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Il decalogo del finto cinefilo intellettuale

Ovvero, le dieci cosa da fare e da dire per apparire alla massa come un fine cinefilo intellettuale e guadagnarsi l’ammirazione di tutti.

Situazioni.

Eh? scusa sto già girando un film all’anno, non ho tempo di suonare anche bene il clarinetto

Diciamocela tutta, la società odierna è estremamente pretenziosa nei nostri confronti.

Anzi, diciamo pure che questa società è davvero una punta stronza. Perché? Perché quella maledetta oramai pretende che si diventi raffinati tuttologi. In tutti gli ambiti e in tutte le conversazioni siamo pressati dalla necessità di dimostrare qualcosa, di dimostrare che ne sappiamo quanto e più degli altri. Dalla fisica teorica a come preparare il tiramisù. Abbiamo a disposizione così tante fonti accessibili di informazioni che, potendone fruire in tutti i modi possibili, diventa persino difficile trovare una scusa per giustificare le nostre mancanze.

Quanto era più facile poter essere ignoranti qualche volta?

L’uomo moderno si ritrova spesso in situazioni di grave impasse, dove deve dimostrare conoscenza e consapevolezza per non essere escluso. Naturalmente il cinema non è esente da questo fenomeno.

Ma per vostra fortuna The MacGuffin è arrivato a salvare la vostra vita sociale. Che sia un tête-à-tête o una discussione di gruppo, vediamo assieme come sfangare ogni conversazione da cinefilo intellettuale con queste 10 semplici mosse.

1 – Analisi del vostro interlocutore

Ogni buona stangata richiede un minimo di preparazione. Per poter infinocchiare il cinefilo di turno dovete conoscere minimamente colui a cui vi rivolgete. Come? Usate le vostre conoscenze pregresse e, soprattutto, i social network! Ha condiviso recentemente un spezzone di Metropolis di Fritz Lang? Buttategli lì una frase tipo: “Ah, ma vogliamo parlare del montaggio analogico di Ėjzenštejn? Capolavoro!”

Ma se fosse la prima volta che incontro il tizio in questione? In questo caso provate a giudicare dal suo abbigliamento! Veste vintage? Dichiaratevi fan di Amélie Poulain. Metallaro anni ’80? Andate in brodo di giuggiole per Highlander!

2 – Vaghezza

Regola generale da mantenere lungo tutta la conversazione: mai andare troppo nello specifico in quello che dite! Rischiate di far scoprire l’inganno! Non serve parlare in modo tecnico per sembrare esperti! Mantenetevi sul generico e buttate nel discorso qualche termine tecnico di senso, se potete. Altrimenti, parlate di un film con qualche aggettivo pomposo dal significato poco chiaro. Dite, ad esempio: “Apprezzo molto la regia di Spielberg, è così sdrucciolevole !” In questi casi, dopo una cagata del genere, è di fondamentale importanza non smettere di parlare, per non dare occasione agli altri di domandarsi cosa diamine abbiate appena blaterato.

3 – “Mi sono innamorato del cinema quando…”

La linguistica e Milan Kundera ci insegnano come l’empatia sia fondamentale perché da un dialogo si possano ottenere i risultati desiderati. Il nostro interlocutore ci deve compatire, nel senso etimologico del termine (concetto latino di cum + patior: soffrire insieme). Ci vogliono, dunque, pathòs e comunanza anche nel parlare di cinema. Se farete in modo che chi vi parla provi ciò, egli abbasserà le proprie difese e il proprio giudizio, diminuendo la possibilità che vi trovi un completo deficiente.

Guardatemi, ho una camicia a quadri a maniche corte, sono diverso!

Sbandierate quindi il vostro amore per la settima arte puntando sul fattore nostalgia, dicendo qualcosa come: “Mi sono innamorato della sala buia quando, a 8 anni, mio fratello di 16 mi ha portato a vedere Il tempo delle mele per limonare con la tipella dell’epoca”.

4- “Uno degli ultimi che ho visto…”

Avete visto film nell’ultimo anno e mezzo? Si suppone di sì, dai! Vi ricordate la trama e basta? Benissimo, siete a cavallo! Mentre si parla di cinema buttate lì questa semplice frase: “Uno degli ultimi che ho visto è……! Parla di….. ! Molto bello!”. Non è nemmeno importante che il film sia correlato a ciò di cui state conversando. La cosa fondamentale è che, così facendo, darete l’idea di essere costantemente sul pezzo e che vi guardiate tipo un film al giorno.

Occhio a non menzionare cose tamarre e poco cinefile tipo XXX, Fast and Furious o qualsiasi Cinecomic. Se nominate, ad esempio, i fratelli Coen non sbagliate mai.

Se poi riuscite a parlare di un film semisconosciuto sottotitolato in tedesco di un regista polacco morto suicida giovanissimo, avrete fatto bingo.

