Era un così bravo ragazzo, si trasformava in puledra per farsi ingravidare dal cavallo Svaðilfœri, e poi salutava sempre. Mitologia norrena, gender fluid da quando si spaccavano pietre con altre pietre. Ma qui si parla del Loki versione Marvel Cinematic Universe, dubito lo vedremo mai partorire il divino cavallo a otto zampre Sleipnir.
Sproloqui, anzi sproloki a parte (badum-tsch)… perché stiamo a questionare sul fatto che il non-figlio di Odino non sia mai stato veramente cattivo? Attenzione, vi si potrebbe aprire un mondo. Partite con me in questo viaggio magico fatto di Tom Hiddleston, Tom Hiddleston e Tom Hiddleston. Non ve ne pentirete. E, per quel che vale, spoilerz su tutto il MCU fino a ora.
Cattivo frignetta per eccellenza, il nostro Loki è stato uno dei personaggi meglio riusciti del MCU. Che poi, con l’uscita di Endgame bisognerà capire se la pulizia contatti di Thanos ha davvero fatto effetto o no. C’è pure la miniserie Disney+ su di lui pronta a partire, teniamoci pronti a vederlo resuscitato in scioltezza.
Ma, se si va a leggere la sua biografia sul sito ufficiale della Marvel, ecco che spunta una simpatica postilla: lo Scettro del Potere stava controllando mentalmente anche lui senza che se ne rendesse conto. Avete letto bene, lo stesso Scettro datogli da Thanos (e contenente la Gemma della Mente) in qualche maniera condizionava le sue azioni, amplificando il suo odio per Thor e la Terra.
Dal primo Avengers in poi Loki ha iniziato il suo percorso di redenzione, già forte in Thor 2 e Ragnarok e culminato poi nell’eroica morte di Infinity War. Però a questo punto la domanda sorge spontanea: Loki è mai stato davvero cattivo?
Iniziamo dal primo Thor. Loki non ha avuto un’infanzia molto tranquilla. Figlio di un Gigante di ghiaccio, rapito da Odino, convinto di essere asgardiano, fratello di un Thor cazzone avariato che sarebbe dovuto diventare Re, quando in realtà la sua intelligenza eclissava i bicipiti del caro Dio del Tuono. È pure andato a uccidere gli stessi Giganti per dimostrare il suo valore. Ma no, c’era solo Thor. “Posso essere ancora un po’ incazzato?”, direbbe Loki dopo aver visto Il marchese del Grillo. È abbastanza comprensibile che voglia spedire il fratellastro sulla Terra per diventare lui Re. E, se proprio vogliamo dirla tutta, è grazie alle macchinazioni di Loki se Thor matura e cresce per diventare il sovrano di Asgard.
Dal secondo film in poi, dopo Avengers, Loki continua il suo percorso di redenzione o, per meglio dire a questo punto, di levigazione dei suoi spigoli malvagi. Resta sempre il Dio degli Inganni, ma con Ragnarok passa finalmente dalla parte degli eroi.
E quindi? La questione è molto soggettiva. Facciamo chiarezza. Il passaggio da cattivo a buono di Loki è una delle cose migliori del MCU. Ma, se Loki non è mai stato davvero cattivo, perde tutta l’efficacia di scrittura che tanto ha fatto amare il personaggio. Dire adesso che lo scettro controllava Loki significa togliere quel quid in più, depotenziare un cambiamento che ormai avevamo tutti accettato. E, diciamocelo, Loki era ormai perdonato per le malefatte con i Chitauri.
Perciò come ci si salva per non scontentare nessuno? Un modo, teoricamente, ci sarebbe: rendere Loki un vero e proprio antieroe. Continuare su questa linea e, se proprio deve resuscitare, farlo rientrare tra i buoni in maniera defilata, con quel suo ghigno sornione sempre presente. Aumentandogli anche i poteri, soprattutto nel combattimento, e a quel punto un film stand-alone, dopo la serie, non glielo leva nessuno. Sempre che nelle otto puntate tutto questo non sarà già presente, a quel punto alzo le mani e chapeau a Kevin Feige.