza tempo come Psycho e La finestra sul cortile. Il regista di formazione dimostra di essere un grande apprezzatore del maestro della suspense, giocando con gli ingredienti cari a Hitchcock: l’effetto sorpresa e la moltitudine di sfaccettature dei personaggi. Un valido cast permette di dare vita ad una vicenda che diventa sempre più chiara con l’aumentare dei particolari forniti dallo stesso Doria. Sono tessere di un puzzle che diventa sempre più chiaro, una visione d’insieme che sembra accompagnare lo spettatore verso un necessario epilogo.

Adrian e Virginia, faccia a faccia per una notte interminabile, non hanno più segreti… o forse no. Sono due abili scacchisti che hanno saputo costruire, proprio come Paulo dietro la cinepresa, un sorprendente scacco matto con diverse mosse d’anticipo. Si rimane così a bocca aperta davanti ad un thriller spagnolo di cui, cliccando play, non si erano intuite le potenzialità. L’intreccio di astuzie e bravure si sviluppa a partire da un magnetico equilibrio precario tra luci ed ombre che si concretizza con una fotografia che alterna toni freddi e toni caldi nella contrapposizioni tra presente e ricordi. Le ambientazioni, ricche di dettagli e aspetti mai casuali, sono solo lo specchio di personaggi complessi. Ogni pedina in gioco ha motivazioni e obiettivi da raggiungere con decisione e con rapidità.

Ana Wagener - Contratiempo

Un altro importante aspetto di Contratiempo è l’armonia con cui si intrecciano ritmi narrativi, tempistiche e brani di una vivace ma mai invadente colonna sonora. Queste tre componenti si sostengono vicendevolmente assecondando il trucco scelto, legando indissolubilmente il pubblico all’illusione.

A visione conclusa, il vero mistero rimane il motivo per cui un film stimolante e appassionante come questo sia rimasto all’ombra di insipide produzioni ad alto budget. Forse il vero contrattempo di questa visione risiede nella sua imprevedibile scelta nell’immenso catalogo Netflix. Oppure… anche questa recensione è un inganno? Anche questa possibilità non è da sottovalutare!

Federica Gaspari

Dal '95 è persa in una dimensione alternativa costellata di film e libri tra cui si aggira sbadatamente a bordo di una DeLorean. Nel tempo libero cerca a ingegneria la formula perfetta per rimanere in pari con le serie tv che segue.
Back to top button