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Mr. Bean: Ecce Homo Qui Est Faba

Conosciamo tutti Mr. Bean?

No! Non sto parlando di Renzi!image

Mr. Bean è un buffo individuo che in facce e atteggiamenti ne combina sempre di tutti i colori ovunque vada. Personaggio partorito dal comico Rowan Atkinson nel 1990, Mr. Bean è diventato in poco tempo un fenomeno mondiale. Lo stesso Atkinson racconta che Mr. Bean prese vita per caso, quando un giorno davanti allo specchio improvvisò uno sketch comico: giocando con la mimica facciale si ritrovò di fronte il riflesso di questo strano essere.

Rowan e i suoi collaboratori (tra cui l’autore e amico Richard Curtis) provarono con tutti i tipi di verdura esistenti per assegnargli un nome degno di nota. Alla fine optarono per Sig. Fagiolo, che rende decisamente l’idea (non trovate?).

jLa passione di Rowan Atkinson per la visual comedy nacque all’università di Oxford dove, oltre che studente, era responsabile della sala di proiezione. Rowan ricorda ancora con piacere le ore passate a gustarsi i film di Jacques Tati, in particolare Le vacanze di Monsieur Hulot del 1953 (vi consiglio vivamente la visione). Stiamo parlando di una pellicola di 96 minuti dove le parole, oltre ad essere limitatissime, passano automaticamente in secondo piano rispetto alle azioni e alla mimica dei personaggi. Dopo aver visto il film in questione noterete quanto Mr. Bean ricalchi Monsieur Hulot. Inoltre, il titolo Mr. Bean’s Holiday del 2007 è un chiarissimo omaggio al film di Jacques Tati.

Ma cerchiamo di approfondire l’iconico personaggio inglese. Chi è in realtà?

Mr. Bean è… un ALIENO?

Tutti ricordiamo l’intro dei suoi episodi televisivi andati in onda tra il 1990 e il 1995. Siamo in una strada deserta di Londra. Tra il latrato di un cane e il rintocco di una campana, ecco aprirsi sul ciottolato un fascio di luce come di quelli che provengono dalle classiche astronavi aliene dell’immaginario collettivo. Mr. Bean che precipita a terra, si guarda confuso attorno come intontito dalla caduta e poi goffamente se ne va sotto le note di un coro che canta in latino: “Ecce homo qui est faba” che tradotto significa “Ecco l’uomo che è un fagiolo” (mi si è aperto un mondo, l’ho appena scoperto e sto ancora ridendo). Nei titoli di coda viene ripreso lo stesso motivo ma col testo cambiato: “Vale homo qui est faba” che tradotto è “Addio all’uomo che è un fagiolo”.

Dal suo modo di vedere il mondo, le persone che lo circondano, le usanze tipiche della civiltà, gli oggetti di uso quotidiano (telefoni, televisori, rasoi elettrici, scale mobili, ecc…), sembrerebbe davvero che l’ipotesi dell’astronave sia la più plausibile.

In realtà il fascio di luce che vediamo nell’intro non è altro che un’autocitazione dello stesso Atkinson. Quando faceva ancora cabaret uno dei suoi numeri più famosi lo vede cercare di restringere un cerchio di luce sul pavimento con l’aiuto di un’aspirapolvere.

bean (1)Mr. Bean è… un BAMBINO?

Dorme e vive con il suo inseparabile orsacchiotto di pezza, Teddy. Dialoga con lui come se gli rispondesse, lo tratta come se fosse un cagnolino (della serie che se lo lascia in macchina, tiene i finestrini leggermente abbassati per far passare aria). Ha un forte senso del pudore e non ama i baci. Arriva a giocare con le statuine del presepe mischiandole a macchinine, dinosauri, case di Barbie e Daleks del Doctor Who. Nel film del 1997 Mr. Bean – l’ultima catastrofe ridisegna il volto del quadro La Madre di Whistler usando uno stile molto bambinesco.5643142350_a347ff1bd9_b

Abbiamo tutti gli elementi per pensare che si tratti della mente di un bambino nel corpo di un adulto, come nei film Da grande con Renato Pozzetto e Big con Tom Hanks. In effetti il personaggio di Bean parte proprio dalla sfera infantile. Lo stesso Atkinson rivela che quando studiava il personaggio pensava innanzitutto a come avrebbe reagito un bambino di 9 anni alle situazioni che gli si presentavano davanti.

