Serie TV

Dark, la seconda stagione – L’intrattenimento di cui avevamo bisogno [NO SPOILER]

Giugno. Primo pensiero: che schifo, odio l’estate. Un annetto fa mi lamentavo del caldo torrido che mi ha portato a martoriarmi a suon di film di Von Trier (ti penso sempre Lars, manie suicide a parte); nel 2019 invece è tutta un’altra musica. Arrivo da un mese pieno di sorprese (anzi, sorpresissime) direttamente dal piccolo schermo: in una ventina di giorni ho assistito alla magnificenza della nuova serie di NWR, Too Old to Die Young, della quale appena avrò fatto un rewatch scriverò qualcosa, mi sto gustando poco a poco Chernobyl e ho letteralmente di-vo-ra-to la seconda stagione di Dark.

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Il mio ultimo ripasso prima della seconda stagione

Mia pupilla e unica gioia targata Netflix, la serie tedesca mi aveva fatto uscire di testa nell’inverno 2017 e l’attendevo tanto quanto un italiano medio aspetta il nuovo film di Checco Zalone. With all the respect…

Dove eravamo rimasti

Piccola intro spoilerosissima (tranquilli che la rece è spoiler free) per riprendere il discorso lasciato a metà, o meglio ad 1/3 dai nostri amici di Dark. Non volevo fare questo annuncio alla Capitan Ovvio, ma oramai che ci sono

Non proseguire con la letta del riassunto se ancora non avete visto/visto finire la prima stagione. Fatevi un favore.

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Perfetto. Dicevamo… Jonas Jahnwald è appena stato catapultato in un futuro non precisato dopo che il suo Io del futuro ha aperto il varco temporale con la macchina del tempo. Ha scoperto che il padre in realtà è il figlio di Ulrich, Mikkel e che il misterioso Viandante non è che sé stesso. Insieme a lui anche il piccolo Helge assiste all’apertura del varco, ecco spiegata la sua devozione e il legame al pastore Noah. Ulrich Nielsen è ancora bloccato nel 1953, indagato ed accusato per gli omicidi dei bambini; Bartosz nel frattempo viene istruito sempre da Noah sul viaggio nel tempo, mentre in città tutti continuano a nascondere i propri segreti. Mi sto già perdendo, fate voi. Nel caso qui c’è chi lo sa fare molto meglio di me.

Sic Mvndvs Creatvs Est

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Come già gli spettatori più navigati sapranno, Dark fa della sua coralità e dei suoi personaggi un enorme punto di forza. Storie, intrecci e misteri che animano la cittadina di Winden e incollano i netfllixlovers allo schermo come pochi altri prodotti sul mercato streaming. Ecco, la morale è sempre quella: Dark 2 fin dai primi minuti del primo episodio colpisce dritto nel segno, scavando in profondità nella genesi di un mondo senza tempo e senza Dio.

Qui Jonas acquista un ruolo ancora più centrale di quanto non lo avesse già nel capitolo precedente; diviso tra passato e futuro, il viandante senza un presente è senza dubbio il personaggio perfetto su cui regge una sempre solida ed avvincente scrittura. Un uomo perso in sé stesso alle prese con gli spettri del domani e con degli interrogativi che non troveranno mai una risposta. Per ora.

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Sì perché non è un mistero che questa seconda stagione di Dark sia il tassello di mezzo di un puzzle a tre pezzi: una fase due dagli intenti coraggiosi e nella resa ancora migliore della prima, soprattutto nel modo di vedere ed affrontare un tema cinematograficamente usurpato come il viaggio del tempo. Da Egon e Claudia Tiedemann a Ulrich e Martha Nielsen, ogni personaggi non perde minimamente di coerenza con il proprio arco narrativo e ci regala nuove sfumature. Menzione d’onore per il mio prediletto Noah: l’enigmatico e fascinoso predicatore è la ciliegina sulla torta di un cast pazzesco, ancora un volta mattatore della scena ogni volta che compare sullo schermo. Siamo poi così sicuri che sia “solo un cattivo”?

Abbiamo davvero una scelta?

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Ben oltre essere un incestuosa serie su zie innamorate a propria insaputa dei nipoti (cof cof Marta cof cof), Dark approda su lidi ben più spinosi del semplice e puro intrattenimento: interrogandosi sull’esistenzialismo e determinismo, mescolandoci Nietzsche e il fanatismo religioso, la serie tedesca mostra una maturità impressionante nella gestione dei temi messi in gioco. Un thriller/sci fi dove tutto è dosato alla perfezione, nascosto nell’ombra e dato allo spettatore in giuste dosi così da non saziarlo troppo presto; Dark è un prodotto non per tutti capace di essere cibo per la mente e di mettere a nudo le insicurezze e paure di tutti noi triper.

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Inutile dirvi quanto sia registicamente sontuoso ed un orgasmo per gli occhi: un giusto mix tra il déjà vu e il colpo di scena continuo (da farmi saltare in piedi dal divano un paio di volte), impreziosito da musiche da 10 in pagella. Dark confeziona un seguito mozzafiato, capace di appassionare secondo dopo secondo senza mai annoiare nonostante il passo compassato e pachidermico. Inoltre, i nuovi personaggi come Adam (sì, ho colto il riferimento biblico) e l’investigatore Clausen sono le giuste aggiunte in armonia con la storia. Bravi, bravissimi, 10+… Non dico nulla per non spoilerare. Così vicino ed allo stesso tempo così lontano dal suo predecessore… Sono innamorato. Vorrei fosse già qua il terzo capitolo.

Senza dimenticare qualche difettuccio

Non siamo esenti da problemi nemmeno in questo caso. Voglio fare il pignolo anche quando non dovrei. Proprio perché, come detto in precedenza, si tratta di una serie non per tutti, Dark sfugge alla logica commerciale della sua piattaforma mediocre (sì, L’HO DETTO) e nonostante il grande calore ricevuto all’uscita rischia di essere fraintesa. Peggio ancora banalizzata. Secondo scricchiolio riguarda la tendenza a perdonare alcuni ghirigori o sviste logiche… Ma sempre entro i parametri dei paradossi temporali. La perfezione non esiste, lo sappiamo tutti.

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Vero neo della serie è aver abbandonato dal giorno alla notte alcuni personaggi per strada come i genitori di Ulrich, Tronte e Jana, a cui si aggiungono Peter Doppler e Bartosz Tiedemann. I nostri dubbi troveranno risposta l’anno prossimo?

Dark 2 è quanto di più positivo e roseo mi sarei mai aspettato: nel suo essere così nichilista e spavalda, nessuna serie si prestava a tanta audacia dalla follia di Lost. Un universo colmo di lore che vi farà andare in pappa il cervello; Dark è senza alcun dubbio il principio e la fine. E’ il futuro dell’intrattenimento.

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Venitemi ancora a dire che è solo una copia di Stranger Things e vi riempio di botte, uno a uno. Forse così un po’ troppo, ma ho reso l’idea.

Davide Casarotti

Antipatico e logorroico since 1995. Scrivo di Cinema da quando ho scoperto di non saper fare nulla. Da piccolo volevo fare il cuoco, crescendo ho optato per il giornalista; oggi mi limito ad essere pessimista, bere qualche birra con gli amici e andare al Cinema da solo. Giuro, non sono una brutta persona.
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