Alle elementari sono stato un drogato assoluto di Dragon Ball. In quegli anni l’anime era già arrivato alla conclusione con l’ultimo episodio di Dragon Ball GT (che non ho mai amato particolarmente) e nessuno sapeva se prima o poi ci sarebbe stata un’altra serie. Si poteva solo fantasticare e raccogliere le voci di corridoio provenienti da quella rozza creatura primordiale che era l’Internet di fine anni ’90, dal quale arrivavano confuse informazioni su un mitologico Super Sayan 5 dai capelli bianchi.
Poveri stolti, nessuno sapeva ancora riconoscere i fanmade.
P.s. le voci di corridoio parlavano anche di fumetti in cui i protagonisti di Dragon Ball facevano brutte cose senza vestiti addosso. Non so, non ho mai potuto verificare personalmente.
Insomma da bambino ho sempre sognato di potermi godere un nuovo capitolo della storia di Goku e co. Ecco perché, quando l’anno scorso è finalmente partita la nuova serie che dava un seguito canonico alle avventure di Dragon Ball Z, non potevo che ritrovarmi a seguirla fin dalla prima puntata.
DB SUPER: ISTRUZIONI PER L’USO
Dragon Ball Super, di cui Toriyama più che l’autore è il consigliere creativo (soprattutto per quello che riguarda il character design), vede la luce principalmente grazie all’enorme successo dei due film Dragon Ball: la battaglia degli dei e Dragon Ball: La Resurrezione di “F”, che nel 2013 e nel 2015 avevano offerto per la prima volta un seguito canonico agli avvenimenti post Dragon Ball Z.
La pioggia di dollari che casca sulla testa della Toei Animation, produttrice dei due film, è il segnale che i tempi sono maturi per mettere in cantiere un nuovo anime. Viene così ordinata l’immediata scrittura di una serie di 100 episodi che, riprendendo la storia dei due film, l’avrebbero continuata a partire dalla fine della saga di Majin Bu. Niente più GT quindi, niente più Super Sayan 4 gorillone e addio al buon vecchio Super Gogeta.
In poche parole, quello che avevo sempre aspettato da ragazzino.
Ovviamente, è stato chiaro fin dall’inizio che l’operazione aveva scopi unicamente commerciali. Avendo già annusato il livello mediocre dei due film, mi sono avvicinato a questo Dragon Ball Super con il solo scopo di tornare a passare del tempo con i miei più cari compagni d’infanzia. Senza alcun tipo di aspettativa, ma solo con la voglia di godermi una ventina di minuti settimanali di puro svago.
Che secondo me è l’unico modo possibile per approcciarsi a questo anime. Che se no si rischiano improvvisi e inarrestabili attacchi di diarrea acuta.
Insomma, dopo un anno esatto dalla prima puntata, siamo ormai all’episodio 51. Come sta andando il Dragon Ball di questa generazione? Parliamone un po’.
P.S. Seguono chiacchiere a piede libero sulla trama, infarcite da spoiler e considerazioni varie. Non tanti spoiler però. Giusto un pizzichino.
SAGA DI BEERUS
La prima saga di Super è in tutto e per tutto un reboot de La battaglia degli dei. Quindi stiamo parlando essenzialmente di tre mesi di puntate che replicano tutto quello che TUTTI i fan di Dragon Ball hanno già visto nel film. Vi sembra stupido? Anche a me. Ma ehi, stiamo parlando di giapponesi.
La saga, ambientata pochi mesi dopo la sconfitta di Majin Bu, vede come villain il Dio della Distruzione Beerus (in italiano Bills), che essenzialmente passa la sua esistenza a distruggere i pianeti che gli stanno sul cazzo. Cosa che gli riesce abbastanza facile, visto che è così schifosamente forte da poter distruggere un pianeta solo schioccando le dita. Insomma, questo Beerus, che ha le sembianze del gatto di Toriyama in versione egiziana (true story), si desta da un letargo lungo 39 anni. Il suo risveglio è causato da una sogno che gli preannuncia l’imminente scontro con un certo Super Sayan God, che secondo la visione sarebbe l’unico guerriero in grado di sfidarlo.