Mr. Bean è personaggio semplice nella sua comicità, come un bambino.

mr-bean (1)Mr. Bean è… un DEFICIENTE?

Espressioni da ebete, smorfie, abitudini poco ortodosse, momenti di incontenibile euforia… potrei continuare e l’elenco non sarebbe per nulla breve: tanti sono i comportamenti che dipingono Mr. Bean come un pazzo evaso da un manicomio. Lui non cerca di creare il caos, ma ci riesce lo stesso! E’ questa la cosa interessante!

E se negli episodi televisivi pensiamo che peggio di così non possa andare, basta vedere il due film che lo vedono protagonista. Col film il personaggio si evolve e con esso le conseguenze delle sue azioni.

Rowan Atkinson è convinto che non ci sia niente di più bello di vedere Mr. Bean su una sedia passare il tempo. Lui troverà sempre qualcosa da fare, mentre il pubblico troverà sempre un motivo per ridere.

Ma, parliamoci chiaro, chi si aspetta qualcosa di intellettuale da uno sketch di Mr. Bean, vuol dire che non ha capito un… faba.

Mr. Bean è… un GENIO?SONY DSC

Riprendendo l’ultima frase del paragrafo precedente…

In Mr. Bean non troverete mai nulla di intellettuale, ma di intelligente sì. Bean è molto intelligente, solo che sono strane le soluzioni che trova. Vedi la volta che trova il modo di guidare la sua auto seduto sul tetto, il suo marchingegno collegato alla sveglia, il caffè e latte miscelato direttamente in bocca e subito ingoiato, ecc…

hqdefaultSe avesse una professione (anche se nel primo film lo vediamo come custode alla National Gallery) potrebbe benissimo essere l’inventore.

Ma attenzione! Quando all’intelligenza si mischia la sua tremenda competitività arriva addirittura ad essere bastardo nel midollo. Sono epiche le sequenze che lo vedono impegnato a far cappottare la solita Reliant Regal azzurra, il suo soggiorno in albergo e le innumerevoli volte che cerca di saltarsi una coda.

Ma se non riuscite ad  inserirlo nella categoria dei geni, non potete fare assolutamente lo stesso col suo creatore e interprete Rowan Atkinson, che in solo 14 episodi riuscì a far ottenere a Mr. Bean un successo globale. Il segreto? Beh, sicuramente il fatto che si tratti di visual comedy, ovvero di comicità priva parole, ha reso possibile la vendita del prodotto in tutti i paesi del mondo: un vero e proprio successo… silenzioso.

Ma chi è allora Mr. Bean?

Alla fine di questo excursus è automatico chiedersi non quanto Mr. Bean assomigli a un alieno, a un bambino, a un deficiente o a un genio, bensì quanto Mr. Bean assomigli allo stesso Rowan Atkinson.

La risposta sta in questa sua dichiarazione.

“Se cerchi di realizzare uno sketch di visual comedy, penso che il personaggio/personalità di cui hai bisogno debba arrivare dal tuo profondo. Dev’essere identificabile a quello che sei tu nel profondo. La mia teoria è che ognuno di noi ha un personaggio convincente come Mr. Bean nel suo profondo. Non più di uno. Per trovarlo basta solo mettersi davanti allo specchio.

Federico Luciani

Nasce nel 1990. Sette anni più tardi s'innamora del teatro e da allora sono fidanzati ufficialmente. Laureato al DAMS di Bologna e impegnato nel teatro sociale da diverso tempo. Quando non scrive, divora film di ogni genere. Dylan Dog come eroe, Samuel Beckett come mentore, Woody Allen come esempio e Robin Williams come mito.
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