
Eternal Sunshine of the Spotless Mind
A volte tutti dobbiamo imparare a ricordare
Improvvisamente ti ritrovi solo. Non credevi che sarebbe potuto succedere di nuovo, invece in un attimo è tutto finito, e fa semplicemente troppo male per accettarlo. Provi a chiudere gli occhi, ma i ricordi ti inseguono dovunque, trafiggendoti come gelidi coltelli. Puoi andare avanti, certo, ma sei sicuro che non ritroverai mai più quella felicità, e questa consapevolezza è la cosa che ti fa più male in assoluto. Quei ricordi che prima ti tenevano in vita ora sono invece un blocco di cemento che ti trascina nell’abisso sempre di più, impedendoti ti continuare a vivere. Se un giorno qualcuno ti dicesse che è possibile liberarsi per sempre da quelle memorie, che è possibile asportare definitivamente quella parte della tua vita dalla tua mente, in modo da non sentire più il dolore, per poter finalmente dimenticare e andare avanti, lo faresti?
È questa la domanda che si pone davanti a Joel (Jim Carrey) quando scopre che la sua ragazza, Clementine (Kate Winslet), si è rivolta ad una clinica specializzata per farsi cancellare dalla memoria il ricordo della loro storia. In un attimo Joel scopre non solo che la sua fidanzata lo ha lasciato, ma anche che lei continuerà a vivere la sua vita senza avere la minima idea di quello che c’è stato fra loro. Senza ricordarlo, senza riconoscerlo. Il dolore per Joel è insopportabile, così grande da indurlo a prendere una decisione drastica: farsi cancellare per sempre il ricordo di Clementine, rivolgendosi alla stessa clinica alla quale si è rivolta la sua ormai ex-ragazza, la Lacuna Inc. Nell’arco di una sola notte, nel corso della quale quale i tecnici della clinica (interpretati da Mark Ruffalo ed Elijah Wood) provvederanno a riprogrammare la sua memoria, Joel si troverà a rivivere dall’inizio la sua storia con Clementine, in un viaggio che lo porterà ad interagire letteralmente con i suoi ricordi. E a mano a mano che il tempo passerà, uno dopo l’altro, ognuno di quei ricordi gli sfumerà fra le mani, senza che lui possa fare niente per impedirlo. Anche l’attimo più bello e più puro sarà cancellato, è questo il prezzo che Joel ha accettato di pagare per liberarsi dal dolore dell’abbandono. Ma è solo nel bel mezzo del suo viaggio che Joel si rende conto di aver commesso un enorme errore. Joel comprende di amare ancora la Clementine che lo aveva fatto innamorare, che gli aveva mostrato come la vita potesse essere piena di felicità, che lo aveva aiutato a superare le sue paure nei confronti degli altri e di sé stesso. Pentendosi della sua scelta, Joel cercherà di salvare Clementine, rifugiandosi assieme a lei negli angoli più nascosti della sua mente, nel disperato tentativo di sfuggire alla cancellazione, in modo da potersi svegliare il mattino dopo e ricordare almeno un solo, piccolo frammento di quello che è stato il più grande amore della sua vita.
Charlie Kaufman, sceneggiatore del geniale Essere John Malkovich di Spike Jonze e del notevole Confessioni di una mente pericolosa di George Clooney, sigla con Eternal sunshine of the spotless mind il suo definitivo capolavoro, tanto da meritarsi l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale. Lo stesso si può dire del regista Michel Gondry, che in futuro firmerà altre pellicole di rilievo (Su tutte “L’arte del sogno”) ma non raggiungerà mai più la delicatezza e la magia toccate in questa piccola perla, che va annoverata di diritto fra i punti più alti raggiunti dal cinema degli anni Duemila.
Con la sua regia e il suo montaggio onirico ed incantevole, Gondry ci porta assieme a Joel nel suo viaggio attraverso la propria mente e i propri ricordi, grazie ai quali riviviamo tutta la sua storia con Clementine. E se il film arriva dritto al cuore, gran parte del merito è anche dei due protagonisti. Jim Carrey, in quella che è la migliore performance della sua purtroppo sottovalutata carriera, riesce a dare vita ad un personaggio per il quale l’empatia e l’immedesimazione vengono naturali. Il suo Joel è un uomo solo, infelice, insicuro e impacciato nei rapporti con gli altri, incastrato in una vita monotona che non riesce a soddisfarlo e nella quale non riesce ad esprimersi (La mia vita non è così interessante… vado al lavoro e poi torno a casa… non so che dire. Dovresti leggere il mio diario, è una raccolta di fogli, bianchi, dice Joel a Clementine in uno dei primi momenti di intimità fra i due). Il suo mondo grigio viene improvvisamente illuminato dall’incontro con la vulcanica Clementine, interpretata da una magnifica Kate Winslet, illumina improvvisamente il suo mondo grigio, colorandolo con i colori che contraddistinguono la sua vivace capigliatura, che passa dal blu al verde fino all’arancione, in un tripudio di colori che in realtà serve a mascherare la volubilità che la ragazza porta dentro di sè. Ed è forse questo reciproco sentimento di insicurezza nei confronti del mondo che li circonda che unisce così indissolubilmente Joel e Clementine, così diversi all’apparenza, ma allo stesso così simili.
