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Siamo cosììì… 10 donne coi contro… fiocchi al cinema

Coraggiose, sensuali, malvagie, affascinanti, ostinate, fragili… potremmo andare avanti all’infinito con gli aggettivi per descrivere la poliedricità della presenza femminile nel mondo del cinema, perché diciamocelo, la bellezza e la suggestione di certi ruoli in rosa sul grande schermo, i signori uomini, se le scordano.

Madri, mogli, figlie, amanti, donne in carriera, donne che vi hanno rinunciato per amore della famiglia, donne ingabbiate all’interno di cliché dai quali è ben difficile liberarsi, ma anche donne che hanno saputo spiccare il volo, con le proprie ali, come dimostra questa mia top ten mooolto personale e sentita. 

E allora non dilunghiamoci troppo, e andiamo alla scoperta dei 10 migliori ruoli femminili sul grande schermo, ruoli che hanno fatto la storia, facendoci sognare ad occhi aperti e scatenando in nutrite schiere di adolescenti folli deliri di autentica emulazione.

Thelma&Louise

Thelma & Louise: ben due in un colpo solo, o meglio, due donne che diventano un tutt’uno, insieme fino alla fine, protagoniste dell’omonimo, e forse migliore, “manifesto femminista” del cinema hollywoodiano.

mamma_roma

Roma Garofolo: o, forse, sarebbe meglio chiamarla “mamma Roma“. Che devo aggiungere? Pier Paolo Pasolini. Anna Magnani. Per dirla alla George, what else?!?

Marlene Dietrich

Amy Jolly: una (splendida) Marlene Dietrich vestita da uomo scende dal palco durante uno dei suoi spettacoli, si dirige verso la platea e bacia appassionatamente una donna del pubblico, nel Marocco (Morocco) diretto da Josef von Sternberg. Siamo nel 1930, e anche stavolta non aggiungo altro.

Jodie Foster

Clarice Starling: IO – AMO – Jodie Foster. Sì, perché l’eroina de Il silenzio degli innocenti è cazzuta al punto giusto ma senza sembrare una caricatura di sé stessa, inconsapevolmente bella, e riesce a farsi largo in un ambiente di veri “duri” (di comprendonio, che pensavate?) dal grilletto facile.

marilyn-monroe

– Marilyn Monroe: una che, in Quando la moglie è in vacanza, esordisce con un Salve! Sono io, non si ricorda? La patata del piano di sopra… potremmo odiarla. Dovremmo odiarla profondamente, perché è esattamente il prototipo della bionda oca che noi donne di cultura e carattere tanto odiamo. Ma, in realtà, non possiamo odiarla. Sì, perché Marilyn, oltre a un involucro spaventosamente ben riuscito, possiede anche il raro dono dell’autoironia (epperò troppa grazia allora, cazzarola!)

Kathy Bates

Annie Wilkes: una spaventoserrima Kathy Bates in Misery non deve morire: la follia che esprime la Bates con un solo sguardo è un abisso nel quale c’è da pregare di non cadere. Un personaggio che ha segnato indissolubilmente la storia del thriller, e anche il sonno di milioni di adolescenti (e non solo).

Nancy

Nancy: se per tutta la durata di Nightmare assistiamo al via vai di verginelle isteriche che fuggono in direzioni opposte, deambulano rigorosamente al buio e possibilmente mentre fuori si è appena scatenata una tempesta di epiche proporzioni, Nancy è l’eroina femminile che mancava al genere horror, quella che affronta la situazione, senza scadere nel tragicomico in stile Scary Movie. Grande Nancy, sei tutti noi.

Colazione-da-Tiffany-Audrey-Hepburn

Holly Golightly: un’altra che ci potrebbe stare fortemente sui maroni, ma così non è. Gli ingredienti ci sarebbero tutti: Audrey Hepburn, bella come il sole, la Fifth Avenue di Colazione da Tiffany, un tubino nero di Givenchy e gli occhiali RayBan Wayfarer, ma Holly è così eterea, fragile, ironica e perfetta che non possiamo far altro che ammirarla con sguardo sognante.

anna_magnani

Pina e Maddalena Cecconi: sì lo so, avevo già inserito Anna Magnani in questa top ten, ma stiamo parlando della Magnani, perdiana, quindi merita almeno altri due posti in classifica. Sia in Roma città aperta di Roberto Rossellini che in Bellissima di Luchino Visconti assistiamo alla rappresentazione di due ruoli forti, intensi: nel primo caso ci appare con violenza espressiva devastante il volto di una donna coraggiosa e disperata durante l’occupazione nazista della Città Eterna, nel secondo conosciamo una madre dalla carriera mancata che riversa, in maniera patologica e struggente, sogni e desideri su una figlia ancora troppo piccola per comprendere il dolore e la frustrazione di una donna insoddisfatta.

Arianna Borgoglio

Giornalista freelance, 26 anni, laureata in Conservazione dei Beni Culturali e in Informazione ed Editoria, coltivo le mie passioni con tenacia e voglia di mettermi in gioco. Tra queste scrittura, letteratura, cinema, storia dell’arte, cucina – intesa come amore per il buon cibo più che predisposizione verso i fornelli! - viaggi, musica e chi più ne ha più ne metta. Nelle mie recensioni sono spietata... q.b., ma non è colpa mia: è che mi disegnano così ;)
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