5 – Regista feticcio

Anche questo punto richiede un minimo di preparazione. Ogni buon cinefilo ha un regista feticcio. Sarebbe buona pratica, dunque, sceglierne uno, di cui magari abbiate visto almeno due film e snocciolare la vostra passione per lui/lei. Non servono analisi approfondite, basta uscirsene con una frase del genere: “Oh mio Dio, io amo Tarantino! [titolo 1] e [titolo 2] sono tipo la mia bibbia”. Imparatevi a memoria almeno parte della sua filmografia ed elencatela per intortare definitivamente il cinefilo. Oppure raccontate una delle scene in modo dettagliato.

Per rafforzare il concetto imparatevi una citazione a memoria e propinatela a tradimento senza passare dal via. In alternativa improvvisate il balletto di Stuck in the middle with you.

6 – Wes Anderson

Ommioddo quant’è vintage!

Ricordate: siete cinefili. Ripetete con me: sono un cinefilo. “Non dovete ripetere 10 volte, non dovete ripetere 100 volte, dovete ripetere 1000 volte”: sono un cinefilo. In quanto cinefilo, dovete amare Wes Anderson. Non ci sono alternative.

Non avete mai visto manco uno dei suoi film? Non vi preoccupate, è sufficiente dire: “Ah, l’uso dei colori di Wes Anderson” e potete andarvene a casa tranquilli.

Se proprio volete fare gli sboroni potete usare un’altra serie di frasi equivalenti: “Ah, la comicità di Allen mi fa impazzire!”, “Ah, quanto è enigmatico Lynch”, “Ah, Iñárritu!”. Considerate anche la possibilità di menzionare qualche regista Neorealista o francese.

7 – “Non l’ho visto, devo rimediare…”

Si sta parlando di un film di cui non conoscevate neanche l’esistenza? Niente panico, lasciamo perdere lanci nel vuoto tramite giudizi critici avventati. Sarebbe troppo anche per un ciarlatano professionista. Una semplice frase vi farà uscire dalla situazione puliti come un lenzuolo d’ospedale: “Non l’ho visto, devo rimediare! Eh lo so, è una mancanza gravissima”. Tutti vi ricorderanno come quello che non ha ancora visto un film solo perché, tutte le volte che avrebbe potuto farlo, una nonna stava male! Guarda te, le sinergie!

Ricordatevi dunque: Cospargersi il capo di cenere is the new Non me ne fotte una ceppa!

8- Citazioni

Citate, citate, citate, citate, citate, citate, citate, citate, citate, citate,citate, citate!

Come suggerito dal mio collega Federico, citate frasi di film ogni volta che potete, senza ritegno alcuno. Sembrerete un’enciclopedia vivente, invece siete solo guardatori seriali di video correlati di YouTube.

Io faccio li sordi!

9- Rifiuto di un film/regista

Ogni buon cinefilo è sempre una punta snob e cacacazzi. Egli aborre e raccapriccia diversi registi e produzioni, quindi, per guadagnarsi il suo favore, è sempre bene sputare un po’ d’odio gratuito verso qualche agnello sacrificale cinematografico. Cinepanettoni e simili di solito vanno benissimo, benché sia più che altro solo sparare sulla croce rossa. James Cameron, ad esempio, è sempre un’ottima opzione, così come in generale tutto ciò che è commerciale agli occhi del cinefilo.

Se vi fidate della vostra abilità retorica, potete anche rischiare la critica a qualche big. La cosa potrebbe anche affossare la stima nei vostri confronti, quindi attenzione, ma, se ve la giocate bene, passerete per coraggiosa voce fuori dal coro radical chic intellettualoide, che è sempre buono.

10- “Non è Kubrick, però…”

Kubrick è unilateralmente riconosciuto come regista inarrivabile e pressoché indiscutibile. Usatelo come risorsa nel caso vi accorgiate di aver sparato un’affermazione poco apprezzata agli occhi del cinefilo intellettuale di turno.

Ad esempio, avete dichiarato di amare i film di Pif? State percependo lo sguardo pieno di disprezzo di chi vi sta davanti? Rimediate alla frittata dicendo “Beh, non sarà Kubrick, però…” inventando qualche motivazione.

Tanto in confronto a Kubrick sono tutte capre, quindi la vostra affermazione rientrerà come cagata in sordina e potrete riprendere in mano la conversazione.

 

Avete preso appunti?

Ora andate, indossate un basco, un occhiale rotondo, una sciarpa beige e sciorinate intellettualitudine!

P.s. trovate l’articolo anche sulla pagina dei nostri amici di Giornale7. Fateci un salto!

P.p.s. Ricordatevi di fare un salto dai nostri amici di I Love CINEMA!!!

Riccardo Cavagnaro

Vede la luce nell'anno 1991. Da quando ha visto "Jurassic Park" all'età di 3 anni sogna segretamente di toccare un dinosauro vivo. Appassionato lettore, viaggiatore, ascoltatore di musica e bevitore. Tutte queste attività arricchiscono sicuramente il suo bagaglio culturale, ma assottigliano pericolosamente il suo portafogli.
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