Ma chi sarà mai questo Super Sayan God? Pare non saperlo nessuno. Assieme al suo maestro/amico/badante Whis, Beerus si reca allora alla ricerca del Sayan più forte in circolazione, sperando di riuscire a trovare questo formidabile guerriero che gli faccia passare la noia di vivere. Che se sei così schifosamente forte poi non hai mai nessuno con cui giocare.
Ovviamente Beerus e Whis si ritrovano faccia a faccia Goku, che come al solito se ne sta a cazzeggiare da Re Kaio invece di fare il padre e il marito decente.
Dragon Ball Super si presenta fin da subito come una cazzatona per ragazzini. La nuova serie si butta sulla commedia, lasciando tristemente da parte quello spirito più adulto e maturo con cui DBZ aveva fatto innamorare milioni di fan in tutto il mondo. Super punta principalmente ad una platea di bambini, e non si può far altro che farsene una ragione, rimpiangendo l’epica della storia originale, ormai morta e sepolta.
Per dire, fra i personaggi principali tornano pure Pilaf, Mai e quel fottuto cane (che non si capisce per quale ragione sono tornati bambini) protagonisti di sequenze che probabilmente mi avrebbero imbarazzato pure a 9 anni.
Lo stesso Goku, che in DBZ, pur rimanendo sostanzialmente un cazzone, diventava un monolite nei momenti più difficili, in Super è praticamente un minorato mentale. Non c’è mezzo secondo in cui non dica o faccia una cazzata, pure quando il destino del pianeta è nelle sue mani. E la stessa sorte travolge anche gli altri personaggi principali, trasformati spesso nelle caricature di loro stessi. Inutile dire che il pathos venga leggermente condizionato da tutto ciò.
IL PROBLEMA DELL’ANIMAZIONE SCADENTE
Uno dei più grandi problemi di Dragon Ball Super è però sicuramente quello della qualità dell’animazione, spesso scadente ed approssimativa.
L’apice della vergogna è stato raggiunto nell’ormai famigerato quinto episodio, che ha offerto sequenze di questo tipo:
Roba per cui dirigenti della Toei sono stati minacciati di morte dai fan giapponesi.
Tranquilli eh, non è tutto così.
Il problema diventa però lampante nelle scene d’azione: quella che era la caratteristica più amata della saga originale, i suoi spettacolari combattimenti, diventano il più delle volte delle ridicole scazzottate fra personaggi sproporzionati e abbozzati. Nonostante i protagonisti dovrebbero essere forti a dei livelli insensati, tutta questa potenza non fuoriesce quasi mai dalle immagini.
Dai combattimenti sono state inoltre tolte completamente la violenza e la sofferenza che caratterizzavano gli scontri della saga principale, e che spesso da bambino erano arrivate anche ad impressionarmi. Al contrario, in Super non c’è spazio nemmeno per una goccia di sangue.
La prima saga arriva al suo culmine con la telefonatissima (SPOILER che conoscono pure i sassi) nuova trasformazione di Goku, che raggiunge lo stadio di Super Sayan God. Che è questa roba qua:
In pratica un Kaioken in versione dieta Dukan. Akira, fattelo dire, potevi sbatterti un pelo di più eh.
Detto questo, la saga di Beerus si rivela comunque estremamente piacevole e divertente, grazie anche trovate riuscitissime come le caratterizzazioni di Beerus e Whis, che sono spesso e volentieri un vero spasso nella loro veste comica, la serie riesce ad offrire quello spensierato intrattenimento che le consente di portare a casa la sufficienza.
SAGA DELLA RESURREZIONE DI FREEZER
Finita la saga di Beerus, ecco che Dragon Ball Super tocca il fondo. Perché c’è da riproporre anche quella porcata cosmica del secondo film. In cui Freezer/Frieza resuscita. Eh già.
Resuscitato grazie alle Sfere del Drago da un suo inutile sgherro, Freezer torna sulla Terra per vendicarsi del Sayan che gli ha fatto il culo anno prima. Con una nuova trasformazione, ovviamente.