Osservando la fuga disperata di Joel e Clementine (accompagnata da una meravigliosa colonna sonora composta da Jon Brolin) ci sentiamo noi stessi partecipi di una battaglia quotidiana per salvare i nostri ricordi più felici. Solo che,invece che scappare dagli ingegneri della Lacuna Inc., noi dobbiamo scappare dal tempo, che inesorabilmente scalfisce i nostri ricordi, giorno giorno dopo giorno. Anche i momenti più importanti della nostra vita, quelli che avremmo voluto sempre mantenere puri e perfetti come nell’attimo in cui li abbiamo vissuti, con il passare degli anni sbiadiscono e si affievoliscono, mentre altri ricordi semplicemente scompaiono, non lasciando più traccia alcuna. Accompagnando Joel nel suo viaggio alla scoperta di sè stesso e dei suoi sentimenti, comprendiamo assieme al protagonista che noi siamo i nostri ricordi, e che senza di essi la nostra vita perde di significato, si svuota e infine appassisce. Capiamo come la sofferenza sia un elemento naturale della vita ed in quanto tale vada accolta e accettata, ma che essa non potrà mai avere la meglio sui momenti di felicità che abbiamo vissuto in passato. Ogni ricordo di gioia può essere più forte di cento ricordi di tristezza, in quanto è grazie ai ricordi felici che troviamo la forza di andare avanti nei momenti più bui. Anche se la vita potrà sembrare in certi momenti un lento e vuoto incedere, chi ha avuto la fortuna di amare veramente avrà sempre dentro di sé quella scintilla che lo scalderà sempre dal freddo della tristezza e gli permetterà di affrontare ogni avversità e di andare avanti.
L’importanza di conservare i propri ricordi, nonostante essi possano farci soffrire, è confermata anche dalla triste storia di Mary interpretata da Kirsten Dust, che ci insegna come le brutte esperienze debbano essere viste come un insegnamento che ci porterà a crescere, e come dovremo essere noi, con le nostre sole forze, a trovare il coraggio e l’energia per voltare pagina e andare finalmente avanti. Perchè chi non soffre non impara mai niente.
Il titolo italiano, Se mi lasci ti cancello, nella speranza di rendere il prodotto più appetibile allo spettatore medio, riesce nella ardua impresa di uccidere letteralmente il significato e l’anima della pellicola, facendola passare per una commediola romantica qualsiasi, quando in realtà ci troviamo davanti ad alcune fra le tematiche più alte, sincere e personali che un film possa offrire. Riprendiamo allora quello che è il titolo originale, Eternal Sunshine of the Spotless mind, che letteralmente significa Infinita letizia della mente candida, che Kaufman riprende da un verso del poeta inglese Alexander Pope che viene citato in una splendida sequenza del film da Mary:
How happy is the blameless vestal’s lot! | The world forgetting, by the world forgot. | Eternal sunshine of the spotless mind! | Each pray’r accepted, and each wish resign’d
“Com’è felice il destino dell’incolpevole vestale! | Dimentica del mondo, dal mondo dimenticata. | Infinita letizia della mente candida! | Accettata ogni preghiera e rinunciato a ogni desiderio”
Con due semplici versi e una scena finale che rasenta la perfezione, Kaufman cambia totalmente registro al film. Incentrato fino a quel momento sulla nostalgia e sul rimpianto delle occasioni sfumate, il film di Gondry diventa un inno alla vita, un invito a concedersi senza paure alla felicità e a darsi sempre un’altra possibilità.
Un film che è quindi una resa dei conti con noi stessi, con le nostre esperienze, con il nostro modo di vivere e gestire le emozioni. Un film unico, da vedere e rivedere per cogliere ogni volta un nuovo dettaglio, uno sguardo, una silenzio, una nota. Un film che per la sua natura non può essere capito e apprezzato pienamente da tutti, proprio perché nella sua delicatezza e sincerità si rivolge solo ad una determinata tipologia di persone, in grado di comprendere il valore delle emozioni e di riflettere sulla propria vita e sui propri sentimenti. L’etichetta di “film non per tutti”, per quanto spesso possa suonare saccente e presuntuosa, non è mai stata tanto azzeccata. Ma se sarete fra i fortunati, predisposti per natura ad essere toccati nell’anima dalla storia di Joel e Clementine, allora Eternal Sunshine of the Spotless Mind sarà un film che aggiungerà qualcosa alla vostra vita, e che vi porterete sempre dentro. Per questa sua natura il l’opera di Kaufman e Gondry può anche essere vista come un test di coppia: guardatelo assieme alla persona che amate. Se mentre voi ne rimarrete rapiti e commossi la vostra metà si addormenterà a metà visione, giudicandolo noioso o troppo contorto, non ci sarà mai maggior riprova del fatto che, per trovare la vostra anima gemella, dovrete continuare a cercare.