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Fenomenologia del Cinepanettone

Il dannato Cinepanettone. Ecco un tentativo inutile di capire perché queste subpellicole guadagnano di più di quanto faranno gli eredi di Wes Anderson.

Virus intestinali e non.

Questo pezzo è stato ispirato da un virus intestinale.

Perdonate i dettagli, ma è necessario spiegare che, guardando film e tenendomi informato sempre e solo tramite pc, se l’altro giorno non mi fossi svegliato di soprassalto per tirare tallonate fino al bagno, andare a pregare il Dio “tazza del water” ed espellere persino il pancreas, non mi sarei mai ritrovato agonizzante sul divano a fare zapping tra un “boss delle torte”, un documentario sui tassi e una fiction di serie D.

Dico semplicemente che, se non fosse successo ciò, forse non avrei mai visto questo trailer, quello dell’ultimo film di Massimo Boldi, o anche l’ultimo “Cinepanettone”:

Se vi stesse chiedendo se stia associando il mio virus intestinale al cinepanettone, bollandolo come virus del cinema, la risposta è sì: sto essendo così banale.

E allora ecco un altro articolo che cercherà inutilmente di spiegarvi l’inspiegabile, o meglio il puntuale successo al botteghino di questi film, in cui la principale fonte di risate è rappresentata dalle scoregge.

La tabella sottostante, che considera i film italiani che hanno incassato più di 20 milioni, è pressoché aberrante:

cinepanettone

Come potete osservare, volendo proprio escludere dal filone Pieraccioni, su 23 film, ben 6 sono riconducibili al genere del cinepanettone.

Ma che cos’è un cinepanettone?

Ci sono diversi approcci per darne una definizione.

  • Approccio terminologico: secondo la Treccani, il cinepanettone si definisce come “Il film di Natale, lo spettacolo cinematografico popolare per antonomasia.”.
  • Approccio tecnico: il dizionario del cinema, che va più nel profondo, precisa: “Film comico di produzione italiana imperniato su una serie di equivoci e doppi sensi, generalmente a sfondo sessuale, destinato a un pubblico popolare e realizzato appositamente per la programmazione natalizia.”
  • Approccio popolo-bue-che-si-vergogna-di-apprezzarli:Si vabbè son cagate, però boh alla fine è quasi una tradizione, come il vischio!”
  • Approccio popolazione media: “Che minchiata!”
  • Approccio amante del cinema: “ma non capite che è per questo che l’Italia va a rotoli????”
  • Approccio regista-emergente-che-guadagna-300-euro-al-mese-facendo-ripetizioni: “Porc&%$”

La definizione “cinepanettone” è nata da un articolo, non certo lusinghiero, di Repubblica del 1997, per identificare alcuni film che, da metà anni ’80, per “intuizione” dei fratelli Vanzina, cominciarono a essere fatti uscire sotto natale, aventi caratteristiche molto comuni e, come protagonisti, la coppia di “”””comici”””” composta da Massimo Boldi e Christian De Sica. L’uscita di questo articolo, invece di distruggere il filone, ne diede una definizione precisa e perfetta, rendendo questi abomini un feticcio del cinema italiano.

Ma cosa rende un film un Cinepanettone?

Eh già, perché, come ogni buon filone, anche il Cinepanettone ha le sue caratteristiche, i suoi leit-motifs, i suoi temi, i suoi registi e attori ricorrenti.

Gli “stilemi artistici” del Cinepanettone – n°1: Gli Attori

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Massimo Boldi e Christian De Sica mentre raschiano il fondo della decenza.

Fino al 2005 il cinepanettone era sempre caratterizzato dalla presenza del Dynamic Duo De Sica-Boldi. Da quel momento, quest’ultimo ha deciso di fondare il proprio filone “apocrifo” per “divergenze artistiche”.

Non ho mai usato tante virgolette in una frase sola.

Il loro “sodalizio” inizia con Vacanze di Natale ’90 mentre il primo storico Cinepanettone è considerato Vacanze di Natale ’83. Questo “vantava” invece nel cast gente come Guido Nicheli, Jerry Calà, Claudio Amendola e Mario Brega.

Ora mi prendo un attimo una pausa, perché a parlare forbitamente di ‘sta roba mi è presa l’emicrania.

Nel corso di ormai 30 anni di produzioni si sono poi alternati diversi “”artisti””  come Diego Abatantuono (Diego, tu quoque?), Claudio Amendola, Jerry Calà, Nino Frassica, Ezio Greggio, Andrea Roncato e Nadia Rinaldi negli anni ’80 e ’90; Anna Maria Barbera, Nancy Brilli,  Paolo Conticini, Sabrina Ferilli, i Fichi d’India, Vincenzo Salemme, Enzo Salvi nei primi anni 2000; Elisabetta Canalis, Fabio De Luigi (Fabio, perché tu Fabio??), Biagio Izzo, Paolo Ruffini e Michelle Hunziker in tempi recenti.

Gli “stilemi artistici” del Cinepanettone – n°2: Le tematiche

christian_de_sica_massimo_boldi_jerry_cala_ed_ezio_greggio_1986Il primo Cinepanettone nacque come sorta di “remake ideologico”, o meglio “rilettura contemporanea”, o ancora meglio “versione cafona” di un film del 1959 con Alberto Sordi e Vittorio De Sica (proprio padre del Christian nazionale), Vacanze d’inverno, dove la regia di Camillo Mastrocinque aveva dipinto, sullo sfondo di Cortina d’Ampezzo, i costumi italici del tempo. C’è da sperare, quindi, che non fossero costumi italici degli anni ’80 quelli dipinti da Vanzina in questo mirabolante esempio di Neoneorealismo .