Inutile soffermarsi più di tanto su questa seconda saga, che offre un numero tale di incongruenze e cazzate colossali da suscitare tenerezza. Perfino i combattimenti raggiungono l’apice della merda maleodorante. E a poco serve la seconda trasformazione di Goku (Il Super Sayan God Super Sayan. Fortunatamente poi hanno capito lo schifo di questo nome e lo hanno cambiato in Super Sayan Blue), che a questo giro è pure bella esteticamente, ma che in quanto a potenza si rivela sostanzialmente una delusione.
La saga di Golden Freezer ha però un merito: restituisce a Vegeta la dignità perduta. Finalmente, come non succedeva da tipo mai, Goku e il Principe dei Sayan si ritrovano alla pari. Il che porta a dinamiche piuttosto interessanti nel rapporto fra i due, che per quasi tutta la seconda parte dello Z aveva visto un Vegeta quasi sempre in secondo piano.
Che la saga di Freezer sia ridicola oltre ogni misura dell’accettabile lo sanno probabilmente pure i produttori, che infatti la fanno terminare nel giro di una manciata di puntate. Grazie a Dio, finalmente Dragon Ball Super entra in una fase totalmente inedita per i fan.
UN MIGLIORAMENTO CHE FA BEN SPERARE
Nella terza saga, la storia di DB prenderà una piega sempre più cosmica. Pensavate che i Kaioshin fossero i più fighi dell’universo? In realtà si rivelano della stessa importanza dei bidelli. I nostri eroi scopriranno infatti che l’intera esistenza è suddivisa in 12 universi (quello di DB sarebbe il 6°), ognuno con le sue divinità reggenti e, ovviamente, con i suoi nemici straforti da sconfiggere.
Prendendo questa via, Dragon Ball Super sembra volersi intelligentemente avvicinare sempre di più al fighissimo Dragon Ball Multiverse, il fan manga che si concentrava appunto sull’esistenza di diversi mondi paralleli per proseguire una storia che, con DBZ, sembrava aver esaurito le sue possibilità di espansione nel medesimo universo.
Nonostante i combattimenti non siano ancora il massimo, Super migliora di puntata in puntata, e la stessa storia ha cominciato ad essere avvincente e animata come dio comanda. In particolare il combattimento fra Goku e Hit, nonostante sia davvero troppo breve, ha poco da invidiare agli scontri visti in DBZ.
Giunto ormai alla sua quarta saga, Dragon Ball Super continua a mostrare segni di miglioramento rispetto alle puntate iniziali. E, nonostante lo schema di base sia sempre quello del cattivo più forte di quello di prima (cit.), e nonostante si continuino a riproporre molte delle dinamiche già viste in DBZ, la storia offre spunti sempre più intriganti e fantasiosi, facendo ben sperare per la seconda metà dell’anime.
Nonostante i difetti, alla fine della fiera questo Super si lascia guardare con simpatia. Certo, rimane il rammarico per il fatto che un prodotto così atteso come il sequel di DBZ non abbia saputo mantenere le aspettative, e si sia rivelato una pura operazione nostalgia a scopo di lucro. Voglio dire, capisco che non fosse verosimile aspettarsi la stessa spettacolarità tecnica de L’attacco dei giganti, ma un mostro sacro come Dragon Ball avrebbe meritato sicuramente un trattamento più attento e rispettoso.
E poi, lo devo ammettere, è davvero difficile per me essere troppo severo quando parlo di Dragon Ball.
DB Super può essere paragonato a quel vostro vecchio amico sempliciotto, un po’ scemo ed ignorante come un pastore valdostano al quale però volete tremendamente bene.
Perché ci siete cresciuti insieme, e perché vi fa tornare alla mente quei bellissimi ricordi della vostra infanzia che non vorreste mai dimenticare.
Ecco perché Goku e le sue avventure troveranno sempre un posto nel mio cuore.
Anche se continueranno ad essere scritte e disegnate da mufloni che pippano polvere da sparo.
P.s. se siete come noi degli inguaribili fan di Dragon Ball, fate un salto dai nostri amici di Cresciuti con Dragon Ball, Dragon Ball – Pagina Italiana e di The Legend of Dragon Ball – ITA!
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