
Premetto: se avete visto Creed, se vi piace il pugilato, o Michael B. Jordan, o il citazionismo esponenziale, o, anche, i russi incazzati, andate a vedere Creed 2, e non ve ne pentirete.
Sarò sincero, non ho mai pensato, sin da quando iniziò a circolare la notizia di un ipotetico scontro con il figlio di Ivan Drago, che un Creed II fosse una mossa inutile. Sicuramente, sarà a causa dello zampino di Coogler, che se non fosse per Black Panther (che, paradossalmente, più passa il tempo e più esercita pressione sulle mie gonadi), sarebbe un infallibile, sarà per l’affezione che ho nei confronti di Rocky, desideravo vedere che fine avrebbe fatto Adonis Creed.
Ma quindi, Creed 2 – che, tra l’altro, è diretto da Steven Caple Jr. e non da Coogler, che comunque è il produttore esecutivo – ha soddisfatto le mie aspettative? No.
Mi è piaciuto? OVVIAMENTE.
Creed 2 ci riprende da dove ci aveva lasciato l’altra pellicola, mostrandoci un Adonis ormai affermato che nelle prime scene vince addirittura la cintura per il titolo dei pesi massimi. E andrebbe tutto bene, se solo non fosse per quei ficcanaso dei Drago. Infatti, dal peggior gulag russo arrivano a sfidare il campione Drago padre e Drago figlio, il bianco occhi blu ed il nero occhi rossi. Da qui in poi, mi fermo con la trama per passare ad uno dei punti principali di Creed 2: dalle prime scene, ed è quasi allucinante, c’è la possibilità che lo spettatore che abbia visto gli altri film della saga riesca ad immaginare ogni singola scena del film. Non qualcuna sì e qualcuna no, tutte.
Il fatto è che, però, quest’ultimo non sembra un’effettiva pecca, perché il film si regge sui personaggi. Per me che, da un certo punto di vista, detesto i supereroi, Creed 2 è stato l’equivalente di vedere Batman che prende a badilate Superman. Il personaggio di Adonis è insolitamente realistico e “vero”: un campione nello sport, ma ancora immaturo in alcuni tratti del carattere, che da un momento all’altro si ritrova a dover superare tutto per necessità. Viktor Drago, invece, è semplicemente una montagna senza sentimenti per tutto il film, che si rivela – anche qui, prevedibilmente – nel finale. Nonostante i due visibilmente non potrebbero mai appartenere alla stessa categoria di peso, dato che Drago è anche 20 cm più alto di Creed, ed è vistosissimo (un po’ come se, da piccoli, un cugino più grande di te iniziasse a picchiarti con una spranga solo per esercitare la sua parità di diritti nei tuoi confronti), lo scontro, e l’attesa dello scontro stesso, valgono il gioco.
Creed 2 è un film strappa-applausi.
Ho visto il film in sala due volte e gli applausi cadevano esattamente negli stessi momenti: che sia un motivetto, una scena, una linea di sceneggiatura, la volontà di “dare alla gente ciò che la gente vuole”, è tangibile, ma sta qui il punto. Staccare il cervello, per usare un neologismo di pubblico dominio, è ottimo se fatto nel modo giusto. Se “quel che voglio” viene datomi con coscienza, lo ingurgito di buon grado. Non siamo di fronte a Toro scatenato, ma, comunque, il brivido, l’adrenalina, la lacrima, anche, arrivano, e questo non può che essere un pregio.
Adesso, saluto con affetto chi non abbia ancora visto il film e…
PASSIAMO ALLO SPOILER:
Allora, che Creed sarebbe andato in Russia a battere il mio amato Viktor, dopo aver perso ma non perso inizialmente (anche perché, se avesse vinto, sarebbe finito il film) era cosa scontata. Lo fa Rocky in Rocky IV dopo la morte di Apollo e di conseguenza lo fa anche il nostro protagonista: effettivamente, la struttura è uguale. Anche l’allenamento nel deserto, seppur più brutale, è effettivamente simile a quelli di Rocky…con ancora più testosterone, un pizzico di metrosessualità e l’aggiunta dell’hip hop, che, per me, è sempre una buona aggiunta. Se mi è piaciuto lo scontro finale? Scontato. Com’è stato scontato l’applauso nel momento in cui parte il motivo originale di Rocky.

In fin dei conti, però, Ivan il terribile è ancora un personaggio interessante: è praticamente un Demea demoniaco il cui unico obiettivo è educare il suo figliolo a rosicchiare gli stinchi degli avversari. Ed è perfetto così. L’accento c’è ancora e c’è anche un momento cringe con il celebre “spiezzo”, ma, senza dilungarmi in un inutile elenco di citazioni, era questo ciò di cui volevo parlare, questa scelta che, se fino ad un certo punto può andar bene, diventa discutibile quando si fotocopia esattamente la struttura.
Non si può dire che Creed 2 sia brutto, anzi.
