In principio fu Daredevil, che spazzò via ogni dubbio facendo gridare anche i più insospettabili al miracolo. Poi Jessica Jones che, soprattutto grazie a uno spaziale David Tennant, si mantenne su buoni standard. Poi Daredevil 2 con il suo Punitore troppo perfetto per essere vero. Infine Luke Cage. Oddio, siamo onesti, Luke Cage fino alla settima puntata: da lì in poi caduta libera (dai, The Punisher no, perché Jon Bernthal è spaziale).
Si pensava che The Defenders avrebbe salvato baracca e burattini, ma è stato l’ennesimo chiodo in una bara che trovare alle pompe funebri sarebbe stato impensabile. Grazie, Iron Fist, a mai più rivederci.
Capite bene perché tutti, e l’universo mi è testimone, ma proprio tutti, aspettavano Daredevil 3 come Salvini aspetta la nuova scritta sulla felpa. Doveva riportare in alto il connubio Netflix-Marvel. Non Salvini, eh. Anche se, oddio, Salvini al posto di Kingpin… no, scusate, sto divagando. “Hell’s Kitchen di ghisa!”. Va bene, la smetto.
Comunque, Daredevil 3 è arrivata, in mezzo all’hype più totale. E? Quindi? Come stracavolo è?
Eh. Il discorso è lungo. Se avete tanta buona volontà, come il sottoscritto, statemi dietro. Non ve ne pentirete. Forse. Potreste incappare in spoilerz, tanto la serie è già uscita da un po’.
L’EFFETTO GATTOPARDO
Pensavate avessi infilato la citazione nel titolo solo per darmi aria da intellettuale radical chic, eh? Vero, ma un po’ di senso ce l’ha. Perché se dovessi fare una grande summa di Daredevil 3 rimarrebbe fondamentalmente questo: un cattivo retrogusto di “ehi, sono uguale alla prima stagione, ma cambio un paio di cose così non ve ne accorgete e urlate al capolavoro”. Fateci caso, lo schema è sempre lo stesso, ma l’abbiamo già visto (e l’abbiamo già visto fatto molto meglio): c’è un boss del crimine che si nasconde in piena vista da sconfiggere; l’opinione pubblica in bilico; uno con un costume fatto in casa che vorrebbe ucciderlo ma non ci riesce; i suoi amici che vengono allontanati/minacciati; un matto con un passato militare che sbrocca e ammazza tutti; le botte con il tizio che dovrebbe rifarti il costume figo; la scazzottata finale tra sangue e disperazione; tutti che si chiedono se Daredevil è buono o cattivo. Direi che può bastare. Non sono cose brutte, sono cose già viste, e spesso e volentieri viste e trattate esattamente allo stesso modo. Ma la gente, evidentemente, quello voleva.
DAREDEVIL
È tormentato dai fatti di Defenders. Non crede più in Dio e nella sua missione. Ci mette manco una puntata a decidere che sta sbagliando e che in realtà picchiare la gente nei vicoli bui è la sua vocazione. Se volete davvero caduta e rinascita dell’eroe (e la caduta era già ridicola di per sé), almeno tormentatelo di brutto, fateci credere che lui sia completamente perso, perché così, nonostante le 13 puntate, sembra troppo veloce la “redenzione” di Matt con la conseguente (ri)chiamata alle armi.
E poi, scusate eh, ma lui decide di tornare Daredevil e massacra di botte gli agenti dell’FBI (prima della corruzione, occhio). Nel parcheggio si accanisce su di loro manco fossero rapinatori di vecchiette, cosa che a livello di personaggio è veramente ridicola, e mal supportata da questo tormento interiore che non può venir fuori pestando a sangue i buoni e manco pentendosene.
BULLSEYE
Arriva tardi. Troppo tardi. Ed è un buono. No è psicopatico. Però vuole essere buono. Ma è sempre psicopatico. Odia Fisk ed è un agente dell’FBI, con passato militare power. Però oh, ricordatevelo, è psicopatico, quindi urla al muro e decide di rinnegare tutto e tutti per poter ammazzare gente a caso sotto ordine di Fisk. Anche qui: gestite molto male le tempistiche del cambiamento. Lasciamo perdere quanto una caratterizzazione del genere perda rispetto alla lucida follia della controparte cartacea (la sua ossessione per Daredevil, il suo mondo distorto eccetera) ma, comunque, resta poco credibile questo cambio totale di valori. Sembra tutto giustificato dal semplice “eh ma tanto era pazzo già da piccolo”. È troppo brusco il passaggio dall’odio verso Fisk all’uccidere innocenti per suo conto. E, sebbene siano le origini del villain eccetera, ho davvero sentito la mancanza di un costume.
KINGPIN
Wilson Fisk in Daredevil 3 in a nutshell: “VNESSAAAA”. No, dai, Vincent D’Onofrio è talmente perfetto nella sua bravura che anche quando enfatizza troppo lo si adora.
NADEEM
La cosa migliore di Daredevil 3. Ecco come si struttura un personaggio, come lo si fa cadere e poi rialzare, prendendosi il tempo giusto e chiudendolo anche alla grande. Fa strano che ci siano riusciti così bene con lui e in maniera raffazzonata con lo Special Agent Poindexter but you can call me Dex altrimenti ti ammazzo i gatti.
L’EPISODIO SU KAREN
Ma anche no, grazie. Bastavano 5 minuti di dialogo in cui lo raccontava a Matt o Foggy. Invece sciroppiamoci tutto il passato da rebel-girl che spacciava e limonava donne, in mezzo a una narrazione già di per sé lenta. Se ne sentiva proprio il bisogno.
LA ROBA BUONA
Oh, non fraintendetemi, mica è tutto da buttare. Foggy è sempre splendido, la chimica tra i personaggi ti squaglia per ogni sorrisino che si fanno (frutto del lavoro della prima stagione, però). Matt mi fa dubitare della mia eterosessualità ogni volta che apre bocca. Regia e fotografia sono sempre quelle, anche se alcune scene di combattimento risultano meno incisive rispetto al passato, soprattutto a livello di montaggio: spesso caotico e poco chiaro. Poi certo, c’è quel piano sequenza nella prigione che ci fa bagnare tutti come se avessimo le Cascate del Niagara tra le cosce, ma non basta.
E ADESSO?
Se nulla cambia davvero, come facciamo? Il rischio è che la piattaforma streaming della Disney, con tutte le miniserie già annunciate, si divori il MCU netflixiano. Perché c’è Kevin Feige a supervisionare la baracca, mentre qua sembra abbiano dato tutto nelle mani della Pimpa. Serie cancellate, Daredevil 3 con ascolti bassi, personaggi che manco per sbaglio arriveranno nel MCU cinematografico, almeno per il momento. La situazione non è delle migliori, e un Daredevil 4 sembra lontanamente utopistico.
Disney, ti ripigli pure queste serie e rimetti mano a Daredevil come Feige comanda?
Oh, magari datevi una letta a quel capolavoro di Rinascita del caro Frank Miller, che in casa Netflix non se lo sono studiato proprio bene. Sorella Maggie a parte, dai. (E l’inquadratura stile Pietà con Matt e Karen, passiamogli anche quella).
Tutti a casa ad aggiornare il curriculum, su.