
Fantasia Disney, tutt’altro che un classico
Inquietante, diverso, completamente folle: il capolavoro disneyano che ha 77 anni ma non li dimostra.
Alle elementari facevamo Musica. Come materia, proprio: se eri fortunato, te la cavavi mettendo delle crocette a caso su una scheda d’ascolto sulle note della Traviata, se eri meno fortunato ti ritrovavi a suonare In notte placida con il flauto dolce per la messa di Natale. Di sicuro però l’attività che andava per la maggiore era l’ascolto/disegno, che poteva declinarsi in “disegna quello che la tal musica ti fa pensare” o “lasciati trasportare dalla musica e disegna linee e sgorbi liberamente”. Detto così può sembrare bruttino, ma a me piaceva da matti. Disegnare la musica: bello, bellissimo, ma come farlo? Nel 1940 due signori c’hanno provato seriamente e, secondo me, ci sono riusciti alla grande, realizzando un film conturbante, unico e particolarissimo. Quei due signori si chiamavano Leopold Stokowski e Walt Disney, quella pellicola era Fantasia.
Fantasia ha l’ambizione di rendere visivo ciò che è uditivo; tangibile e narrativo ciò che è astratto e inafferrabile. Purtroppo si tende un po’ a dimenticare questo film, per ragioni intuibili ma tutt’altro che giuste: scopriamole insieme.

Salviamo Topolino!
Alla fine degli anni ’30, la gente parve accorgersi di un fatto per me ovvio: Topolino era un antipatico. Ma dai, un ridacchiante topo antropomorfo, perfettino e sottuttoio, come può risultare antipatico?! Vabbè, tralasciamo, team Paperino tutta la vita. Insomma, il personaggio era in declino ed era necessario fare qualcosa per riportarlo in auge. Disney quindi pensò di renderlo protagonista di un cortometraggio tratto da L’apprendista stregone, una sinfonia scritta da Paul Dukas nel 1867; la sinfonia era a sua volta ispirata ad una ballata scritta da nientepopodimeno che Goethe. Disney parlò del cortometraggio a Leopold Stokowski, direttore dell’Orchestra di Filadelfia, a cui piacque l’idea a tal punto che si decise di rendere L’apprendista stregone solo uno degli episodi di un progetto più complesso. Ed ecco da dove partì l’idea di Fantasia.
Perché il mondo non era pronto per Fantasia?
All’inizio fu un flop: il film era innovativo, ma le innovazioni avevano il loro prezzo. Uno dei costi maggiori fu impiegato per il Fantasound, un sistema di registrazione dei suoni nuovo e complesso, tecnica per cui i cinema dell’epoca (1940) non erano ancora pronti; Disney quindi si fece carico di tutte le spese per predisporre i cinema con i giusti mezzi tecnici. Inoltre, complice la Seconda guerra mondiale, il film inizialmente non incassò granché e non piacque per niente. Parliamoci chiaro: Fantasia è il terzo classico Disney, viene subito dopo Biancaneve e i sette nani e Pinocchio. Il pubblico Disney si stava appena abituando a fanciulle canterine, principi, fate turchine e grilli parlanti: uscirsene con il demone Chernobog e Topolino vittima della magia nera era una mossa coraggiosa ma poco furba. Il mondo non era minimamente pronto ad un cambio di stile del genere ed una cosa fu chiara subito a tutti: Fantasia non era un film d’animazione per bambini. Neanche lontanamente.

Un film inclassificabile
In realtà negli anni successivi Fantasia recuperò successo, diventando addirittura il ventiduesimo film che ha incassato di più nella storia del cinema, davanti a capolavori del calibro di Forrest Gump e Il padrino. Successo meritatissimo per l’unicità e la rara bellezza di questa pellicola: si potrebbe quasi dire che Fantasia non è un film, e non è neanche un cartone; è un prodotto artistico unico nel suo genere, inclassificabile.
All’apertura del film vediamo un’orchestra che si sta preparando per suonare, dalla quale emerge il compositore Deems Taylor che “ci” guarda dicendo:
Come state? Mi chiamo Deems Taylor ed è con enorme piacere che sono qui a darvi il benvenuto a nome di Walt Disney, Leopold Stokowski, e tutti i musicisti e gli artisti il cui talento ha portato alla creazione di questa nuova forma d’intrattenimento. Quello che vedrete sono i disegni, le immagini e le storie che le musiche hanno ispirato nelle menti e nell’immaginazione di un gruppo di artisti.
Tutto chiaro insomma. Da qui comincia lo show: un trionfo di colori, musiche, viaggi mentali che ti fanno solo dire “ma come caspita gli è venuto in mente?!”. Il film è diviso a episodi completamente slegati tra loro, per ogni episodio corrisponde una musica diversa:
- Toccata e fuga in Re minore di Johann Sebastian Bach, accompagnato da linee e immagini completamente astratte;
- Lo schiaccianoci di Pëtr Il’ic Cajkovskij, tradotto in un ballo di creature, fate, pesci e funghi;
- L’apprendista stregone, in cui Topolino vuole emulare (in malo modo) il suo maestro;
- La sagra della primavera di Igor Stravinskij, con delle immagini che ricordano la nascita del pianeta terra;
- Sinfonia n. 6 “Pastorale” di Ludwig Van Beethoven, con scene che richiamano atmosfere e creature dell’antica Grecia;
- La Danza delle ore di Amilcare Ponchielli, rappresentata da una buffissima danza di ippopotami, coccodrilli ed elefanti;
- Una notte sul Monte Calvo di Modest Petrovic Musorgskij, aka IL MIO INCUBO D’INFANZIA;
- Ave Maria di Franz Schubert, con immagini che sembrano descrivere l’ascesa verso una sorta di paradiso terrestre.
“When Disney got trippy”
Così s’intitola un interessante articolo della BBC su Fantasia, cioè quando Disney divenne “allucinata”, psichedelica. Secondo l’articolo, Fantasia era il risultato di un processo già in corso da tempo: il tentativo di Disney, negli anni Trenta, di avvicinarsi all’astratto e il surrealismo portò a svariati risultati (l’accoppiata Dalì-Disney vi dice niente? Date un’occhiata qui); Fantasia fu forse il tentativo meglio riuscito. Proprio per questo magari non venne capito in un primo momento: Disney dovette darsi una regolata in questo senso, viste le lamentele dei genitori di figli semi-traumatizzati da Una notte su monte Calvo e simili. Come dare loro torto.
In seguito la vena surrealista si smorzò un po’, anche se con le dovute eccezioni (non dimentichiamoci il cameo dei rosa elefanti di Dumbo!). Peccato, perché questa vena di tetra follia forse non sarà godibile da tutti, ma chi ha deciso che debba esserlo?
Estetica allo stato puro
Inutile dirvi che consiglio e stra-consiglio la visione di Fantasia. Perché è cupo e lugubre come solo il primo Disney sapeva essere, perché è una gioia per gli occhi, perché è animato da Dio, perché è quella che in poesia potrebbe chiamarsi una meravigliosa sinestesia. Guardatelo e riguardatelo, con figli e nipotini, che la bellezza non è solo unicorni e angioletti (che comunque potrete trovare nell’episodio della Pastorale, ah-ah!).