
El aviso (di garanzia)
Amanti delle coincidenze? Sostenitori delle più folli teorie del complotto? El aviso potrebbe essere la risposta – o l’ennesima domanda martellante – a tutte le vostre angosce!
Una delle ultime novità thriller del catalogo Netflix arriva direttamente dalla Spagna, provenienza che in questo genere può significare solo due cose: gran risultato oppure assurdità senza capo né coda. Niente di personale, amici spagnoli, ma sembra davvero che in terra iberica le mezze misure siano in via d’estinzione. L’ansia, la paranoia no, quelle sono vere garanzie sui cui contare in qualsiasi momento. Le occhiaie del protagonista e il suo sguardo perso da mancanza di sonno e da abuso di caffeina sembrano essere gli indizi per un buon thriller. E no, non si tratta di un universitario in sessione d’esami ma di un matematico ossessionato dal ripetersi di eventi e numeri.

Pioggia scrosciante e un cattivo presagio: è chiaro sin dalle prime immagini di El aviso che per i due amici in scena non si prospetta una serata tranquilla e spensierata. Sono Jon (Raul Arévalo), matematico dall’aria piuttosto noiosa, e David (Sergio Mur), ragazzo pieno di progetti e pronto a sposare la fidanzata di sempre. Insomma, chi fra i due si prepara alla fantomatica “brutta fine”? Ovviamente, David che rimane gravemente ferito durante una rapina in una stazione di servizio finendo in coma. Il colpo di genio in grado di catturare l’attenzione è la catena di coincidenze che circonda l’evento. Ossessionato da quanto accaduto, Jon scoprirà che in passato nello stesso luogo ci sono stati avvenimenti simili. Stesso numero di persone coinvolte con le stesse età, stesse modalità e stesso giorno. In una parola: un delirio! Ovviamente questa scoperta dai risvolti incredibili avrà serie conseguenze sulla vita del matematico…
Un teorema di tensione da dimostrare
Daniel Calparsoro al suo decimo lavoro alla regia sceglie di trasformare uno dei più grandi incubi dello studente medio in un film. La matematica con tutte le sue combinazioni diventa una protagonista della storia. Considerate le potenzialità e le difficoltà del linguaggio scelto per decifrare il mistero, la sceneggiatura avrebbe dovuto essere un’equazione complessa quanto precisa. I continui salti temporali e la scelta di introdurre troppe tematiche – dal bullismo alla schizofrenia – ha appesantito la narrazione. Non tutti i passaggi sono stati calcolati accuratamente e qualche dubbio rimane su alcuni sviluppi della trama. Nel momento di maggiore tensione, infatti, gli sceneggiatori, probabilmente in preda a una violenta crisi d’insonnia davanti alla ricerca della soluzione, hanno deciso di aggiungere un elemento impazzito: visioni oniriche, deliri assolutamente fuori contesto che rallentano il ritmo.
La parte finale, più meditata, riesce tuttavia a riportare sulla giusta strada il film. Un po’ come l’illuminazione che arriva a dieci minuti dalla consegna di un esame passato a scarabocchiare inquietanti fogli bianchi. Questo cambio di rotta in extremis poteva essere letale e, invece, è ciò che risolleva l’intera pellicola facendo forse rimpiangere quanto sprecato in precedenza con pedanti virtuosismi. Il merito dell’intuizione all’ultimo passaggio, però, non è sicuramente di una sceneggiatura instabile, né di una regia in forma canonica bensì di un insieme di ottimi attori.
Le variabili di El aviso
Sono proprio i diversi personaggi a reggere l’intera tensione del film. L’assoluto protagonista, completamente allucinato e fuori controllo, è Raúl Arévalo, già noto al grande pubblico internazionale per La isla minima. È lui la vera forza di un thriller dal fascino cervellotico: il suo Jon, lucidamente folle, sa muoversi tra le varie trame ed è mosso da profondi tormenti. Avvolto in un’atmosfera sinistra illuminato da tinte neon verdognole, il protagonista trasmette la giusta dose di angoscia.

Intorno ad Arévalo ruota una costellazione di personaggi ben costruiti che condividono, in modo più o meno evidente, le stesse paure. Da ricordare il piccolo interprete di Nico, bambino di 10 anni che sarà il fulcro della strana combinazione di eventi alla stazione di servizio. Inquietantissimo e indecifrabile, infine, il proprietario del locale che diventa luogo del crimine: Antonio Dechent dona vita a un personaggio ambiguo e assolutamente essenziale.
La soluzione all’enigma della visione
Nonostante qualche tentativo a vuoto, Netflix – tra i produttori del film – sembra ancora una volta trovare la formula giusta per i film originali fuori dai confini a stelle e strisce. L’equazione deve ancora essere curata e rifinita attentamente ma il tentativo di El aviso si è concretizzato in un buon thriller che rispecchia tutti i pregi e i difetti della tradizione cinematografica iberica. Il compito, con qualche correzione con inchiostro rosso sangue, è più che sufficiente e riesce ad accontentare appassionati del genere come semplici curiosi in materia: promosso!