Fatto sta che, da allora, magicamente, e con cadenza annuale a partire dal 1990, la Filmauro si è sempre prodigata di fornirci una di queste pellicole. Esse solitamente hanno come tema proprio le vacanze, sempre nei posti più disparati ed esotici. Molte volte si sono anche viste varianti tematiche, con variazioni di stampo storico (S.P.Q.R. – 2000 e ½ anni fa) sociologico (Anni 90) e sociale (Paparazzi).

Con la caduta della “grande coppia”, sono nate numerose derive sul tema di queste produzioni, che hanno cominciato, evviva evviva, ad uscire nelle sale anche al di fuori del periodo natalizio, perché, a detta del guru Boldi, «non bisogna di certo aspettare le feste per strappare una risata allo spettatore». C’è da credergli.

Qualcuno ha addirittura azzardato l’esistenza di un filone spin-off: i cinematrimoni. Come se il matrimonio non fosse già un’istituzione già abbastanza in difficoltà.

Le “trame”? Solitamente sono un’insieme di situazioni slegate, che possono intrecciarsi come no e che si svolgono nello stesso luogo vacanziero. Il filo narrativo è scatenato molto spesso dalla strategia narrativa più rivoluzionaria di tutte…. attenzione…. udite, udite: GLI EQUIVOCI!

Gli “stilemi artistici” del Cinepanettone – n°3: La comicitàmassimo_boldi

Di seguito un elenco il più possibile esaustivo delle principali strategie comiche del filone dei Cinepanettoni:

  • La lingua di Boldihqdefault
  • Le tette
  • Gli equivoci
  • Gli equivoci con le tette
  • Le scoregge
  • Gli equivoci sulle scoregge
  • “Oh cielo, Mio Marito!”
  • Enzo Salvi
  • “Mamma mia, commessto!”
  • ciàlepoppeapera (riconducibile al punto tette)maxresdefault-1
  • Altri equivoci
  • La cacca
  • ahahahha… cacca, pipì, culi
  • Enzo Salvi e le scoregge
  • Ho già detto gli equivoci?
  • “Mamma mia che doloreeeeee!”
  • Facce buffe
  • Pali nel deretano
  • Battute a sfondo sessuale
  • Tradimenti
  • Scambi di identità (quindi equivoci)
  • I fichi d’India
  • Biagio Izzo
  • Izzo Biagio
  • Culi
  • Tetteculi
  • Accento Milanese
  • Accento Romano
  • Un sacco di equivoci

Che dite, ho solleticato la vostra fantasia?

Perché piacciono?

Dopo aver analizzato le trame e le formule di promozione dei cinepanettoni, posso affermare, con discreta sicumera, che la ragione del loro successo è… boh!

Non lo so perché piacciono, per Diana.

Vi aspettavate una finissima argomentazione che spiega sociologicamente perché questo tipo di prodotti riscontrano tanto successo? Beh, mi spiace, non la troverete. Nella mia vita ne ho visto solo uno al cinema: Natale in India, con dodici anni sul groppone e tutto il sacrosanto diritto di fregarmene e ridere di quel film.

Niente, niente di niente. Non ci sono grandi analisi da fare: Non fa ridere, non fa ridere, NON FA RIDERE! Non so davvero in quale altro modo dirvelo.christian-de-sica-e-massimo-ghini-in-un-immagine-del-film-natale-a-rio-100182

Non voglio additare il popolo italiano di particolare bassezza. Per quanto ne so in Svizzera guardano di peggio. Forse è vero che la produzione è riuscita nell’impresa di trasformare un prodotto del genere in una tradizione. Si sa, noi italiani siamo attaccati alla tradizione. Forse siamo tutti un po’ cafoncelli. Forse semplicemente sono io a non essere in grado di percepire cosa di questi film scatena la risata in un altro tipo di target cinematografico. Ho decisamente fallito come recensore.

La cosa peggiore infatti è che per fare questo articolo mi sono dovuto documentare, guardando un sacco di filmati su youtube per farmi un’idea di cosa scrivere.

Fa male, ho sprecato due ore e non ho trovato una risposta. Forse dunque l’unica risposta è che risposta NON ESISTE.

Infatti, per citare il grande Ing. Cane (giusto per ricordare che Fabio de Luigi una volta era veramente un comico), possiamo dire:

Davanti a questi fenomeni, lo scienziato alza le braccia e dice: Io mi fermo qui!

Che futuro davanti a noi?

Come se non bastasse, nell’ultimo periodo, la tendenza tutta dei social a glorificare tutto ciò che appartiene al passato in quanto #nostalgico, sta creando un vero e proprio culto del Cinepanettone.

Già mi immagino come, tra una cinquantina d’anni, mi potrei ritrovare al bar di paese con le mie carte e il mio bianchino e, discutendo del più e del meno, vedrò arrivare qualche compare catarroso che esclamerà: “Ma hai visto la TV ultimamente?? Io non la guardo più guarda, quando eravamo giovani noi  il cinema era un’altra cosa, c’erano Boldi, De Sica ed Enzo Salvi che scorreggiava, che tempi!”.

Non vedo l’ora di invecchiare.

Riccardo Cavagnaro

Vede la luce nell'anno 1991. Da quando ha visto "Jurassic Park" all'età di 3 anni sogna segretamente di toccare un dinosauro vivo. Appassionato lettore, viaggiatore, ascoltatore di musica e bevitore. Tutte queste attività arricchiscono sicuramente il suo bagaglio culturale, ma assottigliano pericolosamente il suo portafogli.
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