Film

Dodgeball: recensione di una persona cinica

Una recensione utile quanto un lecca lecca al gusto di merda

Partiamo dal presupposto che io sono un cinico misantropo amante dello humor nero, quindi vi sarà facile intuire perché, se un film inizia così:

Qui alla Globo-Gym siamo dell’idea che bruttezza e grassezza siano malattie genetiche, tanto quanto la calvizie o la necrofilia. Ed è solo colpa vostra se non vi odiate abbastanza da prendere provvedimenti. Ed è qui che interveniamo noi. La Globo-Gym ha uno staff altamente qualificato, anzi quasi qualifichissimo di specialisti dell’alterazione dell’aspetto. E con i nostri interventi pronto-detto-fatto a prezzi imbattibili, possiamo trasformare quel Frankenstein che vedete tutte le mattine allo specchio, in una Franken-star! Legalmente parlando resterete sempre voi stessi, ma diventerete sicuramente più magri, più attraenti e migliori di come avreste mai potuto essere senza di noi. Come lo so? Beh, non sono solo il fondatore della Globo-Gym… sono anche il miglior cliente! Questo sono io, sei anni e trecento chili fa. Prima di sapere quanto mi odiassi.

Ben-Stiller dodgeball

Fin da subito scatta la scintilla, e mentre lo guardi ti rendi conto che, se per caso la fiamma arriva fino alla polveriera di malvagità che hai al posto del cuore, Dodgeball non sarà semplicemente la solita commedia americana cazzara, sarà qualcosa che rimarrà per sempre, pronta a far esplodere l’idiozia malata che hai dentro. Beh, immagino abbiate capito come sia finita.

Intanto, una domanda è d’obbligo: ci sarà qualcosa (un film, una barzelletta, un video, la politica italiana) che vi fa ridere sempre e comunque? Che anche se conoscete a memoria ogni battuta e ogni singolo dettaglio, al solo pensiero iniziate a bagnarvi i pantaloni? (Dal ridere eh, sempre a pensare male). Beh, Dodgeball è per me una di queste cose.

Patches Dodgeball

Quindi faccio fatica a scrivere di questo film senza scoppiare in risate fragorose e moleste, e soprattutto senza citare forsennatamente le frasi che mi sono rimaste impresse (e che con un mio amico malato quanto me ci ripetiamo quasi quotidianamente, giusto per ricordarci a quale reparto neurologico apparteniamo). Perciò questa recensione sarà utile più o meno quanto un lecca lecca al gusto di merda! (Ecco, lo sapevo che sarebbe successo. Ma temo ricapiterà, vi chiedo scusa in anticipo).

Ah già, la trama! Che sbadato. La mia idea era scrivere una cosa come questa (leggetela, forza, altrimenti Jesoo piange. Poi però tornate qua altrimenti piango io) ma nella versione per deficienti. Quindi, in buona sostanza, Dodgeball è la storia di Peter LaFleur (Vince Vaughn), che per salvare la sua palestra tristissima e sfigatissima, decide di partecipare ad un torneo di Dodgeball a Las Vegas, assieme alla sua squadra ancora più triste e ancora più sfigata. A mettergli i bastoni tra le ruote ci penserà White Goodman (un vulcanico e fantastico Ben Stiller), proprietario della Globo-Gym, la palestra che vuole acquisire quella di Peter.

dodgeball white

Ecco che però il film non fa sconti, soprattutto vista la frase con cui alza il sipario. Se siete amanti della comicità demenziale, cattiva, spietata e volgarmente geniale, Dodgeball vi fa capire subito che è la pellicola che fa per voi, altrimenti potete pure andare a fare i sofisticati e guardarvi The Danish Girl, sorseggiando un brandy e disquisendo su quanto il film sia artistico e colto (anche se in realtà preferireste giocare a mosca cieca in autostrada).

Però, a mio modestissimo parere, credo sia meglio farsi prendere per le palle per mano da una moltitudine di personaggi pazzi e disagiati, dei disadattati alla vita che trovano solo nello sport del Dodgeball una vocazione, un senso malato di riscossa (sempre che si possa definire sport la palla prigioniera/avvelenata). A tenere il tempo, centellinando frasi cattive e taglienti come una motosega arrugginita, è Patches O’Houlihan (Rip Torn), lo spietato allenatore della squadra di Peter, che in un video promozionale del Dodgeball degli Anni ’50 spiega in cosa consiste lo sport (e, in senso lato, tutto il film): ricordati che il Dodgeball è uno sport di violenza, esclusione e degradazione.

dodgeball team

E tutte queste belle caratteristiche le serbo nel cuore, anche perché mi sono portato il film un po’ ovunque. Letteralmente, perché l’avevo comprato in versione UMD (cioè i film per la PSP), quindi credo sia uscito dall’Italia (e dall’Europa se non sbaglio) parecchie volte dentro il mio zaino. Quando si dice avere problemi mentali e andarne fieri.

Quindi cosa mi ha insegnato Dodgeball? Tanto, tantissimo. Innanzi tutto che quando scelgo i giocatori per una squadra, devo prendere quelli più forti e grossi, così possiamo metterci tutti assieme contro i più deboli. Poi che se una persona ha un obbiettivo nella vita potrebbe non raggiungerlo, mentre se non ne ha nessuno non rimane mai deluso. E, soprattutto, che se riesco ad evitare una chiave inglese, riesco ad evitare una palla.

Scherzi a parte, Dodgeball insegna che bisogna anche dare una chance a quei film che sembrano delle minchiate rotanti (e che 99 su 100 lo sono), ma che magari si rivelano cult personali dei quali non si può più fare a meno. Un concetto che trascende il guilty pleasure, sublimandolo nella fantastica follia (quante parole forbite per un film che usa la parola cagarella per far ridere).

dodgeball autolavaggio

Ma la pellicola diretta da Rawson Marshall Thurber è qualcosa di più, unisce segretamente tutti i matti che la amano alla pazzia, che però difficilmente ammetteranno la cosa, intenti magari a leggere il dizionario mentre sorseggiano la loro tiepida urina. Però, se avrete la fortuna di incontrarne uno, e se per caso l’argomento sfuggirà dalla gabbia del perbenismo e del politically correct in cui siamo costretti a vivere, ecco allora che inizierà la gara di citazioni, con uno sguardo complice che solo due persone che hanno fatto la guerra assieme possono avere.

Che altro dirvi? Forse ho già parlato troppo, quindi lascerò che siate voi ignoranti (nel senso che ignorate eh), a scoprire il resto. Perciò quando guarderete il film, maledicendomi con tutte le vostre forze (perché potrebbe benissimo andare così), sappiate che io sarò molto contento. Perché alla fine mi ringrazierete, dai, so che lo farete. O verrete sotto casa mia a tirarmi chiavi inglesi.

Ma tanto io conosco a memoria le cinque regole più importanti del Dodgeball, quindi non potrete mai colpirmi.

Edoardo Ferrarese

Folgorato sul Viale del Tramonto da Charles Foster Kane. Bene, ora che vi ho fatto vedere quanto ne so di cinema e vi starò già sulle balle, passiamo alle cagate: classe 1992, fagocito libri da quando sono nato. Con i film il feeling è più recente, ma non posso farne a meno, un po' come con la birra. Scrivere è l'unica cosa che so e amo fare. (Beh, poteva andare peggio. Poteva piovere).
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