VIA CON LA TOP 5 TARGATA RUSSKAJA RULETKA
Un tamburo, sei fori, un proiettile. Questi i requisiti minimi per il giocone finale di un’allegra serata con gli amici iniziata con Risiko!, bruschette, birra e buone intenzioni. Forse (e sottolineo forse, eh) non vi è mai capitato di provare il sensazionale gioco dell’estate, ma è praticamente impossibile che non abbiate mai avuto l’occasione di godervelo su pellicola. Blu-ray? Dvd? Vhs? Sito streaming malavitoso con dominio tagiko? Non importa, ciò che conta è che si parla di roulette russa, biiiatch.
Questo atto ̶b̶a̶r̶b̶a̶r̶o ̶e̶ ̶s̶p̶i̶e̶t̶a̶t̶o simpatico passatempo non ha origini precise, ma i più tendono a identificare l’epicentro di propagazione nell’Europa dell’Est, più precisamente nell’ex Russia zarista, come narrato da Michail Jur’evič Lermontov (che fico traslitterare con l’ISO 9) nel suo racconto Il fatalista, compreso nella raccolta Un eroe del nostro tempo.
Nel testo si legge di come Nemanja Vulic, sottotenente di origini serbe al servizio delle truppe dello zar, decida di affidare la propria vita al destino, riempiendo il tamburo a sei buchi della sua pistola con quattro proiettili. Il giovane ufficiale punta l’arma alla tempia, stringe gli occhi e preme il grilletto. Click. E nulla più. La dea bendata lo bacia e il ragazzo continua per la sua strada. Sebbene non si parli mai di “roulette russa” nel racconto, è da qui che ha inizio il mito della russkaja ruletka.
Qui a TheMacGuffin possiamo attestare con fermezza che in redazione i gusti sono differenti, le preferenze ampie e le scelte variegate, ma nel gruppo di tipi loschi che scrive al pc per voi c’è anche qualcuno fermamente convinto del fatto che che i pop corn siano più saporiti durante una bella e sana roulettata sullo schermo. In virtù di ciò, ecco a voi una classifica delle cinque roulette più elettrizzanti secondo il sottoscritto.
5. Léon (1994) – Luc Besson
La giovane Mathilda (Natalie Portman), nel tentativo di convincere il killer Léon (Jean Reno) di essere pronta per imparare l’arte dell’assassinio, confessa il proprio amore con una pistola puntata alla tempia. Sebbene non si tratti della classica roulette russa, il silenzio tra le parole “Ti amo, Léon” e lo sparo conseguente (solo l’intervento provvidenziale dell’assassino salverà la ragazza) rende la scena estremamente carica di tensione.

4. Malcolm X (1992) – Spike Lee
Denzel Washington, che per la sua performance nei panni dell’attivista afroamericano riceverà anche la nomination all’Oscar, si destreggia in una delle roulette più famose della storia del cinema. Prima di una rapina, Detroit Red (nome falso di Malcolm Little, che solo dopo la successiva prigionia si farà chiamare Malcolm X) mette in chiaro la situazione svuotando il tamburo di una pistola appena rubata e sfidando Rudy, capo della banda fino a quel momento, al gioco dell’estate. Inutile sottolineare chi sia il proprietario degli attributi più grossi.

3. L’odio (1995) – Mathieu Kassovitz
L’opera in bianco e nero con protagonista Vincent Cassell porta tre ragazzi delle banlieu parigine (Vitz, Hubert e Said) ad avere a che fare con Asterix, che dopo aver accolto i tre in casa propria dà sfogo alla sua instabilità, piazzando una pallottola nel tamburo e premendo il grilletto. Non una, ma due volte.

2. Hwayi: A Monster Boy (2013) – Jang Joon-hwan
Grande titolo del cinema sudcoreano, che tre anni fa ha regalato al pubblico un’idea originale e ben realizzata, portando a un nuovo livello l’esperienza dell’action-thriller. Hwa-yi, ragazzo cresciuto in un luogo isolato da cinque assassini e allevato per diventare il killer perfetto, ha a che fare con il detective Chang-ho, che viene annichilito, venendo sbattuto con le spalle al muro e la pistola in bocca. Nella scena c’è tutta la crudeltà del giovanissimo assassino, interpretato da Yeo Jin-goo.

1. Il cacciatore (1974) – Michael Cimino
Nel capolavoro del regista italo-americano, originario dell’entroterra reatino, c’è spazio per un’incredibile roulette russa. Mike, Nick e Steven (rispettivamente Robert De Niro, Christopher Walken e John Savage) vengono fatti prigionieri in Vietnam. Nella baracca, situata lungo il fiume, i tre vengono obbligati a giocare con la morte, inserendo un proiettile nel tamburo e dando vita al teatrino su cui i Vietcong iniziano a scommettere. Alla fine i tre riusciranno a scappare, convincendo i “musi gialli” a inserire tre proiettili nel tamburo per aumentare il rischio e utilizzandoli invece per darsi alla fuga, ammazzando gli aguzzini.

P.s. Ricordatevi di fare un salto dai nostri amici di I Love CINEMA!!!